All’Archivio di Stato la storia di Palazzo Tucci

15 marzo 2016 | 09:42
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All’Archivio di Stato la storia di Palazzo Tucci

La storia della famiglia Tucci, della sua ascesa sociale al palazzo simbolo del suo potere e summa di un vasto patrimonio, saranno oggetto, la mattina di sabato (19 marzo) alle 10,30 all’Archivio di Stato di Lucca di un incontro ad ingresso libero dal titolo La famiglia Tucci: la conquista di un patrimonio.

L’evento ha il patrocinio del Comune di Lucca, è inserito nel calendario della settimana nazionale degli archivi promossa dall’Aani (Associazione nazionale archivistica italiana) e arriva dopo il successo degli appuntamenti sull’eredità culturale della città attraverso le sue grandi famiglie Incontri in Archivio, organizzati dall’associazione culturale L’eco dei tre campanili.
Il programma dell’incontro prevede una introduzione alla famiglia Tucci, a cura dall’archivista Sergio Nelli, e una visita guidata al Palazzo Tucci, con la storica dell’arte Patrizia Giusti: occasioni che daranno a cittadini e visitatori l’opportunità di riscoprire una delle dimore più importanti di Lucca e la storia della famiglia che l’ha abitata. “Fin dal secolo XVI la famiglia Tucci si distinse per l’elevato censo – spiega Sergio Nelli – per l’attiva partecipazione agli affari in città e nel dominio lucchese, disponendo sempre di notevoli capitali, accresciuti da cospicui fedecommessi pervenuti al capo del casato. Anche dagli archivi aggregati a quello principale appaiono evidenti la formazione di tale patrimonio e la disponibilità di denaro investito anche nelle più modeste occasioni economiche, che consentivano una forte influenza della famiglia in ogni ambiente e strato sociale”.
Negli anni settanta del Settecento, infatti, la dimora della famiglia Tucci (in via Cesare Battisti nel centro storico di Lucca), subisce una trasformazione radicale, trasformata grazie a una cifra architettonica e decorativa di raffinato e innovativo impatto. L’artefice è Ottaviano Diodati, interprete lucchese dell’architettura tardobarocca, rivisitata secondo le nuove interpretazioni in uso in ambito mitteleuropeo e francese, ben note al Diodati, autore della ristampa lucchese dell’Encyclopédie. A volere il rinnovamento, come testimonia l’iscrizione posta insieme al grande stemma araldico familiare sopra il portone d’ingresso (Joseph Tuccius sibi posteriisque – A.D.MCLXXIX), fu Giuseppe Tucci in occasione del suo matrimonio con Teresa di Giuseppe Guinigi. Al momento della celebrazione delle nozze, nel 1780, il palazzo risultava pressoché completato nella parte strutturale, mentre la parte decorativa, è stata terminata negli anni successivi.