
In attesa di dirimere la “questione Gesam” procedono a rilento tutte le operazioni per mettere in piedi la gara per il nuovo gestore del gas, che si occuperà della rete per i prossimi 12 anni e per cui il Comune di Lucca è stazione appaltante per l’intero territorio provinciale. A fare il punto oggi (3 maggio) in commissione bilancio, è stato l’assessore comunale Enrico Cecchetti, che ha ricordato nel dettaglio tutti i passaggi fatti e da fare per emanare il bando di gara.
“Fin dall’inizio – ha ricordato – la scelta è stata quella di provvedere al massimo coinvolgimento dei Comuni che fanno parte dell’Atem non solo per le scelte postassegnazione ma anche nella fase di costruzione del capitolato. In questo senso si sono tenute undici assemblee, l’ultima delle quali lo scorso 8 di febbraio, oltre a innumerevoli riunioni tecniche e incontri per spiegare la procedura e per iniziare a raccogliere le informazioni fondamentali previste per la gara”.
In sostanza sono i singoli Comuni che devono comunicare i valori industriali della rete presente nel proprio territorio (Vir) e il previsto sviluppo della rete nei diversi territori di riferimento: “Quanto al valore della rete da mettere a gara e che il soggetto vincitore della gara deve riconoscere al proprietario della rete stessa, nella maggior parte dei casi i Comuni le difficoltà sono state di vario tipo e molte hanno a che fare con il fatto che le strutture dei Comuni non hanno una gestione interna delle problematiche relative alle reti del gas. Tutti i Comuni, comunque, al momento si sono dotati di consulenti esterni e un gruppo di Comuni, circa 14, ha chiesto di partecipare alla stessa gara del Comune di Lucca per cui il consulente è lo stesso. Su questo piano siamo molto avanti, comunque e alcune settimane fa il responsabile unico del procedimento, dottor Graziano Angeli, ha inviato un sollecito ultimativo ai Comuni perché comunichino i dati mancanti. Nel particolare un focus specifico va dedicato alla Valle del Serchio dove solo tre Comuni hanno la distribuzione del gas metano tramite rete, mentre gli altri utilizzano il Gpl o sistemi di riscaldamento a biomasse”.
L’altra questione riguarda la parte di ampliamento della rete da mettere a gara per i prossimi 10 anni: “Il decreto che ha previsto le gare – ricorda sempre Cecchetti – prevede che sono i Comuni a fornire questi dati e la struttura tecnica con cui devono essere forniti. Le previsioni devono essere fornite sulla base delle linee guida programmatiche d’ambito definite dalla stazione appaltante. In questo senso il Comune, sfruttando le risorse previste da parte dei gestori (120mila euro per la stazione appaltante, 480mila euro per gli altri Comuni) si è dotato di un advisor e le linee guida sono state approvate dall’assemblea di Atem. Queste stabiliscono determinati criteri sulla cui base i Comuni faranno le proposte di ampliamento della rete e che poi definiranno i valori complessivi. L’idea è che ci sia un rapporto minimo fra chilometri di rete, numero di utenze e punti di riconsegna. Anche questo è un dato molto tecnico e si basa sulle zone scoperte e sui casi di eventuale espansione urbanistica previsti da regolamenti urbanistici. La norma prevede poi che si possano mettere a gara ulteriori ipotesi di espansione in caso di risorse proprie dei Comuni o di finanziamenti. Un punto a parte, anche qui, meritano i Comuni non metanizzati, per cui occorre avere un quadro complessivo anche delle possibilità di ampliamento della rete. In questo senso siamo molto indietro anche se 4 Comuni della Valle del Serchio hanno già dichiarato che non sono interessati ad alcun intervento di ampliamento della rete”.
“Nelle prossime settimane – dice – a questo punto si terranno le assemblee di Atem in cui si discuterà dello stato dell’arte. Un punto specifico riguarda anche il futuro del personale. E’ previsto infatti che la stazione appaltante debba ricevere dai Comuni, che a loro volta devono chiederlo ai gestori, i numeri del personale impegnato nel loro territorio cui aggiungere, da parte dei gestori, una quota impegnata nelle gestioni centrali. Su questo non possiedo ancora dati complessivi anche se la norma prevede un rapporto minimo da 1 a 1500 fra personale e punti di riconsegna”. Ma il tema qui è delicato: “Abbiamo avuto – spiega l’assessore – alcune riunioni con le rappresentanze sindacali perché il decreto che ha dato il via alle gare prevede il pieno rispetto della situazione contrattuale del gestore precedente. Ma interventi legislativi successivi in tema previdenziale e di Jobs Act rendono non più automaticamente applicabili le situazioni precedenti. La richiesta del sindacato è quella di prevedere clausole nel capitolato che impongano alle aziende partecipanti di tenere conto della legge precedente, ma questo potrebbe esporre a ricorsi e a bocciature da parte dell’Autorità dell’Energia elettrica e del gas, che è la prima a vagliare i capitolati delle stazioni appaltanti. Stiamo comunque lavoranto con un consulente legare e come parte politica non possiamo fare altro che suggerire al Rup di valutare questa cosa”.
Quanto alle scadenze le date sono certe ma flessibili: “Il recente decreto milleproroghe – ricorda Cecchetti – ha rivisto le scadenze. Per il gruppo di Atem cui appartiene il Comune di Lucca la scadenza è l’11 ottobre 2016. In caso di inottemperanza ci sono sei mesi per l’eventuale intervento della Regione con un commissario ad acta, la Regione ha poi due mesi di tempo per commissariare altrimenti arriverebbe un commissario ad acta nazionale”. “Non ci sono più sanzioni – dice Cecchetti – ma se vogliamo stare nelle scadenze dobbiamo concludere tutto il lavoro preliminare 3-4 mesi prima perché poi l’Aeeg ha due mesi di tempo per dire se si può partire o non partire con la gara. L’esempio di altre realtà in questo senso è lampante: ci sono Atem che sono partiti e poi hanno ritirato il bando in autotutela. Tutte le altre realtà che hanno pubblicato il bando, invece, hanno avuto ricorsi e non mi risulta, comunque, che ce ne sia nessuno autorizzato dalla Aeeg”.
La discussione in commissione viene sollevata dal solo consigliere Roberto Lenzi, che chiede come si valuterà in sede di Atem l’eventuale estensione della rete, sia nei confronti dei Comuni che ne fanno parte sia nei confronti del gestore aggiudicatario: “La valutazione della “nuova” rete da mettere a gara – dice Cecchetti – si basa sulle linee guida approvate dall’assemblea dei sindaci. Poi, dopo l’aggiudicazione, ci sarà un comitato di monitoraggio composto da 15 esponenti, per coadiuvare la controparte contrattuale nella vigilanza e nel controllo. Il gestore, comunque, una volta inserito il valore e l’estensione degli interventi da effettuare nel bando di gara, una volta aggiudicata sarà obbligato a farlo”.
Conclusione con una stoccata alle sovrapposizioni normative che si sono succedute per la gara del gas: “Il nuovo decreto del 2015 – chiude l’assessore – interviene in maniera pesante sul decreto del 2011. E lo fa con elementi di contraddittorietà, a volte, che non facilitano di certo ad arrivare fino in fondo. E non è escluso, quindi, che sia nesessario intervenire ancora”.
Enrico Pace