Mense, il sindaco dice sì a sconti ma no al pasto da casa

16 marzo 2016 | 14:45
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Mense, il sindaco dice sì a sconti ma no al pasto da casa

“Questo pranzo non s’ha da fare”. In vista della protesta del panino day, si è svolto questa mattina (16 marzo), come già preannunciato, l’incontro in Comune a Lucca tra il sindaco Alessandro Tambellini, affiancato dall’assessore Ilaria Vietina, e una delegazione di genitori, chiesto e ottenuto dal comitato La scuola che vogliamo che conferma per domani lo “sciopero del panino”. Sul tavolo, inevitabilmente, è finita di nuovo la questione delle tariffe e il costo dei buoni pasto. “Considerata la seria difficoltà economica di molte famiglie per la generale mancanza di lavoro, il comitato – hanno spiegato i genitori – si è voluto riunire in presenza del sindaco al quale aveva già consegnato una lista di ben sedici punti di proposte e questioni da chiarire e per richiedere un rapido intervento di revisione del rincaro del costo mensa”.

Il primo cittadino, come aveva già annunciato in un precedente incontro, ha assicurato che ha già fatto avviare il percorso per giungere ad introdurre sconti per le famiglie che hanno più di un bambino che usufruisce del servizio mensa: “Provvederò – ha detto Tambellini – a far abbassare il costo delle tariffe soprattutto per le famiglie che hanno più figli a scuola”.
La questione dei costi – alla luce anche del caos bollettini per il recupero di presunti importi non pagati che ha tenuto banco negli ultimi giorni ma di cui non si è parlato nella riunione di stamani – è stata al centro dell’intervento dei genitori. “Ci avete ben spiegato come il rincaro sia dovuto ad un adeguamento alle direttive nazionali del nuovo Isee – spiega uno dei genitori – ma i motivi non sono mai stati resi trasparenti ed inoltre il rincaro sta rendendo morosi molti genitori che non ce la fanno a pagare”.
“I genitori – è stato poi aggiunto – gradirebbero anche che nella scelta dei menu fossero presi in considerazione anche i bambini, tenendo conto dei loro gusti e la loro età, e che, in alternativa ci fosse la possibilità di avere una semplicissima pasta in bianco. Non sono i nostri bambini ad essere capricciosi”. Il comitato ha nuovamente proposte le questioni già sollevate sul caso dell’acqua in brocca servita a mensa a cui la società che gestisce il servizio per conto del Comune ha già replicato. Anche l’amministrazione stamani ha spiegato che si tratta di una scelta condivisa, mantenendosi disponibile a valutare modifiche al servizio specifico in futuro.
“Molte delle questioni sono risolvibili immediatamente e per altre invece ci sarà bisogno di aspettare un po’ più di tempo – ha spiegato, infatti, ai genitori l’assessore Vietina – comunque sia abbiamo già girato tutte le vostre segnalazioni a chi di competenza”.
Il sindaco, come ha spiegato, si è impegnato fin dalle prime sollecitazioni a cercare di far “limare” il prezzo della mensa, soprattutto per le famiglie che hanno più di un figlio a scuola.
Per quanto riguarda invece il pasto portato da casa, sia il sindaco Tambellini che l’assessore Vietina sono stati chiari: “Non siamo nelle condizioni per poter permettere una cosa del genere a lungo termine – concludono – servirebbero altri spazi e addirittura altro personale”. I bambini infatti possono mangiare il pasto portato da casa solo ed esclusivamente in luoghi dove non sia presente il cibo della mensa, quindi fuori di essa.
“Da parte vostra non riceviamo mai risposta – si lamentano i genitori – e questo è un atteggiamento che non va bene, dovreste essere più collaborativi. Desideriamo chiarezza sui soldi che spendiamo – concludono – e gradiremmo essere informati riguardo alle decisioni che prenderete in futuro”.

Giulia Prete