Riabilitazione, Uil: “Asl e Comune trovino soluzioni”

Dopo la Cisl anche la Uil Fpl mette nel mirino la riabilitazione alla cittadella della salute al Campo di Marte. Ma non se la prende soltanto con l’Asl ma anche con il Comune di Lucca, reo secondo il segretario provinciale Pietro Casciani di non “aver preso alcuna decisione da anni”. “Abbiamo letto tante idee che si rincorrono dall’housing sociale, alla cittadella della sicurezza ma mai si è parlato di come utilizzare l’area del Campo di Marte primariamente per assolvere a tutte le esigenze sanitarie e sociali per il cittadino, come ad esempio – prosegue Casciani – la riabilitazione che deve, bene o male, assieme alla sede di San Leonardo in Treponzio, far fronte alle esigenze di una popolazione di 170.000 abitanti della piana di Lucca considerando. Dopo la scomparsa del dottor Grimaldi, precedente direttore della riabilitazione, la direzione aziendale, a nostro avviso, non ha più investito in questo servizio e addirittura i medici che vengono da questa formazione sono costretti a lavorare in condizione di estrema difficoltà”.
“Da l’altro lato – prosegue Casciani – la ex Asl 2, con la chiusura del centro direzionale di Monte San Quirico e il trasferimento al Campo di Marte degli uffici amministrativi ancora in corso e l’impossibilità logistica di utilizzare la palazzina dell’ex Onmi, sta ritardando l’assetto organizzativo tanto che, a tutt’oggi, neppure il sindacato conosce come saranno suddivisi gli spazi che riguardano i servizi come quelli della zona distretto”.
“Viene da chiedersi – prosegue -, come mai un importante servizio, quello della riabilitazione, non abbia visto un’assunzione di responsabilità politica da parte dei vertici Asl e soprattutto quale ruolo ha avuto il primario nella gestione delle criticità? E le ragioni dell’allungamento dei tempi nella risoluzione di queste criticità? Si è lasciato galleggiare le criticità esistenti, e se non si sono avute ripercussioni ancora più gravi lo si deve solo all’impegno e alla professionalità della dirigente della riabilitazione, dei coordinatori, dei fisiatri e di tutto il personale che opera nel servizio che di fatto ha tamponato il disagio. Consideriamo questa una battuta d’arresto alla quale possiamo reagire rilanciando la nostra riabilitazione all’interno dell’area vasta nord ovest affinché abbia la dovuta rivalutazione”.