Stella Polare, pochi margini per un fast food

13 maggio 2016 | 15:14
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Stella Polare, pochi margini per un fast food

Un fast food al posto della Stella Polare? Non è possibile. La polemica delle ultime settimane sul possibile addio del locale di piazza Napoleone dall’angolo davanti all’ingresso per il Cortile degli Svizzeri, almeno per la parte legata al futuro, infatti, non troverebbe riscontro con le attuali norme che il Comune ha introdotto per evitare il proliferare di negozi di somministrazione (bar e paninoteche, per intendersi). Per queste tipologie, infatti, esiste una moratoria e, nello specifico del locale attualmente occupato dalla Stella Polare, è in vigore fino al 31 dicembre del 2018.

La ratio della norma è proprio quella di evitare l’approdo nella “zona nobile” della città di catene di marchi di bar o fast food che possano in qualche modo cambiare la vocazione commerciale del centro cittadino. A spiegare nel dettaglio cosa significa, anche nello specifico, la previsione approvata dal consiglio comunale, è l’assessore alle attività produttive Giovanni Lemucchi: “A causa della moratoria nel fondo dove ha sede la Stella Polare – spiega Lemucchi –  è nella zona A ci può andare solo chi ha la licenza, nello specifico ci si potrebbe trasferire un altro esercizio titolare di licenza che ha sede sempre nella zona A del centro storico ma non potrebbe aprire un bar o una paninoteca ex novo, perché non potrebbe in questo caso essere concessa la licenza”. Potrebbe, invece, aprire un ristorante, ma a determinate condizioni: “Un ristorante – dice ancora Lemucchi – se volesse aprire in quel fondo non avrebbe diritto, fra l’altro, al suolo pubblico e sarebbe soggetto ad altre limitazioni”.
Insomma, lo spauracchio fast food nella principale piazza della città, almeno fino alla fine del 2018 e salvo ricorsi contro la delibera adottata dal Comune, sembrerebbe non esistere affatto. 
In centro storico, dunque, l’apertura di nuove attività ha subito un sostanziale giro di vite. Resta in piedi, perché non rientra la moratoria, la possibilità di aprire nuovi ristoranti, la cui procedura (e anche i costi) sono ben più complessi rispetto all’apertura dei negozi di somministrazione, oppure l’apertura di negozi di vicinato ovvero negozi di alimentare e non alimentare sotto i 300 metri quadri di superficie. E’ stato il caso del nuovo Carrefour in Corte Portici, del Crai in via Buia e della Conad che ha preso il posto del Crai in piazza del Carmine. Proprio nella zona del Carrefour, peraltro, in via Calderia, sta per aprire, dopo la ristrutturazione del locale, un nuovo negozio di alimentari, tutto dedicato ai salumi di qualità. L’apertura è attesa per fine mese, al massimo per l’inizio di giugno. 
Sempre in tema di commercio, inoltre, proseguono senza grandi intoppi le verifiche, da parte della polizia municipale, della regolarità dell’utilizzo delle concessioni per il suolo pubblico. Qualche verbale è stato elevato ma non ci sono stati al momento casi di particolari violazioni da parte degli esercenti. “Quest’anno – chiude l’assessore Lemucchi – abbiamo peraltro evaso il 99 per cento delle richieste, anche con un grande lavoro da parte degli uffici. Il numero di situazioni ancora in bilico sono davvero poche, su centinaia di concessioni che sono state evase attraverso il Suap”.