Elettrodotto, spunta il fronte del no all’opzione zero

Da Maggiano e da larga parte dei comitati dell’Oltreserchio arriva il “no” secco all’opzione zero per il progetto dell’elettrodotto ma anche ad una delle tre alternative recentemente presentate da Terna, quella che prevede di mantenere i tralicci nelle zone dove essi esistono già con la realizzazione di breve elettrodotto di raccordo a partire dall’esistente. Ma, quasi a sorpresa, i promotori della formale richiesta agli enti coinvolti di rimettere tutto in discussione sostengono che una delle opzioni può essere fattibile, pur con doverose modifiche. Si tratta, spiegano, della seconda variante al progetto illustrata all’Open day di Nozzano: è quella, per così dire intermedia fra l’ipotesi originaria e quella che prevede il mantenimento dell’elettrodotto già esistente. Quindì: sì al nuovo elettrodotto, perché “l’impatto sulla salute è limitato” con i dovuti correttivi a tutela del patrimonio artistico e ambientale, purché si proceda con lo smantellamento dei tralicci che esistono tra Maggiano, Farneta e Nozzano San Pietro.
Finalità principali della carta sottoscritta dai comitati sono la salvaguardia della salute dei cittadini e la conservazione del patrimonio ambientale e storico-culturale dell’area, che risulta fortemente compromesso dal progetto EL324 del marzo 2014, realizzato da Terna e di cui, come si ricordava, sono state presentate 3 varianti di modifica in occasione dell’Open day del 28 gennaio scorso.
“La variante A2 è quella più fattibile dal punto di vista tecnico – spiega Claudio Villani, presidente del Comitato di Maggiano-Nozzano – e anche la più rispettosa sotto il profilo ambientale. Le modifiche che proponiamo servono a limitare al massimo l’impatto sia sui siti di valore storico-architettonico, sia sulla salute degli abitanti. Se il Comune difendesse in maniera forte questi due aspetti i valutatori ministeriali sicuramente ne terrebbero conto, ma al momento l’iniziativa parte solo dai comitati. L’amministrazione non ci ha dato supporto tecnico, sostenendo piuttosto l’opzione zero rivendicata dal comitato Starc, che pretende di farsi portavoce unico del nostro territorio: opzione che peraltro è stata definita dallo stesso assessore Raspini come perdente. Il semplice no dei Comuni verso tutti i progetti non basta: serve un ruolo più attivo”. La variante di progetto A2 al momento è in fase autorizzativa ed è quella contestata fin dal momento della sua presentazione a cui poi Terna con una mossa a sorpresa, nel dicembre scorso, ha fatto seguire tre alternative. Anche queste tutte bocciate dai Comuni coinvolti che hanno espresso parere negativo.
Nello specifico, si chiede la cancellazione dall’iter della variante di progetto B1 (comunque già definita impraticabile da Terna in una integrazione alla presentazione), in considerazione “soprattutto della mancata liberazione dal rischio sanitario di 208 abitazioni che non verrebbero liberate dall’elettrodotto esistente – spiegano i comitati -, del drammatico aumento di emissioni elettromagnetiche e dunque del rischio di salute per gli abitanti, dell’impatto visivo insostenibile provocato dalla stazione di trasformazione su siti storico-architettonici-culturali di enorme rilievo”. Il documento prosegue con l’individuazione di specifiche proposte di modifica al tracciato della variante A2, con l’intento di rendere più armonico l’inserimento della struttura elettrica all’interno del contesto orografico e paesaggistico sfruttando tutte le opportunità offerte da valli e declivi in modo da limitare il più possibile le interferenze con le linee di cresta e di panorama.
In particolare si chiede di verificare la possibilità di posizionare i nuovi tralicci in modo tale da evitare l’avvicinamento alle residenze sui Monti di Chiatri, sulla via di Chiatri, sui Ruderi del castello di Chiatri e nei pressi della Villa Puccini e un prolungamento dell’affiancamento della linea attuale in direzione est che permetterebbe l’allontanamento della linea 380 kv anche dalle abitazioni di Monte di Chiatri, già gravate dal nuovo raccordo 132 kv. Si propone inoltre di valutare un interramento della linea 380 kv e 132 kv per eliminare l’interferenza sulla linea di crinale fra i reperti storico-architettonici, la prospettiva di panorama e la struttura elettrica. Infine si chiede di valutare, per le zone sud ovest, la scelta di sostegni Foster o ad albero di Natale, che sono meno invasivi.
“Il Castello di Nozzano è un’eccellenza della strategia militare dell’Ottocento- ha commentato Elda Carlotti, presidente dell’associazione culturale Castello di Nozzano – la stazione di trasformazione si porrebbe nella direzione visiva del Duomo di Pisa e questo non possiamo permetterlo. Lo dobbiamo al nostro passato, per il nostro futuro”.
La variante ‘appoggiata’ dai comitati. Entrando nel merito, rispetto alla prima alternativa (quella più simile al progetto originario e che mantiene la centrale di trasformazione a Cava Batano), la seconda, riproposta con varianti dai comitati, oltre a preservare la percezione visiva dal belvedere di Compignano, “si pone in parallelismo al tratto autostradale della A11 Lucca-Viareggio e si allontana maggiormente dagli abitati di Chiatri e Monti di Chiatri, a fronte pero di una maggior lunghezza di tracciato”, aveva spiegato Terna. Il tracciato è posto più ad est rispetto a quello originario e “dopo aver percorso il basso versante del Monte Comunale, in parallelismo all’autostrada, svolta verso nord-nord-ovest rimanendo ad ovest del Monte dei Frati e Monte di Croce. Si dirige verso il Monte di Sala, rimanendo più basso in quota rispetto al progetto in iter”. Il raccordo sud, invece, prevede un incremento del tracciato rispetto alla ipotesi originaria: 6 chilometri invece di 5,35 ma vuole “ridurre – spiegavano i tecnici di Terna – l’impatto visivo dalla località Balbano”, ma i tralicci – senza modifiche al progetto – saranno visibili dal Lago di Massaciuccoli perché il tracciato uscito dalla stazione di trasformazione si dirige verso ovest e poi a sud-sud-ovest per aggirare il Monte Bozzi (Leggi le tre alternative).
Problema salute. Per quanto riguarda la protezione sanitaria emerge una discrepanza normativa considerevole, secondo i comitati che stamani si sono riuniti per lanciare le loro proposte: “Per la vecchia linea dell’elettrodotto – si è ricordato – è previsto un limite al livello di campo magnetico compreso fra 3 e 10 microtesla, mentre la nuova variante prevede un tetto massimo di 3 microtesla. Con il risultato che le 208 abitazioni direttamente interessate dal passaggio della corrente risultano quindi non adeguatamente tutelate da questo punto di vista. La commissione sanità del Senato della Repubblica ha avviato un percorso di valutazione delle possibili cause tumorali rilevando fra queste anche l’elettromagnetismo e ha fissato un obiettivo di massimo 0,4 microtesla. Il monitoraggio effettuato da Arpat a marzo di quest’anno registra nella zona fra Maggiano e Nozzano oltre 6 microtesla”.
Altro aspetto di enorme rilievo è la questione dell’impatto paesaggistico. “Il paesaggio è valore aggiunto non riproducibile – spiega Christina Samson, di Amici del Comitato Chiatri-Puccini – che è divenuto un indicatore del benessere di un Paese. La conservazione delle colture e della struttura delle colline diventa fondamentale per la salvaguardia stessa di una biodiversità che viene definita bioculturale”.
La proposta di modifica è stata firmata questa mattina dai rappresentanti del Comitato 2005 di Maggiano-Nozzano, del Comitato Chiatri-Puccini, degli Amici del comitato Chiatri-Puccini, dell’Associazione culturale Insieme per Maggiano, di Fulgor Stabbiano, dell’Associazione culturale il castello di Nozzano e del gruppo residenti Le Cateratte di Nozzano. I destinatari del documento sono i soggetti istituzionali incaricati di valutare ed autorizzare il progetto di Terna Spa: il Ministero dell’ambiente e l Ministero dei beni culturali, la commissione ambiente e la commissione sanità della Regione Toscana, il Senato della Repubblica, la soprintendenza dei beni culturali di Lucca e i Comuni di Lucca, Massarosa, Vecchiano, San Giuliano Terme e Camaiore.
Jasmine Cinquini