Piano strutturale, ecco dove e cosa si potrà costruire

14 aprile 2016 | 10:09
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Piano strutturale, ecco dove e cosa si potrà costruire

Limiti all’edificabilità e perimetrazione delle unità territoriali organiche elementari. Sono questi i due nodi da sciogliere in commissione urbanistica in sede di approvazione del piano strutturale. Si ritorna a discutere da questo pomeriggio nell’assise dei consigliere guidata da Lucio Pagliaro del Pd. Ma già nelle scorse sedute si è capito verso dove si rivolgerà la discussione. Molti consiglieri, di maggioranza e di opposizione, infatti, ritengono che il dimensionamento previsto nel piano strutturale, dove si prevede la costruzione di 1700 nuovi immobili, dei quali il 60 per cento nei primi cinque anni sia esagerato rispetto alle reali necessità del territorio e che piuttosto si dovrebbe pensare a un riutilizzo vero dei volumi già edificati e non utilizzati.

In particolare questa, nella tabella allegata al piano, la previsione dei nuovi insediamenti in città. La parte del leone è dedicata alla zona est, la zona di espansione verso la piana di Lucca dove sono previsti nuovi insediamenti per 51650 metri quadri. Di questo 20350 metri quadri potranno essere destinati al residenziale e 15mila al produttivo. Si parla, ovviamente, in termini di fabbisogno presunto, perché non è il piano strutturale lo strumento urbanistico che permette di stabilire in che zone sarà o meno possibile edificare nuove case o capannoni, compito che spetta al regolamento urbanistico. La zona più “intoccabile”, anche perché nel piano è prevista una vasta fascia di rispetto per l’eventuale nuova uscita autostradale è quella di Mugnano, dove sono “solo” 3100 i metri quadri di fabbisogno presunto, 2500 per il produttivo e 600 per il residenziale pubblico e privato. Anche a zona di Lucca Città, la Utoe 1, che comprende non solo il centro storico ma anche i viali di circonvallazione e la zone delle ville storiche non è esente dalla possibilità di nuova edificazione, secondo il piano strutturale: 11050 i metri quadri inseriti in tabella di cui 2400 per il comparto turistico ricettivo, 5250 per il residenziale, 1600 per il commerciale e 1800 per il direzionale e di servizio. Largo spazio alla possibilità di ampliamento dell’insediamento produttivo è previsto nelll’Utoe dell’Acquacalda (5mila metri quadri) mentre per il commerco al dettaglio la parte del leone è destinata alla zona est (7900 metri quadri) e alla zona ovest (7800). Notevoli le possibilità di insediamenti residenziali, invece, per l’Utoe Lucca Sud (14100 metri quadri) e per l’Oltreserchio (9700).
Insomma un quadro controverso e tutto da discutere seppure l’architetto Cinquini, uno degli estensori del piano ha già rassicurato i consiglieri specificando che il piano strutturale non ha alcun potere autorizzativo ma è destinato solo a fornire una cornice attraverso delle tabelle che sono create grazie ad alcuni parametri che analizzano il fabbisogno cittadino in proiezione futura.
Nelle tabelle, comunque, sono specificate anche le previsioni riguardo al recupero del patrimonio esistente. La gran parte è riferita ai grandi contenitori del centro di Lucca, manifattura tabacchi in primis, tanto che la “quota” per l’Utoe 1 di nuove funzioni è superiore ai 222mila metri quadri, per la gran parte residenziali, direzionali e di commercio al dettaglio. Al secondo posto per immobili inutilizzati e da riqualificare c’è la zona est, quella su cui insiste il complesso del Campo di Marte e che sfiora i 100mila metri quadri, seguita dall’Utoe dell’Acquacalda (c’è la ex Cantoni) con oltre 43mila metri quadri da recuperare e da destinare, secondo le tabelle, principalmente a insediamenti produttivi.
C’è poi la questione delle Utoe. Non sono mancate, infatti, le critiche alla perimetrazione proposta dal piano e che non rispetterebbero quello che è l’aspetto sociale del territorio, spezzando in due alcune parti del territorio che sarebbero naturalmente da riferire allo stesso contesto. Montuolo, ad esempio, divisa in due parti dal fiume laddove a Ponte a Moriano, invece, il Serchio non è stato elemento di divisione dell’unità territoriale. E gli esempi, portati dai consiglieri anche nelle precedenti riunioni, si moltiplicano.
Dalla discussione, quindi, bisognerà capire quando l’amministrazione comunale e i tecnici che hanno elaborato il piano sono disponibili ad accogliere le osservazioni dei consiglieri o se il piano approderà in consiglio comunale così com’è.
Ma in quel caso potrebbero non mancare i distinguo anche in maggioranza.