Collaudi al S. Luca non finiti, Astaldi non può vendere

Un’eventuale intenzione da parte di Astaldi di “ridurre il proprio indebitamento e per questo mettere in vendita i plessi” non si può riferire in alcun modo alla vendita delle nuove strutture ospedaliere realizzate a Pistoia, Prato, Lucca e Massa Carrara, che per legge appartengono al patrimonio indisponibile delle Asl. A seguito della notizia circa la possibile vendita dei 4 nuovi ospedali da parte di Astaldi, è il Sior (l’associazione delle Asl sui cui territori sorgono i 4 nuovi ospedali) a cogliere l’occasione per chiarire la natura del rapporto concessorio. Ed è così che fornisce anche indirettamente la conferma che i collaudi sugli ospedali non sono finiti. Solo quando sarà archiviata questa pratica, Astaldi o chi per esso, potrà farsi da parte cedendo le quote detenute in Sat e che non hanno nulla a che vedere con le prestazioni sanitarie.
“La proprietà dei 4 ospedali – chiarisce il presidente Sior Paolo Morello Marchese – è delle aziende sanitarie, così come la responsabilità delle prestazioni sanitarie in essi erogate mentre il concessionario, sulla base di livelli di servizio stabiliti dalle convenzioni, garantisce il funzionamento di tutti i servizi di supporto (dalla centrale di sterilizzazione, alla mensa alle pulizie, ecc…). Dunque, Astaldi è una delle componenti della società di progetto Sat Spa, attualmente titolare della concessione per la sola gestione dei servizi di supporto e non sanitari. La notizia della presunta vendita potrebbe quindi riferirsi alla cessione di quote da parte di Astaldi all’interno della società di progetto. L’ipotizzata vendita, di cui al momento le aziende sanitarie non hanno formale notizia, sarebbe comunque subordinata alla conclusione delle procedure afferenti il collaudo amministrativo finale delle opere. Fermo restando il già avvenuto accertamento, al momento dell’apertura dei singoli ospedali, del rispetto delle condizioni di sicurezza e funzionalità. Inoltre, per poter procedere ad una cessione delle quote, sarebbe comunque necessaria una verifica da parte delle Aziende Sanitarie del possesso dei requisiti di legge (certificazioni antimafia, condizioni economico-finanziarie, casellario giudiziale, ecc…) del soggetto subentrante”. Dunque, un percorso, eventualmente, ancora lungo.