Piano strutturale, verso la maratona in Consiglio

27 maggio 2016 | 16:01
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Piano strutturale, verso la maratona in Consiglio

Si annuncia una vera e propria maratona quella che il Consiglio affronterà per l’adozione del piano strutturale. Una sessione che già si annunciava calda e delicata e che è stata resa ancora più complicata, dal punto di vista dei lavori dell’assise, dalla presentazione di più di 400 emendamenti da parte delle opposizioni. E c’è il rischio che non si riesca ad esaurire la pratica entro la seduta del martedì, fissata in seconda convocazione alle 21.

I regolamenti consiliari, d’altronde, parlano chiaro. Non esistono possibilità, come avviene in parlamento con la questione di fiducia, di evitare di discutere o accorciare i tempi di discussione degli emendamenti. A spiegare come dovrebbe svolgersi la seduta, a norma di regolamento, e salvo un accordo con l’unanimità dei capigruppo consiliari, è il presidente Matteo Garzella: “La seduta prevede – spiega – l’illustrazione della pratica da parte dell’amministrazione, quindi il dibattito del Consiglio secondo i tempi stabiliti dal regolamento. Poi si inizierà, quando sarà possibile, il voto sugli emendamenti. Questi si votano uno per uno e ci sono tre minuti per illustrarli, due minuti per ciascuno per chi vorrà fare dichiarazioni di voto e quindi il voto”. Gli emendamenti si voteranno non per proponente ma per argomento: “Sto facendo fare un lavoro agli uffici – spiega Garzella – affinché vengano accorpati in riferimento all’artiicolo su cui si va ad incidere”.
Per capire come si svolgerà la seduta, e forze anche per tentare l’ultima mediazione per una discussione più serena del piano strutturale, anche se al momento non parrebbero sussisterne le condizioni, Garzella ha comunque convocato per le 12 i capigruppo. C’è da stabilire, infatti, visto come sono andate le cose, se ci saranno da prevedere pause nei lavori all’interno di due sedute che, nel complesso, potrebbero durare un totale di 20 ore, salvo intoppi.
Garzella, dal canto suo, aveva tentato una mediazione “per rendere il clima meno velenoso”. Un appello che, però, è caduto nel vuoto: “Il tentativo che ho ritenuto doveroso fare – dice Garzella – come presidente del Consiglio, andava proprio in quella direzione, per affrontare la discussione in un clima più disteso. Così non è stato, evidentemente, e ne prendo atto. Andremo avanti come è stato stabilito, dal mio punto di vista, però, visto come si stavano mettendo le cose non potevo far altro che tentare una mediazione”.
Capitolo chiuso, invece, quello degli strali nei confonti del suo operato da parte del segretario di circolo Lucca Sud, Gianni Giannini: “Sul tema – dice – ho detto chiaramente quello che pensavo. Poi, oltre all’incarico istituzionale, è vero che sono anche un iscritto al Partit Democratico, ma mi sembra che sulla vicenda si siano espressi chiaramente sia il segretario comunale sia il segretario territoriale”.

La seduta fiume e gli emendamenti
A contribuire all’allungamento dei tempi della seduta ci sarà anche il fatto che, a differenza di quanto in un primo tempo comunicato dal presidente della commissione urbanistica, Lucio Pagliaro, non ci sarà alcun voto nella seduta ristretta dei consiglieri, né sulle proposte di modifica giunte al protocollo né sul piano nel suo complesso. Questo anche a seguito di una nota inviata alla commissione lo scorso 12 maggio dal presidente del Consigllio Garzella, che aveva posto come data ultima per l’espressione dei pareri da parte della commissione a oggi (27 maggio). Cambia, per questo, l’ordine del giorno (e anche in parte il significato) delle sedute convocate per lunedì e martedì. Che non sono più chiamate a esprimere un voto ma solo ad un esame approfondito dei diversi emendamenti, a questo punto in particolare quelli non meramente formali

Il consigliere Fazzi e il rapporto con la maggioranza
Non ci sta l’ex sindaco Pietro Fazzi a farsi definire una “stampella” della maggioranza guidata da Alessandro Tambellini. A parte dell’opposizione non è andata giù la scelta del consigliere di Liberi e Responsabili di garantire con la sua presenza il numero legale in commissione urbanistica, proprio nella settimana dello scontro. A spiegarne i motivi è lo stesso Fazzi: “Tutto nasce – dice – dalla moifica della composizione della comissione a seguito dei cambiamenti dei rapporti di forza all’interno della maggioranza consiliare, che ha di fatto, in commissione urbanistica, fatto andare in minoranza i consiglieri che appoggiano la giunta Tambellini. Da qui è nata una discussione per riequilibrare le presenze nelle commissioni per rispettare i rapporti di forza in Consiglio. Cosa che non si è mai riusciti a fare. Per questo in più occasioni, l’ultima circa un mese e mezzo fa, il tema si è riproposto in commissione capigruppo. Dove io mi sono dichiarato disponibile, in caso di difficoltà della maggioranza a garantire il numero legale, ad essere presente alle commissioni per garantire la validità delle sedute. In commissione urbanistica, in sostanza, ho mantenuto quello che avevo detto davanti ai capigruppo, a differenza di Angelini, ad esempio, che si era detto pronto a dimettersi per far subentrare un componente della maggioranza e poi non lo ha fatto”. Fazzi, insomma, rifiuta la ricostruzione secondo cui sarebbe organico alla maggioranza. Prova ne è che sul piano strutturale il suo sarà un voto di astensione: “Non voterò certamente a favore del piano – dice – ma se votassi contro sarei incoerente perché molte delle cose che sono contenute in questo strumento vengono da lontano e si riferiscono a scelte fatte anche dalla mia amministrazione”. Come dire, nemmeno troppo fra le righe, che non è stato Fazzi ad avvicinarsi alle posizioni della maggioranza, ma semmai viceversa, anche su questione lungamente avversate dal centrosinistra qundo era all’opposizione.

Dinamiche complesse, dunque, quelle che accompagnano il cammino verso il consiglio comunale dove l’opposizione è pronta a fare le barricate. C’è il rischio, insomma, che la seduta slitti anche all’1 giugno. Se si andasse oltre difficile che si “intacchi” il giorno festivo del 2 giugno. E comunque, ancora una volta, saranno i capigruppo a decidere. Ma se incerti sono i tempi sembra che invece non ci siano problemi sui numeri per l’approvazione del piano, nonostante la presenza di quattro “posizioni critiche” (Pagliaro, Garzella, Ruggero Buchignani e, in misura minore, Valentina Mercanti) sul metodo con cui si è arrivati alla seduta di adozione dello strumento urbanistico.

Enrico Pace