
San Luca ancora sotto la lente della Uil. Dopo la riabilitazione sotto accusa è il pronto soccorso, defini “abbandonato a se stesso”. E per di più, secondo quanto afferma il sindacato, di recente un medico di pronto soccorso è stato spostato in direzione sanitaria, indebolendo ulteriormente la struttura.
Il pronto soccorso, per Pietro Casciani segretario territoriale Uil Fpl e Alessandro Di Vito responsabile della Uil Medici è “in profondo affanno – si legge nella nota – per una serie di questioni che datano da tempo: alto afflusso di pazienti che ogni giorno passa dal pronto soccorso (in media 45-55 tra attesa interna ed esterna), difficoltà logistiche del pronto soccorso cosi come è stato strutturato, quotidiana mancanza di posti letto (ne hanno tolti 80 già dalla sua apertura), rapido turn-over di medici. E come se non bastasse a tutto questo si aggiunge un inaspettata decisione della direzione ospedaliera di spostare un medico di pronto soccorso dispensato dal servizio per sei mesi e per problemi sanitari, che ha destato malumori per la mancata possibilità di una soluzione anche in pronto soccorso compatibile con le problematiche di salute del medico stesso”. “Rimane di fatto – proseguono – che un collega di provata esperienza, ancora giovane e soprattutto “utilizzabile” anche solo per mansioni di supporto al medico dell’area di osservazione, della medicina d’urgenza, allo stesso facente funzioni di direttore, all’attività del triage infermieristico viene trasferito all’interno della direzione ospedaliera ove ci sono già abbastanza medici che vivono in spazi ristretti per esercitare la loro funzione. Questa decisione ha lasciato amarezza nei colleghi non solo perchè inaspettata ma soprattutto perché si sono caricati direttamente il periodo di malattia del medico in questione come usualmente avviene nell’ambito della solidarietà reciproca non essendo di fronte ad una certificazione “a lungo termine” per cui l’azienda non ne dispone, correttamente, la sua sostituzione”.
“Come sindacato – dicono Di Vito e Casciano – contestiamo questa decisione della direzione ospedaliera che avrebbe un lato positivo, ovvero l’attivazione di una sostituzione (quando? Come?) del medico oppure potrebbe averne un secondo ovvero reimpiegando, anche solo parzialmente, per le attività di pronto soccorso che siano compatibili con il suo stato di salute. Questo è sicuramente possibile perchè se il medico in direzione ospedaliera svolge un’attività di scrivania non assistenziale sul paziente lo stesso lavoro potrebbe essere svolto, anche ad orario ridotto, in pronto soccorso per quelle attività compatibili con lo stato di salute del medico e che non comportano attività assistenziale sollevando così i colleghi, anche se parzialmente, dal pesante carico di lavoro che ogni giorno sopportano: ovvero attività di supporto al facente funzione (attività amministrativa/burocratica), di supporto al medico della Obi e della medicina d’urgenza (certificazioni/richieste esami-dimissioni/archiviazione cartelle cliniche/di supporto all’infermiere di triage/per la formazione di neo-assunti/eccetera); di lavori non assistenziali ce ne sono tantissimi anche in pronto soccorso sta nella volontà della direzione ospedaliera e in particolare nella figura del direttore Sergio Coccioli di voler vedere e decidere in merito”.
“Se tutto questo non fosse possibile – chiudono i sindacalisti – viene da domandarci quale logica ci sia dietro questo trasferimento certi che non siano logiche sindacali o altro. La Uil Fpl quale sindacato responsabile da un lato deve difendere i lavoratori fortemente stressati quali i medici del pronto soccorso, dall’altro deve anche evitare che vi siano situazioni di lavoratori che possano “scaldare la sedia” in una direzione ospedaliera dove non vorremmo trovare più i generali dei soldati in trincea”.