Servizi sociali, bandi e nuovi criteri per i contributi

Cambia il regolamento per gli interventi economici e socio economici dei servizi sociali del Comune di Lucca, rimaste non modificate dal 2001. Ora servizi e richieste di contributo avranno come riferimento bandi specifici con un criterio comune: gli indicatori del nuovo Isee. E si fa, adesso, dai servizi per la prima infanzia, ai trasporti e alle mense scolastiche, fino alla richiesta di canoni agevolati e case popolare. Ma nella sintesi dei servizi sociali proposta dall’amministrazione Tambellini sono comprese anche le forme di baratto amministrativo e di sostegno al lavoro. Un adeguamento alle novità nazionali e alla situazione locale ritenuto necessario e doveroso per adeguare i servizi sociali alla mutata situazione del presente.
Un documento molto articolato e “tecnico” che mira da un lato a “personalizzare” l’assistenza ma con un fine comune: passare gradualmente da questa condizione all’autonomia. Certo, non un percorso facile, per ammissione degli stessi amministratori, in un persistente momento di grave crisi economica. “Ma con il regolamento – sostiene l’assessore al sociale Ilaria Vietina – si getta un percorso che va in questo senso”. “C’è stata una grande attenzione alla territorialità – ha aggiunto il vicesindaco -: è stata fatta una sintesi, indicando la residenza di almeno 5 anni per l’emergenza abitativa, e utilizzando diversi e più equi criteri per gli altri servizi indispensabili”. Il via libera è stato dato dal consiglio comunale stasera (5 aprile) con 18 voti favorevoli e un contrario.
Tra le novità fondamentali che hanno spinto alla “riforma” c’è stata la riformulazione e l’introduzione del nuovo Isee e, di conseguenza, l’introduzione di nuovi criteri per l’assistenza modellati sulle norme nazionali ma anche sulle situazioni strettamente locali, legate alla territorialità e al “bisogno”.
“Sono aumentate notevolmente le esigenze e le richieste di sostegno di contributi economici dalla popolazione – spiega il vicesindaco Ilaria Vietina -: nel 2012 richieste per 1.173, per 717 utenti. Nel 2013 le richieste sono state 1.290 per 771 persone fino a 1.800 richieste nel 2014, per 883 persone complessive. Un altro dato è particolarmente significativo. E riguarda la disoccupazione, con un tasso che fino al 2008 era in diminuzione ma che è passato dal 5,7 fino al 2009 ad un incremento netto fino al 17,4 del 2014. Abbiamo dovuto fare una scelta di fondo per distinguere tra gli interventi di tipo economico a quelli di tipo socio-economico. Gli obiettivi dell’operazione sono facilitare situazioni di bisogno e contrastare la marginalità e favorire le condizioni più deboli. Sono state quindi necessarie risposte nuove: abbiamo voluto estendere i bandi ad alcuni servizi che prima non prevedevano contributi. Questo per una maggiore trasparenza e per creare una cadenza continuativa nella risposta alle richieste dei cittadini. Si va ora dall’accesso alla prima infanzia, alla ristorazione e trasporto scolastico, fino al diritto allo studio, all’assegnazione di contributi per canoni di locazione e all’edilizia residenziale pubblica. Nelle novità ci sono anche le agevolazioni tariffarie. Per la prima volta insomma c’è un quadro completo dei servizi e delle agevolazioni che andranno a bando, in ragione di criteri di maggiore equità e trasparenza per le famiglie”.
Ma c’è anche la possibilità di erogare sostegni nella forma di voucher lavoro e baratto amministrativo.
IL DIBATTITO. La prima a prendere la parola è la presidente della commissione sociale, Diana Curione (Lucca Civica): “Il vecchio regolamento è del 2001, una vita fa – commenta – ed è diventato anacronistico tanto che le tariffe sono ancora presenti in lire. La situazione attuale ha introdotto nuove forme di povertà che hanno prodotto ulteriore difficoltà a rapportarsi ai servizi sociali del Comune. C’era insomma il bisogno di superare il vecchio sistema”.
Nel corso del dibattito sono stati introdotti gli emendamenti e le modifiche al regolamento frutto del dibattito nella commissione.
Molto critica la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi: “Questa pratica è stata discussa in tre sedute della commissione in un veloce cammino – dice -: l’analisi del documento evidenzia una grave illegittimità già dall’articolo uno, perché trattandosi di un regolamento che comporta una azione integrata di Comune, Regione e Asl, il sindaco deve concludere un accordo di programma con gli enti interessati. Quindi questo va aggiunto nel regolamento”. Poi la Giorgi mette nel mirino anche l’articolo sui requisiti di accesso ai contributi citando una serie di riferimenti legislativi con l’obiettivo di inficiare il regolamento portato all’attenzione del consiglio comunale.
La consigliera di Fds, Roberta Bianchi, boccia il regolamento: “E’ confuso e poco utilizzabile”, dice in riferimento ai canoni per le locazioni e sull’emergenza abitativa.
Andrea Pini, consigliere comunale del gruppo misto, esordisce parlando delle questioni legate al bando delle Rsa e ha affrontato l’annoso problema delle insolvenze per le rette, strettamente legato al regolamento per i servizi sociali. Poi la stoccata alla Giorgi che ha chiesto di fermare la discussione e l’approvazione del regolamento: “Ci viene a parlare di illegittimità dopo i passaggi in commissione – dice Pini – e non sa neanche che prima esisteva un regolamento”.
Per Roberto Lenzi, consigliere dell’Idv, il regolamento presenta troppe criticità e punti oscuri ed equivocabili. Secondo Lenzi si è persa tuttavia una “occasione”, quella cioè di fornire uno strumento operativo per la graduale diminuzione di situazione di marginalità. Sempre per Lenzi è “illegittimo” il potere che viene riservato alla giunta nel regolamento stesso.
La consigliera comunale del Pd, Enrica Picchi, difende invece il regolamento: “Ci sono tanti aspetti positivi, tra tutti gli obiettivi: far passare dall’assistenza all’autonomia tutti gli abitanti che usufruiscono dei servizi sociali. E’ necessario collaborare in rete perché questo possa avvenire. Sono apprezzabili di questo regolamento l’impegno sugli anziani non autosufficienti e il principio della compartecipazione alla spesa sulla base del modello Isee”.