
Un ente più agile e snello, con un numero quasi dimezzato di dipendenti (ora 227) rispetto ad un anno fa causa trasferimento di competenze passate ad altri enti. Una Provincia – quella guidata dallo scorso fine settembre dal presidente Luca Menesini – che ha dovuto riorganizzarsi e ridefinire i propri obiettivi in virtù della legge Delrio (56/14) per continuare a garantire efficienza ed efficacia nell’azione amministrativa, fluidità nei procedimenti e una serie di servizi disegnati in base alle funzioni rimaste che spaziano dalla viabilità-mobilità all’edilizia scolastica e rete scolastica provinciale, dalla Protezione civile alle pari opportunità, dalla valorizzazione dei beni culturali alle politiche dell’Unione Europea, dalla statistica-elaborazione dati alla Polizia provinciale fino alle competenze condivise, per il momento, in materia di turismo (con il Comune di Lucca) e di Mercato del lavoro (con la Regione).
L’organizzazione della Provincia di Lucca è declinata nella nuova macrostruttura dell’ente il cui decreto di approvazione è stato siglato in questi giorni dal presidente Menesini. Al decreto sulla riorganizzazione, al quale ha lavorato in particolar modo il segretario generale dell’ente Annibale Vareschi, hanno fatto seguito i decreti per la nomina dei 5 dirigenti con i relativi servizi su cui è strutturata ora la Provincia.
“Un nuovo assetto, una diversa organizzazione dell’ente erano doverosamente necessari – spiega il presidente Menesini – poiché la Provincia ha effettivamente cambiato pelle. Il tempo impiegato è stato necessario a metabolizzare i passaggi di personale e di funzione che si sono realizzati nei mesi passati, ritrovando un equilibrio organizzativo che la nuova macrostruttura interpreta. Ora la Provincia è un ente sostanzialmente dimezzato nei dipendenti in cui i Comuni sono gli azionisti di riferimento e l’impianto organizzativo dev’essere conseguentemente adeguato. La legge Delrio ci assegna funzioni certe, ed è su queste che dobbiamo lavorare così come dobbiamo svolgere al meglio la funzione di stazione unica appaltante per i Comuni del territorio. Questa specializzazione consentirà ai Comuni di avere un servizio estremamente professionale per lo svolgimento di gare e approvvigionamenti, comportando anche utili economie di spesa derivanti dall’aggregazione delle richieste”.
Poi Menesini aggiunge: “Per fare tutto questo e per continuare ad essere l’ente di riferimento per tutta una serie di lavori pubblici sul territorio come per la viabilità provinciale, il ponte sul Serchio, gli assi viari, il raddoppio della ferrovia, gli scali merci e le piste ciclabili, la Provincia ha bisogno di professionalità dedicate e specializzate oltre che di amministratori impegnati a svolgere al meglio le funzioni assegnate”.
La Provincia guidata da Menesini nella conformazione attuale punterà ad implementare l’agenda digitale con l’obiettivo di automatizzare il flusso documentale di tutti gli atti amministrativi creando un’interfaccia informatico/digitale per l’erogazione dei servizi ai cittadini ed all’impresa. Particolare attenzione sarà dedicata alla gestione informatizzata delle procedure amministrative in rapporto con i Comuni e con le scuole superiori e al controllo di gestione delle funzioni attribuite all’ente.
La legge Derio, trasformando le Province in enti di secondo grado, ha di fatto creato un nuovo modello di “governance territoriale integrata” che supera la logica di governo per livelli separati puntando ad una sorta di “amministrazione condivisa”. Il riferimento alla stazione unica appaltante è un esempio emblematico, ma in questo ragionamento confluiscono anche la gestione degli uffici Europa, nonché alcune delle funzioni fondamentali proprie. Sul fronte delle politiche Ue, infatti, in considerazione del periodo di programmazione nazionale ed europea delle risorse 2014-2020, la Provincia – in particolare sulla scorta delle buone pratiche realizzate finora – avrà quindi un ruolo strategico quale ente centrale per l’intercettazione dei bandi nazionali, regionale ed europei offrendo un valido supporto tecnico ai Comuni dell’area per la costruzione di candidature e la gestione di progetti se finanziati.
Entrando nel dettaglio della macrostruttura della Provincia, questa è articolata in sei servizi principali che fanno riferimento ai cinque dirigenti rimasti nell’ente e al segretario generale.
Servizio finanziario e coordinamento politiche enti locali (dirigente Giulia Benedetti)
Servizio ufficio unico gare, centrale unica di committenza, provveditorato, archivio e protocollo (dirigente Luigi De Angelis)
Servizio di coordinamento lavori pubblici, pianificazione territoriale, mobilità e viabilità, protezione civile (dirigente Francesca Lazzari)
Servizio coordinamento politiche al cittadini e alla comunità, parti opportunità, rete scolastica, valorizzazione beni culturali, statistica e comunicazione (dirigente Rossana Sebastiani)
Polizia provinciale e Centro elaborazione dati (dirigente Fiorella Baldelli)
Servizio personale per l’ente e per i Comuni, progettazione comunitaria, funzioni amministrative, legale, controlli amministrativi e regolamenti (dirigente Annibale Vareschi).
Il nuovo assetto delle Province e la fase di riorganizzazione di questi enti ancora in fase di transizione prevede per alcuni uffici e funzioni (che a regime passeranno ad altri enti) una fase transitoria come nel caso del Servizio del mercato del lavoro (Centri per l’impiego) per i quali il personale di ruolo (30 dipendenti. Quelli dei vari centri per l’impiego non sono compresi nei 227 totali rimasti nell’ente visto che la funzione non è più provinciale dallo scorso 1 gennaio). A questi dipendenti si aggiunge il personale esterno (circa 50 persone tra i vari centri per l’impiego del territorio provinciale) le cui risorse fanno parte di un appalto specifico gestito dalla Regione Toscana) è rimasto alle dipendenze della Provincia (con i costi rimborsati dalla Regione) e la cui funzione dovrà essere gestita in futuro da un ufficio unico in convenzione.