Casello a Mugnano e due stazioni, ecco la città futura

23 marzo 2016 | 12:42
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Casello a Mugnano e due stazioni, ecco la città futura

Attenzione al paesaggio, al territorio e ai valori estetico e artistico del territorio. Ma anche spazio per le nuove infrastrutture, riammagliamento dei quartieri “chiusi” dalla nuova urbanizzazione e attenzione alla mobilità lenta, alla rigenerazione degli spazi della prima periferia e al collegamento ideale, ma anche spaziale lungo le linee del condotto pubblico e del collegamento fra le colline dela città da una parte e dall’altra del Serchio. Questo il senso, in estrema sintesi, del nuovo piano strutturale passato ieri (22 marzo) dalla giunta in attesa dell’ok del consiglio comunale. Tante le novità contenute nel testo. Saranno nove le Utoe in cui ė suddiviso il territorio con quella di Lucca città che comprenderà anche la circonvallazione e la zona delle ville liberty. Nel piano si confermano le previsioni delle infrastrutture per gli assi viari compresa l’ipotesi di una nuova uscita autostradale a Mugnano in alternativa alla complanare est-ovest. Confermate anche le previsioni per due nuove fermate della ferrovia a Sant’Anna – San Donato e al Campo di Marte, insieme a due nuovi tronchetti ferroviari per le aziende a Ponte a Moriano e San Pietro a Vico. Nel “disegno” della città che cambia anche la previsione di una nuova rotonda in piazzale Boccherini con la riapertura dell’ultimo tratto di viale Luporini.

Urbanistica, una storia travagliata
Una storia travagliata quella dell’urbanistica cittadina, come ha spiegato il sindaco, Alessandro Tambellini: “Nel 2001 – ricorda il primo cittadino – fu approvvato il piano strutturale, seguito nel 2002 dal regolamento urbanistico, adottato definitivamente nel 2004. Si è arrivati fino al 2008 quando ci fu la certezza che si era costruito di più rispetto a quento consentito dal piano strutturale e che portò al blocco per 18 mesi dell’operatività del regolamento urbanistico e alla sospensione di ogni attività. Dopo di che arrivò la variante di salvaguardia con cui si riallinearono progressivamente i due strumenti urbanistici, con tanto di creazione di una Utoe unica per recuperare le quantità edificabili residue”. Si arriva così alla amministrazione Tambellini: “Nel nostro programma era indicata – ricorda il sindaco – la necessità di giungere a nuovi strumenti di programmazione urbanistica. Ma nel frattempo è arriata anche l’approvazione del nuovo piano di indirizzo territoriale della Regione, elemento sovraordinato a tutto e di cui abbiamo dovuto tener conto. Per fortuna l’indirizzo regionale era simile a quello che ci eravamo dati noi, ovvero il minor consumo possibile di suolo. A questo ci abbiamo aggiunto la necessità di riqualificare le aree urbanizzate, attraverso processi di rigenerazione urbana, l’attenzione al sistema delle nuove infrastrutture, con l’apertura di ipotesi progettuali che non indicano però vincoli obbligatori di esecutività, ma che tengano conto della possibilità di creazioni di nuove infrastrutture che non devono andare a confliggere con il territorio urbanizzato, con le infrastrutture e non incidano sul traffico”.

I punti cardine del piano strutturale
“Attenzione al paesaggio, al territorio, nel senso della conservazione ma anche della sicurezza, ai valori estetici ed artistici della città”. Questi secondo il sindaco Tambellini i punti cardine del piano strutturale in approvazione. Si può dire, infatti, che se da una parte il centro storico è stato ben preservato e salvaguardato, nella periferia si è abusato, rendendo difficile anche ogni realizzazione di nuove infrastrutture e servizi”. L’attenzione è stata anche nella redazione del testo: “Per quanto possibile – dice il sindaco – e al di là degli inevitabili tecnicismi abbiamo provveduto a scriver norme chiare e nette ce non fossero soggette ad interpretazioni”. Dando ampio spazio anche al dialogo e alla concertazione: “Il piano – dice Tambellini – è l’esito della consultazione con le associazioni di categoria, fatta tenendo fuori qualsiasi altro interesse parziale e partendo da visioni generali del territorio, con il principale obiettivo di riammagliare al resto della città delle zone che ne erano state isolate. Penso al Campo di Marte, ad esempio, ma non solo”. Infine sulla questione più tecnica della perimetrazione del territorio urbanizzato: “Fra una dimensione più o meno estesa dei margini dell’urbanizzazione abbiamo scelto quella meno estesa, proprio nell’ottica di ridurre al minimo il consumo di suolo”.
Sul tema, però, potrebbero non mancare degli ostacoli, come emerge dall’appello che il sindaco fa a fare presto per approvare il piano. Non ultimo quello della composizione di una commissione urbanistica che, dopo l’uscita di Lenzi (Idv) dalla maggioranza, non rispecchia più i rapporti di forza in Consiglio: “Il parere della commissione urbanistica – dice – non è vincolante anche se è vero che le commissioni dovrebbero rispecchiare la composizione del Consiglio ma questo è un problema che deve risolvere il Consiglio, con il suo presidente e i suoi capigruppo. Detto questo il piano andrà al giudizio del consiglio comunale, ed è questa una constatazione del percorso che gli atti devono fare. Non accetteremo ritardi o rinvii sine die”. Tambellini, comunque, non avverte resistenze nella sua maggioranza, quella che dovrebbe garantire l’approvazione del piano: “Non vedo resistenze – dice – e se ci sono è bene che si palesino. Io ho sempre cercato di avere comportamenti evidenti e alla luce del sole. Di certo c’è che questo è un atto fondamentale per la mia amministrazione, forse l’atto fondamentale, e che va a sbloccare quello che era bloccato, anche dal punto di vista economico. E’ un piccolo-grande contributo per Lucca per rimettere in mobimento il sistema”. “Lucca – chiosa l’assessore Mammini – non si merita questa situazione, visto che quotidianamente riceviamo persone, e non parlo del tessuto produttivo, che sono ostacolate nella loro attività dagli strumenti urbanistici esistenti”.

La sfida dell’assessore Mammini: subito il via ai lavori per il piano operativo
L’assessore all’urbanistica Serena Mammini, subentrata “in corsa” accollandosi deleghe che inizialmente erano state del sindaco difende il “suo” piano e tutto il lavoro che c’è stato alle spalle: “Dall’avvio del procedimento – dice – alla presentazione in giunta, sono passati 19 mesi e non è poco. Sarebbe poi il primo piano strutturale ad essere approvato con le nuove norme”. “Questo comunque – dice l’assessora – non è affatto un approdo. E’ l’inizio di un altro percorso e la proposta andrà condivisa con il consiglio, dopo essere stata condivisa per molto tempo con la commissione cui è stato messo a disposizione tutto il materiale prodotto. Quello che abbiamo fatto nell’arco di questo tempo è stato mettere le persone al centro delle scelte, la qualità della vita della gente ed anche se ci vorrà ancora un po’ di pazienza siamo convinti di aver realizzato uno strumento all’altezza. Fra gli elementi qualificanti, per esempio, c’è la presenza in ogni quartiere di aree di rigenerazione urbana, in particolare a Sant’Anna, San Concordio, San Vito e Antraccoli. E in questo senso siamo andati anche oltre, lavorando con l’assessore Pierotti ai progetti Piu, mettendo in ordine quello che Lucca da tempo esprime come laboratorio urbanistico. Siamo partiti con San Vito, ora aderiremo ad un nuovo bando con un altro quartiere, probabilmente come San Concordio. E ancora, abbiamo pensato alle linee di collegamento fra le colline lucchesi, dai Monti Pisani a Ponte a Moriano, in un ideale collegamento che segue inizialmente il tracciato dell’acquedotto del Nottlin, a seguire la linea del condotto pubblico e a riportare all’interno dell’Utoe del centro storico anche tutta quella parte di città pianificata nell’Ottocento-Novecento, comprensiva delle ville liberty, di Borgo Giannotti e del Campo di Marte”. Poi fin da subito si lavorerà al piano operativo “che, per la prima volta – ricorda il sindaco Tambellini – sarà anche integrato con il piano delle funzioni, che è un piano atteso da decenni in città”.

Gli elementi qualificanti del piano
La distinzione città – campagna
Fra gli elementi qualificanti del piano strutturale c’è sicuramente quello della perimetrazione urbana, ovvero quella linea di confine che separa la parte edificabile della città da quella dove non potrà esistere nuova edilizia residenziale. “Non è – spiega l’assessore – una decisione arbitraria la nostra ma segue le indicazioni del Pit e della legge regionale che suddivide il territorio in varie tipologie che, incrociate, hanno dato l’esito che si può vedere, ovviamente con l’indicazione dei tecnici. Un atto, quindi, essenzialmente tecnico, che però permette nuovi spazi di pianificazione in città sostanzialmente per migliorare la qualità della vita dei suoi residenti, fra cui i servizi pubblici”. “La nostra – spiega nel dettaglio il sindaco – è una sosta di impostazione restaurativa dei valori ambientali. Quello lucchese era un territorio per certi versi perfetto che noi, in qualche modo, vogliamo ritrovare, cercando anche di instaurare il tema degli abbellimenti”.

Le infrastrutture: assi viari e non solo
Nella cartografia del piano sono ben evidenti. Gli assi viari sono parte integrante del nuovo piano strutturale, con tanto di fasce di rispetto che impediranno nuove edificazioni ai margini di quella che dovrebbe essere la nuova viabilità cittadina. La previsione, però, non è solo quella di nuove strade, ma di nodi di interscambio per la mobilità pubblica, il potenziamento della ferrovia, con due nuove stazioni a Sant’Anna e a Campo di Marte e l’ipotesi di nuovi tronchetti per il trasporto merci a Ponte a Moriano e aSan Pietro a Vico. Spazio anche alle ipotesi per i nuovi parcheggi scambiatori, per la rete di accessibilità lenta (ciclabile e pedonale) alla città, per le mitigazione del traffico all’inerno dei quartieri e per il miglioramento della sosta e dell’accessibilità agli insediamenti e ai servizi pubblici.
Fra le ipotesi con maggiore ricaduta innovativa sulla città quella dell’uscita dell’autostrada a Mugnano, al posto del casello di Lucca Est. “E’ l’ipotesi più razionale – spiega il sindaco – ed eliminerebbe un mucchio di problemi. Innanzitutto il collegamento con l’asse nord-sud sarebbe immediato. Per noi, poi, la via da realizzare a tutti i costi è l’asse suburbano nella parte est, che darebbe un senso compiuto alla realizzazione del nuovo ponte sul Serchio”. L’ipotesi del casello a Mugnano – dice Tambellini – è frutto di una proposta ragionata e razionale, pensando anche al tessuto produttivo e al futuro della nostra industria che, sempre di più, guarda e opera al di fuori della città. E noi vogliamo fortemente che il potenziale di ricchezza continui a rimanere qui”.

I grandi contenitori e il centro storico
Fra i grandi contenitori che hanno perso le loro funzioni originarie impossibile non pensare al Campo di Marte: “Con il nostro programma – dice il sindaco – siamo a buon punto e si sta attuando una buona collaborazione con la Asl per attrarre in quel luogo funzioni che siano compatibili con il resto del territorio, che saranno poi messe in discussione con la Asl e gli altri attori economici. Dal punto di vista urbanistico non è previsto alcuno sconvolgimento complessivo ma solo un’opera di ricucicura degli strappi che si sono verificati nel tempo”.
Il centro storico rimane, invece, un luogo in cui serve la conferma di attrattività: “Per questo – spiega ancora Tambellini – pensiamo di riportare attività e persone in centro storico per esempio con il progetto all’ex Manifattura. Sarà il primo progetto dopo decenni che riporta funzioni in centro storico. Poi dobbiamo permettere di sviluppare in città anche attività artigianali e a questo ci penseremo con il piano delle funzioni. Ci piacerebbe, insomma, che il centro conservasse i caratteri commerciali che ha da tempo, ma, purtroppo, non tutto può essere regolato dalla norma amministrativa”.

I tempi per l’adozione e l’iter del piano operativo
Dopo l’adozione da parte del consiglio comunale, che il sindaco auspica sia in tempi inferiori a due mesi, ci saranno 60 giorni per le osservazioni dei cittadini e delle associazioni. Le osservazioni andranno discusse, sempre in commissione urbanistica, per poi arrivare alla definitiva approvazione, sempre dal Consiglio. “Mi auguro – dice il sindaco – spero e desidero che il piano vada in adozione entro un mese, un mese e mezzo. Per questo è ragionevole immaginare che l’approvazione definitiva ci sia a ottobre-novembre”. Nel frattempo è intenzione dell’amministrazione mettere mano al piano operativo e al piano delle funzioni.
“Dopo l’adozione – annuncia l’assessore Mammini – ci saranno degli incontri pubblici che vengano incontro anche ai cittadini verso la fase delle osservazioni. Una sorta di osservazioni partecipate, incontri in cui presenteremo anche i moduli attraverso i quali sarà possibile presentare le osservazioni stesse”.

L’iter è partito, insomma, e il futuro del piano, soprattutto nei tempi, è ancora incerto. Ma è chiaro che molte delle energie di questa amministrazione, nei prossimi mesi, saranno incentrate su questo argomento. Dopo 19 mesi di lavoro, infatti, non si vuole sforare la data dell’autunno del 2016. Andare oltre, infatti, vorrebbe dire andare ad avvicinarsi troppo pericolosamente alla data delle elezioni regionali. E rendere più complicato, forse, il voto finale tanto auspicato.

Enrico Pace