Giorgi (M5S): “Un tavolo per superare impasse Gesam”

13 maggio 2016 | 11:44
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Giorgi (M5S): “Un tavolo per superare impasse Gesam”

Gesam Spa, prosegue la polemica. E, soprattutto, i dubbi sul futuro. La consigliera del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, torna a chiedere chiarezza all’amministrazione. “Su Gesam spa – dice la consigliera – l’amministrazione ha previsto un percorso che, giorno dopo giorno, denuncia i suoi limiti e le sue incongruenze e la sua inattuabilità o comunque il rischio che porterebbe ai cittadini in termini di tariffe, occupazione eccetera. Per difendere la sua posizione l’amministratore unico di Lucca Holding continua a chiedere consulenze legali. Ma questa maniera di procedere “a pezzi e bocconi” non è professionale. E’ solo, a nostro avviso, un tentativo di avvalorare tesi politiche che hanno preceduto un attento esame tecnico, che peraltro non c’è mai stato. Intanto, siamo sicuri che la perizia fatta sul valore delle reti e degli impianti sia corretta? Perché partendo da questa cifra noi dobbiamo fare tutti i ragionamenti che riguardano la gara. Questa è la prima domanda a cui chiediamo risposta precisa”.

“Poi – prosegue Giorgi – pretendiamo risposte precise alle varie ipotesi che si prospettano: cedere a Toscana Energia con la scissione asimmetrica. (l’inesistente ipotesi di Bortoli), partecipare da soli alla gara, fare un’Ati con Toscana Energia, cedere tutto a Toscana Energia (non solo le reti, ma anche la società perché in questo modo salviamo i lavoratori) o cedere la proprietà delle reti alla patrimoniale del comune, Lucca Holding, la quale si e ci garantisce così una rendita (garantita per legge e che quest’anno è 6,1 per cento sul valore del capitale investito). Infine, ultima ipotesi, vendere a cifra idonea e investire in altro settore”.
“Quale ipotesi sia la migliore – dice la consigliera possiamo capirlo solo con un preventivo e professionale esame tecnico, che certamente non c’è stato. A questo punto, noi crediamo sia necessario fare un business plan, che prenda in esame tutte le possibili soluzioni con le relative ricadute. Fare cioè tabula rasa di tutte le conflittualità interne e lavorare solo per la città, non per i partiti. Occorre insomma approvare un piano di lavoro, cioè maggioranza e minoranza fanno un protocollo d’intesa come primo atto in cui dicono: data la complessità della vicenda, dato la risonanza che ha avuto questa vicenda, tenendo conto anche del fatto che viene avanti una gara che ci complica la vita, considerando tutti i condizionamenti del caso, tutte le variabili del caso, noi proponiamo di confrontare due valutazioni che rispondano alle domande sopra riportate. Le valutazioni vanno fatte da un tecnico scelto dalla maggioranza e da un tecnico scelto dalla minoranza. Ci ritroviamo a fine giugno confrontando quello che i due esperti hanno detto e vediamo insieme qual è la soluzione migliore, sgombri da qualsiasi pregiudizio, da qualsiasi interesse di parte. Perché se c’è un interesse di parte allora è chiaro che tutti i discorsi sono difficili da fare e comunque viziati fin dalla partenza”.
“Quest’operazione – chiude Girogi – in prima battuta si deve giocare sulla tecnicità, poi sulla politica. Se si parte da idee politiche e cerchiamo di dare alle decisioni già prese da essa, un supporto tecnico, facciamo un percorso inverso, arruffato e contestabile. Quello che dev’essere certificato in un documento ufficiale fatto da maggioranza e minoranza è un documento che dice: queste sono le ipotesi, queste sono le conseguenze. Dopo di che ci sediamo attorno a un tavolo e politicamente decidiamo la vicenda. Lo facciamo però con obiettivi certi”.