Nursind: pronto soccorso al collasso, serve personale

5 aprile 2016 | 09:25
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Nursind: pronto soccorso al collasso, serve personale

“Il pronto soccorso dell’ospedale S. Luca è al collasso”. Parola del sindacato degli infermieri Nursind, che mette nel mirino il caos e la carenza del personale dedicato a questo importante servizio anche se l’Asl replica subito e smentisce. “Siamo preoccupati e sconcertati per questa situazione che dimostra solo il fallimento del sistema sanitario regionale e lucchese – spiega comunque il sindacato degli infermieri -, caratterizzato da un continuo e graduale impoverimento quali-quantitativo dei servizi per il cittadino, che si trova ogni giorno a dover fare i conti con la carenza dei posti letto in ospedale e o con l’assenza della medicina territoriale”. Gli infermieri chiedono all’Asl soluzioni, altrimenti si andrà alla mobilitazione.

Il primo scoglio, secondo gli infermieri, è già al punto di accesso al servizio ospedaliero. “Il pronto soccorso – osserva Nursind -, quotidianamente, appare e viene vissuto da tutti, operatori e assistiti, come una vera e propria trincea. Un gran caos, e tutto il personale arranca, pochi, troppo pochi, per garantire assistenza e cure a tutti. Il personale sanitario del pronto soccorso di Lucca è in forte sofferenza, purtroppo, da troppo tempo: mesi e mesi di lunghi turni, saltando riposi”.
Una soluzione che secondo Nursind deve essere risolta al più presto: “O l’azienda interviene in questo delicato settore o si rischia davvero il collasso – spiega il sindacato -. Ciò può implicare ricadute che possono pregiudicare i livelli di sicurezza per i dipendenti e per i pazienti, come l’uso della pronta disponibilità durante le ore notturne, nata per sopperire a situazioni di emergenza di afflusso ma che invece è diventata la routine: ogni giorno il personale reperibile viene chiamato al lavoro ed è una prassi divenuta inaccettabile. Questo è il risultato della parola d’ordine che è stata tagli, in virtù della razionalizzazione delle risorse del sistema sanitario Purtroppo nel nuovo ospedale, che già prevedeva una riduzione dei posti letto rispetto al vecchio Campo di Marte, interi reparti sono chiusi ed altri sottoutilizzati, principalmente per la carenza di personale sanitario, infermieristico e operatori socio sanitari”.
“Anche questo impoverimento dei posti letto – prosegue Nursind – ha contribuito a generare maggior caos al pronto soccorso, che si trova ad accogliere i cittadini e non poterli ricoverare nei vari reparti. Da qui lo stravolgimento dei ‘Destini’, piccolo spazi nella struttura del pronto soccorso in cui venivano appoggiate le persone, distese sopra barelle, in attesa di esami, brevi periodi di osservazione per essere poi rivalutati. Purtroppo i destini sono in realtà i posti barella, occupati dai poveri cittadini bisognosi di un vero posto letto, che devono aspettare ore ed ore che un altro cittadino stia meglio e possa essere dimesso. Inizialmente i destini erano un numero contenuto, ma in questo ultimo periodo abbiamo assistito ad un aumento esponenziale degli stessi, che vede infatti 12/14 pazienti, ogni giorno, in attesa di un posto letto. Il personale, purtroppo non è stato potenziato, anche se si tratta di un vero e proprio reparto di degenza in cui le persone, pur occupando un posto barella per intere giornate o nottate, necessitano comunque di cura ed assistenza. Una disumana attesa, che spesso supera le 24-36 ore, costringe la persona malata, prima di essere ricoverata, a trascorrere momenti di grandi difficoltà. Infatti i cittadini che purtroppo aspettano in barella, per poter essere ricoverati, hanno comunque bisogno di un elevata assistenza e purtroppo l’organizzazione non ha previsto personale adeguato, dedicato a questo settore, nonostante debba essere garantita tutta l’attività assistenziale al pari di un reparto ospedaliero ed anzi, talvolta vi sono in attesa pazienti particolarmente critici che necessitano di continua sorveglianza e monitoraggio dei parametri vitali. In questo contesto ci sono reali possibilità che tutto non possa essere fatto in un ottica di sicurezza sia per l’assistito che per il personale sanitario. Naturalmente tutto esaurito risulta essere anche l’Obi e il reparto della Medicina d’urgenza. Il personale dedicato al pronto soccorso, Obi è il medesimo che presta servizio nel reparto di Medicina d’Urgenza, dove i posti letto sono spesso aumentati, mentre il personale assistenziale è stato diminuito; infatti in tale settore frequentemente sono presenti solo due infermieri che devono gestire persone fortemente bisognose, a volte semi-critiche spesso che richiedono un supporto respiratorio/ventilatorio (almeno 4 con ventilazione non invasiva). Inizialmente, proprio per l’intensità di cura di questo tipo di pazienti era prevista una dotazione assistenziale costituita da 3 infermieri ed un Oss. Ed oggi, cosa sta succedendo? Chiediamo all’azienda, alla dottorssa De Lauretis e ai vari responsabili di intervenire immediatamente in questo delicato settore al fine di permettere l’erogazione di una assistenza di qualità e sicura, evitando di sottoporre tutto il personale a rischio di errore e stress lavorativo, garantendo una vera ed umana accoglienza ospedaliera alla persona. Se le nostre richieste non saranno accolte saremo costretti a dichiarare lo stato di agitazione ed a percorrere tutte le strade di tutela”.
La replica dell’Asl. Tuttavia per l’azienda sanitaria l’afflusso di pazienti al San Luca “è stato sempre governato garantendone il ricovero, in un quadro di sempre maggiore complessità della casistica (aumento dei codici gialli e rossi)”, recita l’Asl in una nota.
“Tale complessità – si aggiunge – comporta un corrispettivo incremento di accertamenti e di una presa in carico sempre più impegnativa dei pazienti, con i tempi di processo che possono allungarsi”. “Dal punto di vista organizzativo – come evidenzia la responsabile del pronto soccorso di Lucca dottoressa Fabiana Frosini – nei giorni e nelle fasce orarie di previsto maggior carico di utenti, viene implementato il numero di medici in servizio. I dati relativi agli accessi al pronto soccorso della Valle del Serchio non sono invece confrontabili con quelli del pronto soccorso di Lucca, in quanto i pazienti più complessi afferenti alla struttura della Valle vengono primariamente o secondariamente trasferiti proprio al pronto soccorso del San Luca. Per quanto riguarda il trasferimento di un medico del Pronto Soccorso, si precisa che, ad oggi, nessun medico è stato spostato. Si specifica invece che il medico a cui fa riferimento il sindacato Uil è assente per malattia dal 19 gennaio e non è ancora rientrato in servizio: sarà compito del medico competente aziendale sottoporlo a visita di controllo per definirne l’eventuale idoneità o meno alla mansione. Sicuramente la Direzione di presidio non ha trasferito nessuno. Comunque, la responsabile del Pronto Soccorso ha già fatto richiesta di sostituzione e l’azienda si sta attivando per il reintegro”.