Mense in commissione. Vietina difende il servizio

28 aprile 2016 | 12:17
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Mense in commissione. Vietina difende il servizio
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Mense in commissione. Vietina difende il servizio
Mense in commissione. Vietina difende il servizio

Mensa, costi e qualità al centro della commissione politiche formative di questa mattina (28 aprile) a palazzo Santini, dove si è tenuta l’audizione dell’amministratore del gruppo Del Monte Ristorazione Nicola Giannecchini, della responsabile del servizio mensa Silvia Quilici e della nutrizionista Simona Perseo. A disposizione per rispondere alle questioni aperte dalle polemiche dei genitori dei bambini, alcuni dei quali portano ancora avanti la “protesta del panino”, supportati dall’amministrazione comunale rappresentata dalla vicesindaco Ilaria Vietina e dal dirigente Maurizio Prina.

Il dato più significativo che è emerso è quello dei numeri delle “astensioni” dalla mensa a favore del pasto portato da casa. Sarebbero circa 400 i pasti serviti in meno ogni settimana nei diversi plessi del territorio. In particolare a portare avanti la protesta sono la primaria di San Vito, la Fornaciari di San Concordio e, in minura minore l’elementare di Nozzano, le scuole di Santa Maria a Colle e di Monte San Quirico e quelle da cui è nato il “movimento”, ovvero Saltocchio e San Michele di Moriano.
Proteste che, a detta della ditta, non sarebbero giustificate, né sulla qualità, né sulla quantità. Tante, comunque, le questioni sul piatto elencate dalla presidente della commissione, Enrica Picchi. “Le segnalazioni che si sono arrivate in questi mesi – dice la responsabile qualità – spesso sono state tardive e non dirette, alcune non arrivate neanche direttamente alle sporzionatrici. In questo senso è difficile per noi verificare e correggere quello che c’è da correggere”. Un invito alla segnalazione tempestiva e diretta che arriva anche dal vicesindaco Vietina e dalla stessa nutrizionista.

La quantità del ciboFra le polemiche ricorre quella della quantità scarsa delle porzioni fornita. Accusa respinta dalla Del Monte: “La grammatura – dicono i responsabili della ditta – è quella stabilita e prevede un pasto completo con primo, secondo, contorno e frutta. Quanto al gradimento è ovvio che, ad esempio, un problema con le verdure c’è ma in questo senso non è neanche facile capire quello che i genitori richiedono. Quanto alla grammatura, visto che non possiamo limitarci a inviare le porzioni precise rispetto al numero dei bambini, per sicurezza nelle scuole viene sempre portato qualcosa in più, cosa che ci permette sempre una percentuale di ripasso”.

L’acqua del rubinetto
La Del Monte è “laica” sulla questione dell’acqua da fornire a mensa. “E’ una decisione – dice la responsabile del controllo qualità – a cui ci accodiamo. La scelta è partita in passato in via sperimentale su alcune scuole e poi è stata allargata. Inizialmente è stata accettata maggiormente perché gi utenti di quel tempo, forse, erano stati coinvolti in un percorso mentre quelli arrivati dopo non riescono a capire il perché della scelta”. “Comunque – prosegue Quilici – quando qualcuno segnala che l’acqua sa di cloro o è torbida per lavori all’acquedotto provvediamo a fornire l’acqua in bottiglia e richiediamo l’analisi delle acque prima di tornare a fornire quella in brocca. Così come, nella scuola che è rifornita da un pozzo e non dall’acquedotto, l’acqua viene fornita in bottiglia.

No al panino da casa
E’ praticamente un coro unanime quello dei consiglieri che si schierano contro la cosiddetta protesta del panino. Roberta Bianchi di Rifondazione Comunista, dopo aver chiesto un focus sui dati della protesta conferma che “la mensa è un momento educatori – dice – La massima solidarietà a chi chiede di parlare di menu e di qualità, così come di costi ma il panino da casa è diseducativo in maniera assoluta. So che battaglie sono state fatta in passato per il servizio mensa, questa protesta mi sembra un passo indietro”. Condivide la posizione anche l’ex assessore al sociale, Angelo Monticelli: “La protesta del panino non è da sostenere come politica – dice – perché non è educativo per il bimbo. E comunque c’è da ricordare che a fronte di quelli che protestano c’è un numero un superiore di genitori che non sono d’accordo”. “Condivido – aggiunge Luca Leone di Impegno Comune – le posizioni di Monticelli e Bianchi sul valore della mensa scolastica. Nonostante si tratti pur sempre di una minoranza che protesta contro il cibo fornito dalla mensa non si tratta di un elemento trascurabile né per l’azienda che deve fornire i pasti né per l’amministrazione”.
Per l’azienda, comunque, due sono gli ordini di problemi: da una parte l’impossibilità di prevedere l’uso promiscuo della sala mensa per chi ha il pasto fornito e chi se lo porta da casa (“La Asl chiederebbe a noi – dice Quilici – la tracciabilità anche del pasto portato da casa come responsabile dei luoghi dela mensa”), dall’altra la problematica legata al personale. Perché se diminuiscono i pasti forniti non è possibile mantenere lo stesso personale attualmente in servizio.

Facebook, il “pasto triste” e il costo del servizio
Una foto, diventata virale, di un pasto ritenuto misero e postata su Facebook, ha ravvivato il dibattito in commissione, che si è poi concentrato sulla questione del costo. “Il problema – si chiede Leone – è di qualità o di costo? Se la questione è il costo è giusto che sulla base del nuovo Isee il Comune ritorni in commissione e dica come sono cambiate le fasce e chi paga di più rispetto al passatoe chi meno. Se è di qualità parliamone ma l’amministrazione e la stessa azienda facciano sentire la propria voce laddove le ricostruzioni fatte sui social non corrispondano a realtà”.
L’assessore Vietina avrà pronti a breve questi dati, per fornire un bilancio completo che permetta anche di rispondere alla domanda. “Nel frattempo – dice la vicesindaco e assessore al sociale – abbiamo lavorato con un consulente per proseguire il percorso di analisi mese per mese sulle variazioni. Ritengo comunque che non si sia pubblicizzato adeguatamente che c’è un gran numero di persone che hanno visto diminuire il loro contributo per il servizio mensa. L’anno scorso, infatti, la forbice di prezzo era fra 3,20 e 4,10 euro a pasto, quest’anno invece è da 2 a 5 euro. Una scelta fatta l’anno scorso per non mettere a repentaglio la sostenibilità del servizio e di cui le famiglie sono state avvertite per tempo con quattro lettere”. “Quello a cui si è assistito comunque – aggiunge la Vietina – e non sono io a dirlo – è una guerra fra i più abbienti e i più poveri, come è stato detto anche da alcuni genitori, nel senso che a protestare maggiormente sulla questione del costo sono stati coloro che hanno più disponibilità economica”.
L’assessore interviene anche sulla questione del “pasto triste” e ne fa una questione di metodo oltre che di merito: “In quest’anno scolastico – dice – abbiamo assistito a uno sciacallaggio ripetuto in modo costante. L’amministrazione e la ditta non hanno trascurato nulla e hanno fatto i loro passaggi, ma di sicuro non vogliamo porci allo stesso livello o seguire lo stesso stile. Che non vuol dire trascurare il problema”.

La riduzione dei costi e l’allungamento dell’appalto
Ultimo dato polemico della commissione è la questione del prolungamento di due anni dell’appalto in cambio di una riduzione del prezzo del 3 per cento. A sollevarlo è la consigliera Roberta Bianchi della Federazione della Sinistra: “Il Comune, laddove la legge prevedeva la possibilità di rinegoziare l’appalto con una riduzione del 5 per cento, che avrebbe potuto incidere anche sui prezzi, ha preferito prevedere un calo del 3 per cento in cambio di alcuni lavori per la risistemazione dei refettori per circa 100mila euro”.
“Il lavoro ai refettori – è la risposta di Giannecchini – è stato determinato da una serie di sopralluoghi della Asl che via via ha costretto a chiudere alcuni locali mensa con conseguenti multe che ci siamo accollate. Si trattava di una esigenza contingente e non più procrastinabile”.
“Sulla rinegoziazione dell’appalto – ha aggiunto il dirigente Prina – comunque, che non impatta sulla qualità del cibo offerto, voglio comunque ricordare che ci sono state ben due sentenze del Tar faorevoli alla rinegoziazione del contratto in questione”.
Sempre in tema di mense, comunque, oggi pomeriggio una delegazione di genitori verrà ricevuta dalla conferenza dei capigruppo sempre a Palazzo Santini.