
Quindici cittadini residenti a Lucca ed iscritti alle liste del Centro per l’impiego, attualmente disoccupati e non percettori di alcuna forma di sussidio economico, verranno occupati a tempo determinato grazie al progetto Ventaglio. E’ quanto annunciato oggi (9 maggio) a Palazzo Orsetti dal sindaco Alessandro Tambellini, affiancato fagli assessori Antonio Sichi ed Enrico Cecchetti, dai sindacalisti Fabrizio Simonetti (Cgil), Giacomo Saisi (Uil Toscana nord) e Massimo Bani (Segreteria Cisl Toscana nord) e da Maurizia Guerrini (Caritas). La delibera di giunta inerente a Ventaglio (Ventisette azioni per la gestione locale di inserimenti lavorativi) risale al 29 aprile scorso.
Con questo progetto l’amministrazione comunale, insieme alle organizzazioni sindacali e alla Caritas diocesana lucchese, destinerà 100mila euro per impiegare i cittadini lucchesi disoccupati in lavori di pubblica utilità. 80mila euro proverranno dal bilancio comunale (risorse concertate dall’amministrazione con i sindacati), mentre gli altri 20mila li metterà Caritas, grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione Crl avente le medesime finalità.
Entro due settimane uscirà il bando per partecipare e, dopo una graduatoria ed una selezione da parte di una commissione tecnica, i 15 nuovi lavoratori cominceranno ad essere impegnati, si ritiene, dal mese di agosto prossimo.
“Verranno inseriti con contratti a tempo determinato (3-6 mesi massimo) all’interno dell’organico di quattro società cooperative – spiega Cecchetti – che sono Il Ponte, Pozzuolo, La Balestra e Nuovi Orizzonti. Percepiranno lo stipendio contrattualmente previsto dalle cooperative medesime, cui andrà un contributo per l’assunzione, il tutoraggio ed il pagamento degli stipendi”.
Il criterio fondamentale sarà costituito dal calcolo del reddito Isee, cui si aggiungono la residenza a Lucca, l’iscrizione alle liste del Centro per l’impiego e l’età (oltre 45 anni per gli uomini, oltre 38 per le donne).
Il costo lordo di ciascun lavoratore sarà di 16 euro e 12 centesimi all’ora, ma il reddito percepito varierà ovviamente a seconda della tipologia di lavoro svolto e della sua durata. A questo proposito, i settori interessati saranno la manutenzione e pulizia delle strade (con particolare riferimento alle griglie e alle zanelle); l’imbiancatura interna ed esterna delle scuole e l’attivazione di attività di supporto ai servizi domiciliari per gli anziani.
“L’intento è chiaro – osserva Tambellini -: vogliamo passare dalla fase dell’assistenza a quella dell’autonomia. Introducendo queste persone all’interno di un circuito lavorativo diamo loro la possibilità di creare una rete di contatti che potrebbero tornare utili alla fine del periodo previsto. Questo è un modo di operare che dovrebbe essere adottato anche a livello nazionale e, se vedremo i risultati sperati, l’anno prossimo potremmo investire anche 150mila euro invece che 100mila, perché significherebbe che la vita di tante persone e famiglie si è riattivata e, con essa, quella di territori interi”. Anche l’assessore Sichi parla di un tassello fondamentale all’interno di un percorso complesso: “Ci stiamo muovendo in questa direzione da tempo – commenta – e nulla vieta che se questo modello fornirà buone risposte potremmo ripensare la distribuzione dei fondi al sociale, perché l’impalcatura che abbiamo conosciuto sino ad oggi non regge più”.
Plauso convinto anche da parte delle sigle sindacali, unanimi nel ricordare “L’innovatività di un progetto senza dubbio futuribile, che sposta l’asticella dal momento del tamponamento dell’emergenza ad una prospettiva concreta”. Non più dunque soltanto i soldi per pagarsi le bollette, ma l’inserimento in un ciclo produttivo.
Una scelta ampiamente sposata anche da Caritas: “Dal 2013 – osserva Guerrini – con il progetto Lavoro, inclusione e sviluppo, finanziato dalla Fondazione Crl, portiamo avanti proprio questo genere di politica volta all’inserimento lavorativo”.
Non sono molte le iniziative del genere in Toscana: solo a Massa- Carrara sta per partire un progetto similare e, tra qualche settimana, la Regione emetterà un nuovo bando con finalità analoghe, ma i Comuni dovranno capire se potranno partecipare.
Di sicuro i lavoratori impiegati nel progetto Ventaglio non potranno percepire una retribuzione che superi il limite (7.500 euro circa) oltre il quale scatterebbero l’obbligo di versamento dei contributi Irpef e la cancellazione automatica dalle liste di collocamento del Centro per l’impiego.
Paolo Lazzari