Settimana corta alla Da Vinci, protesta dei contributi

14 maggio 2016 | 08:49
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Settimana corta alla Da Vinci, protesta dei contributi

Continua sotto varie forme la protesta contro la settimana corta alla scuola media Da Vinci. E mentre il comitato dei genitori dà battaglia sul fronte istituzionale c’è anche chi annuncia di voler togliere il contributo volontario da anni versato alla scuola. Tra questi c’è Ugo Franco che stigmatizza l’atteggiamento della scuola.

“Per la prima volta, quest’anno, dopo 8 anni consecutivi che lo faccio, non verserò il contributo volontario alla scuola Media Da Vinci – scrive -. Mi dispiace moltissimo, perché sono un convinto sostenitore del finanziamento privato alle scuole pubbliche. Ho vissuto molti anni all’estero, ove il fund raising è una pratica ordinaria, e anche qui, in ogni occasione di raccolta fondi per l’Ic Lucca 2, non mi sono mai tirato indietro. Ma quest’anno sono troppo disgustato per come la decisione della cosiddetta settimana corta è stata presa e come, nonostante l’inconsistenza delle motivazioni, la scuola non l’abbia ancora revocata. Come è possibile – aggiunge – che la qualità della didattica e che i tempi di vita dei nostri figlioli dipendano dalla difficoltà di gestire le ore di lavoro delle bidelle? Non esiste alcuna motivazione didattica a favore della settimana corta senza recupero pomeridiano; nessuno, professore, preside o esperto del Ministero ne ha mai fornita una. Chi deve pensare al disagio dei ragazzi, che a 11 anni, dopo 6 ore passate consecutivamente sui banchi, la prima a dormire e le ultime due a boccheggiare, arriveranno a casa alle 14,30, non pranzeranno più in famiglia, si rimpinzeranno di cibi spazzatura e verso le 16 inizieranno a fare i compiti per 6 materie invece che 5, dimenticandosi tutte le attività sportive e extrascolastiche che facevano prima? A chi giova la settimana corta? Solo all’organizzazione scolastica, perché sostituzioni, smistamenti, ferie permessi e recuperi saranno più semplici da gestire, se tutti i professori hanno lo stesso giorno libero, l’ambito sabato! Mi rifiuto di credere che operatori della Scuola vogliano anteporre il loro personale interesse alla vocazione per l’insegnamento, che non abbiano a cuore la loro missione di educatori. Mi rifiuto di credere anche che non sia possibile, da qui a settembre, trovare la bidella che manca, tanto più che c’è la possibilità di avere assegnato il personale aggiuntivo che è messo a disposizione apposta, dall’Ufficio Scolastico Regionale, in caso di bisogno. Se proprio il sabato libero vi sembra irrinunciabile, fatelo pure, ma non spalmate sugli altri giorni le ore del sabato, toglietele e basta. Insorgerebbero i sindacati? Già, ma i ragazzi non ce l’hanno un sindacato, nessuno li difende, la Scuola si arrocca dietro muri di gomma e rifiuta il confronto, i professori tacciono, i genitori sono confusi. Io protesto nell’unico modo che mi è rimasto: non verserò il contributo volontario”.