Migranti giardinieri, al via il progetto pilota

14 aprile 2016 | 12:00
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Migranti giardinieri, al via il progetto pilota

Un progetto pilota destinato a partire nel giro di una settimana, per insegnare giardinaggio a 10 migranti: è quello che è stato illustrato oggi (14 aprile) in Fondazione Banca del Monte di Lucca. Presenti tutti gli attori coinvolti: il prefetto Giovanna Cagliostro e la dottoressa Trimarchi, i padroni di casa Del Carlo e Nieri, l’assessore Sichi per il Comune di Lucca, il sindaco di Camporgiano Pifferi, l’assessore al Comune di Viareggio Maurizio Manzo e, per Confcommercio, il presidente Ademaro Cordoni.

Il progetto, sostenuto economicamente e nei contenuti dalla Fondazione Bml, prende le mosse da una constatazione di fondo: non è possibile tenere i migranti inoccupati tutto il giorno nelle strutture d’accoglienza. “Il passaggio successivo – spiega infatti il prefetto – è quello del progressivo inserimento di questi soggetti nel nostro tessuto sociale. Per questo motivo abbiamo portato avanti una serie di interviste ai richiedenti asilo, per chiedere loro cosa facessero nei paesi d’origine, cercando poi di dare le medesime opportunità d’inserimento qua da noi”. L’iniziativa, che prevede il coinvolgimento di 10 migranti che rimetteranno a nuovo lo spazio verde dell’istituto Fermi di Lucca (grazie soprattutto all’adesione della dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Donatella Buonriposi), è destinata a svilupparsi ulteriormente e ad essere proseguita: “Noi diamo un messaggio chiaro – prosegue Cagliostro – cioè che se loro vivono in linea con i nostri criteri di accoglienza possono aderire ai nostri progetti di formazione. Non è sempre semplice, perché non tutti si mostrano interessati, ma abbiamo già annoverato anche meccanici, idraulici, elettricisti e quant’altro: la loro opera potrà così essere prestata a beneficio della collettività”.
Il rimando esplicito è al corso intensivo di giardinaggio: domani ci sarà un primo incontro tra i migranti e l’agenzia formativa di Confcommercio Sogeseter, poi, al termine del corso base, sarà possibile attivarne un altro avanzato, dove imparare la difficile e ricercata arte della potatura delle viti e degli ulivi. “Al termine del corso – commenta Cordoni – queste persone usciranno estremamente arricchite e capaci di rendersi utili alla società, che è molto meglio che stare fuori dai locali a chiedere l’elemosina”.
I 10 richiedenti asilo che parteciperanno sono ospitati a Lucca e vengono da Nigeria, Pakistan, Mali, Costa D’Avorio e Senegal.
“La Fondazione – ricorda Alberto Del Carlo – è sempre in prima linea per i progetti volti a valorizzare la persona. Gli italiani, del resto, sono un popolo di migranti: la buona volontà però non basta, perché serve operare con logica, per migliorare sempre accoglienza ed inserimento”.
L’assessore Antonio Sichi si sofferma invece sull’onnicomprensività della questione: “Mentre in Europa si stanno alzando muri – osserva – Lucca continua a farsi riconoscere come città ospitale. Bisogna tuttavia comprendere che dobbiamo essere tutti responsabili, perché i sindaci, in un momento come questo, non dovrebbero nemmeno poter dire ‘sì’ o ‘no’, stante il carattere nazionale del problema”. Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Camporgiano: “Ospitiamo 31 migranti in un agriturismo e, anche se siamo stati fatti oggetto di polemiche sterili, gestiamo molto bene la situazione. Questo è un problema che, con sinergie di questo genere, può trasformarsi in opportunità”.
Dello stesso avviso anche Manzo: “Del Ghingaro non vuole che queste persone stiano ad oziare tutto il giorno – afferma – e l’integrazione va avanti senza problemi. Noi abbiamo accolto prevalentemente pakistani e senegalesi e, tramite le associazioni di volontariato, gestiamo tranquillamente la situazione”.

Paolo Lazzari