
Una valanga di emendamenti. Sono quelli che sarà chiamato a discutere lunedì (30 maggio) con prosecuzione a martedì il consiglio comunale di Lucca convocato per l’adozione del piano strutturale, dopo il lungo lavoro per la predisposizione del testo e delle tavole e la discussione in commissione che si è protratta negli ultimi due mesi. In totale alla scadenza fissata per oggi alle 12 all’ufficio protocollo del Comune di Lucca sono 431 gli emendamenti presentati. Gran parte di questi sono meramente formali e presentati “a blocchi” dai consiglieri di opposizione: 100 ciascuno ne hanno presentati Marco Martinelli di Forza Italia, Laura Giorgi del Movimento Cinque Stelle, Piero Angelini di Governare Lucca. 32 portano la firma del consigliere dell’Idv Roberto Lenzi, 79 di Fava e Buchignani di Alternativa Civica e 12 di Macera, anche lui di Forza Italia.
Dei testi presentati dall’opposizione si è iniziato a discutere oggi pomeriggio (26 maggio) nella penultima commissione urbanistica prima del Consiglio (lunedì mattina se ne terrà un’altra) con il numero legale anche questa volta garantito dalla presenza dell’ex sindaco Pietro Fazzi di Liberi e Responsabili. E l’analisi di alcuni componenti della maggioranza è impietosa: gran parte degli emendamenti, infatti, sarebbero esclusivamente formali, tesi a modificare una parola o la punteggiatura di qualche passaggio, senza entrare nel merito. Come dire una pratica ostruzionistica che alcuni consiglieri di opposizione avrebbero deciso di adottare per protestare contro il metodo utilizzato verso l’adozione dello strumento urbanistico. “Sono emendamenti – spiega il commissario di maggioranza Paolo Moriconi, del Pd – fatti per gran parte con il copia-incolla, utilizzando l’introduzione di virgole e punti o di sinonimi e non entrano affatto nel merito del piano. Questo significa che i consiglieri che li hanno presentati non hanno affatto a cuore il bene della città e del suo sviluppo urbanistico ma vogliono soltanto fare ostruzionismo”.
Farebbero eccezione a questo “schema”, che ricorda in parte quello degli emendamenti dell’ex ministro Calderoli in parlamento, alcune delle proposte del professor Angelini di Governare Lucca, della consigliera Bianchi e di Lenzi e quello del consigliere Pini e riguardano il tema della manifattura, di Campo di Marte, dell’asse nord sud, della strada di Sant’Anna e del sistema delle corti lucchesi, oltre al dimensonamento del primo regolamento urbanistico e, ovviamente, quelli di maggioranza, presentati da Claudio Cantini (Lucca Civica), Ruggero Buchignani (Pd) e dallo stesso Paolo Moriconi.
La valutazione degli emendamenti: Pagliaro fa mancare il numero legale in commissione Differenza di vedute, comunque, anche in maggioranza, si è verificata sul tema della discussione degli emendamenti in vista del consiglio comunale, in una seduta che è stata comunque movimentata. Alla presentazione degli emendamenti, infatti, il presidente della commissione, Lucio Pagliaro ha chiesto immediatamente di fissare d’urgenza altre due commissioni, una lunedì mattina e l’altra martedì mattina alle 9 per discutere ed eventualmente approvare o bocciare le singole proposte dei consiglieri, in modo anche da snellire i lavori del Consiglio già previsti per lunedì e martedì. Il consigliere Pietro Fazzi, di Liberi e Responsabili, a quel punto ha proposto una mozione d’ordine per arrivare all’approvazione della proposta di piano senza valutare gli emendamenti, per poi eventualmente rivotare la proposta nel caso in cui il piano stesso venisse stravolto dall’ok alle modifiche. Una mozione che ha creato una spaccatura in due della commissione: da una parte il proponente, con Paolo Moriconi e Ghilardi di Lucca Civica, dall’altra Lucio Pagliaro e Ruggero Buchignani del Pd.
A quel punto il presidente di commissione, a garanzia della correttezza dell’iter ha fatto mancare il numero legale e il confronto è così rimandato alle commissioni di lunedì e martedì, dove verranno esaminati i singoli emendamenti, anche quelli ritenuti ostruzionistici.
“Io – dice il presidente Pagliaro – sono presidente di commissione e come tale garante degli atti. Ho già avuto modo di criticare la scelta di voler fissare la data del 30 maggio per la discussione del piano, ma non sono disposto a ulteriori forzature. Non posso far apporvare un piano senza che ci sia stata la discussione in consiglio comunale. Secondo me non serviva questa ulteriore prova di forza, ma bastava allungare di qualche giorno la discussione e il risultato sarebbe stato lo stesso, visto che non penso che i vari Angelini, Lenzi, Bianchi e Martinelli avrebbero votato a favore del piano strutturale comunque. Ma si sarebbe creato il clima, l’armonia giusta, intorno a uno strumento che ha una valenza di quindici anni ed è destinato a ridisegnare la prospettiva urbanistica della città”. E sugli eventuali problemi a garantire il numero legale nelle prossime due sedute Pagliaro fa un appello: “Mi appello – dice – alle opposizioni che nelle ultime sedute non si sono presentata affinché, dopo aver presentato gli emendamenti, siano presenti per garantirne la discussione. Mi sembra una questione di buon senso, a maggior ragione in presenza di proposte di modifica volutamente strumentali, che si proceda all’esame dopo aver recepito il parere degli uffici”. Parere che, però, l’ingegner Giannini, dirigente all’urbanistica, ha dichiarato di voler presentare solamente nella seduta consiliare.
Opposizione all’attacco: “L’iter è insanabilmente viziato” Ma Angelini è tra i consiglieri di minoranza che hanno sottoscritto un documento molto critico nei confronti dell’assessore Serena Mammini, sottolineando che il procedimento del piano struturale appare “viziato” da poca trasparenza. Il documento oltre che da Angelini infatti è firmato anche da Roberta Bianchi, Nicola Buchignani, Lido Fava, Roberto Lenzi, Mauro Macera, Marco Martinelli. “Il 23 maggio l’assessore all’urbanistica – spiegano i consiglieri – insistendo nella propria errata posizione, ribadiva che la documentazione relativa alla proposta di Piano Strutturale sarebbe stata resa pubblica solo dopo la sua adozione da parte del Consiglio Comunale, la cui convocazione è fissata per il 30 maggio. Il 24 maggio e, quindi, solo pochi giorni prima che il Consiglio si riunisca e – soprattutto – solo due giorni prima della scadenza dei termini, imposti dalla maggioranza, per la presentazione degli emendamenti, l’assessore torna sui propri passi ed annuncia che la documentazione è pubblica e disponibile sul sito del Comune. Purtroppo, fino al giorno prima i Consiglieri comunali erano stati invitati a non divulgare la documentazione ricevuta per asseriti (ed oggi, evidentemente, inesistenti ragioni riservatezza), impedendo così loro di potersi confrontare con i cittadini e con i propri tecnici di fiducia per la stesura degli emendamenti, la cui presentazione, guarda caso, scadeva proprio questa mattina a mezzogiorno. La tardiva resipiscenza dell’assessore, quindi, da un lato, ha impedito ai Consiglieri di poter svolgere con pienezza il proprio ruolo, riflettendosi negativamente sulla stesura degli emendamenti da parte di questi ultimi, dall’altro, ha comprovato clamorosamente che l’Assessore era nel torto quando affermava che solo dopo l’adozione il Piano poteva essere reso pubblico. In conclusione, il tardivo tentativo dell’Assessore è servito solo a confermare che le minoranze ed i Comitati avevano ragione, ma non può certo sanare un procedimento ormai insanabilmente viziato”.
L’assessore e la maggioranza: “Atteggiamento ostruzionistico” Dopo aver ricevuto l’elenco degli emendamenti presentati dall’opposizione l’assessore all’urbanistica Serena Mammini, assieme al collega Celestino Marchini e al coordinatore scientifico del piano strutturale, l’architetto Fabrizio Cinquini dicono la loro sulla questione dell’adozione del piano strutturale a margine di un incontro con la maggioranza: “Gli emendamenti presentati – sbotta Mammini – sono per gran parte formali, e si basano sulla modifica di parti del testo con sinonimi e contrari o sull’introduzione di una nuova numerazione di articoli e commi”. Tutti interventi ritenuti in qualche modo capziosi per dilatare i tempi della discussione in aula.
“Anche chi afferma – aggiunge Cinquini – che era impossibile discutere in così poco tempo un piano composto da 1500 pagine non tiene conto che gran parte dello stesso ha una dimensione fortemente tecnica ma che hanno rilevanza minima sul piano politico. Quello che andava controllato e letto, per poi discuterne, sono circa 100 pagine, peraltro su questioni già affrontate, e su cui in qualche caso si è anche già intervenuti, nelle 58 riunioni che si sono tenute in commissione urbanistica”.
Cinquini contesta anche le ricostruzioni fatte sulla questione del dimensionamento: “Voglio ricordare – dice – che i 1625 alloggi di cui si parla come fabbisogno nel piano vengono declinati al 60 per cento come recupero dell’esistente e al 40 per cento come nuovo, il tutto in 15 anni. Tenendo conto che già ora l’amministrazione deve rispondere a un’esigenza derivante dall’emergenza abitativa di circa 700 alloggi, che non si intersecano con il fabbisogno previsto. Lucca, poi, è definito come un Comune ad alta tensione abitativa. Questo significa che nel piano operativo andranno indicate delle previsioni di edilizia sociale come cessione e realizzazione di alloggi pubblici che sqaranmno a carico dei privati come contributo alla realizzazione dell’edilizia residenziale pubblica”. Da respingere, per Cinquini, anche il legame fra dimensionamento e consumo di suolo: “Una relazione – aggiunge l’architetto – che non ha senso. Che si indichi un valore alto o un valore basso, essendoci la previsione dei confini del territorio urbanizzato non è possibile il consumo di nuovo suolo ma al massimo l’occupazione di territorio già urbanizzato. L’unico consumo di suolo ammissibile è solo quello eventualmente copianificato con la Regione Toscana e che comunque non riguarda l’edilizia residenziale”. Nulla quaestio, infine, secondo gli estensori del piano anche sulla dimensione media delle singole abitazioni posta a 130 metri quadri: “Si tratta – spiega Cinquini – della superficie media censita a Lucca e comunque si tratta di una dimensione lorda, comprensiva dei muri perimetrali, delle corti e di tutto quanto non è calpestabile”.
Infine spazio per una risposta alle osservazioni di Chiari, di Alternativa Civica sui dati ritenuti datati su cui si sarebbe predisposto il piano: “Si tratta – dice Cinquini – di una lettura approfondita ma parziale e che riguarda solo la prima parte del quadro conoscitivo. Tutti i dati dell’analisi del fabbisogno, della stima e delle attese delle dinamiche macroeconomicjhe nella relazione di piano tengono conto del dato disponibile più aggiornato. Ci sta che non tutti i dati, ovviamente, siano del 2015, ma d’altronde noi dobbiamo tenere conto di dati ufficialio, provenienti dall’Istat, dall’anagrafe comunale o dall’ufficiale di stato civile. Inoltre va detto che gli studi e le analisi esprimono un fabbisogno, ma a questo si aggiunge una decisione politica che non deve necessariamente rispondere pedissequamente a quelle che sono le indicazioni del fabbisogno stesso”.
Consiglio, attese due sedute fiume Si annuncia, dunque, un dibattito-maratona sul merito e anche sugli emendamenti quello che, nell’arco di due giorni (e due notti) dovrebbe concludere questa prima parte dell’iter consiliare.