Grande distribuzione, dipendenti in corteo a Lucca – Ft






I lavoratori della grande distribuzione dicono stop “ai ricatti” delle aziende e ai tagli a salari. La mobilitazione per il rinnovo del contratto di lavoro esplode in protesta pubblica, anche a Lucca dove sono circa 1.500 i lavoratori in mezzo al braccio di ferro tra sindacati – Filcams, Fisascat e Uiltucs in prima linea – e la dirigenza dei superstore. Stamani (28 maggio) una rappresentanza di sindacalisti e dipendenti è scesa in piazza per manifestare il proprio malcontento, con iniziative che si sono svolte contemporaneamente anche in altre città toscane. Allo sciopero secondo quanto affermato dai sindacati ha aderito il 60% dei lavoratori.
A Lucca il presidio è scattato alle 9 del mattino in piazza Santa Maria, con le bandiere delle sigle sindacali e gli striscioni delle rappresentanze nei supermercati. Le aziende interessate sono le principali in Lucchesia: Esselunga, Ikea, Carrefour, La Rinascente, Coin, Metro, Pam, Panorama, Leroy Merlin, Zara, Penny, Decathlon, Bricoman, Bricocenter, Ovs, Limoni, la Gardenia, Lidl e Simply. Poco dopo le 9,30 i lavoratori hanno mosso in corteo, attraversando la via Fillungo e il cuore del centro storico, per giungere sotto alla prefettura dove la vertenza è in corso.
“Dopo 28 mesi di trattative – spiegano i sindacalisti Valentina Gullà della Filcams, Giovanni Bernicchi della Fisascat e Giovanni Sgrò ed Elda Bizarro della Uiltucs – e due giornate di sciopero, Federdistribuzione (che organizza molte molte aziende della grande distribuzione) continua ad alzare la posta per il rinnovo del contratto nazionale presentando alla delegazione sindacale proposte inaccettabili, volte a ridurre salari e diritti. Con il solito sistema prendere o lasciare offrono aumenti salariali notevolmente inferiori a quelli ottenuti dai lavoratori delle aziende che aderiscono a Confcommercio in cambio di meccanismi di flessibilità dell’orario governati esclusivamente dal datore del lavoro; norme che consentono il demansionamento e la possibilità di derogare al contratto nazionale in situazioni di crisi, senza confrontarsi con le organizzazioni sindacali”.
“Le richieste da parte datoriale sono irricevibili – proseguono i sindacati – perché non si può accettare che non venga riconosciuto il periodo di vacanza contrattuale per il quale ogni lavoratore del settore ha già perso una cifra pari a una mensilità circa, così come non si può accettare che le aziende eroghino per propria decisione unilaterale una cifra una tantum di 15 euro come anticipo su futuri aumenti salariali. E come non si può pensare di rinnovare un contratto al quale le aziende con il pretesto della crisi possano derogare in qualsiasi momento. Le organizzazioni sindacali non intendono accettare un rinnovo capestro e per questa ragione hanno indetto a livello unitario per la giornata di oggi uno sciopero nazionale che è sfociato in manifestazioni territoriali come quella di questa mattina a Lucca, che ha visto oltre 200 lavoratori e lavoratrici sfilare per le vie del centro cittadino e presidiare alcuni punti vendita della grande distribuzione organizzata”.
Al termine del corteo che è sfociato in un presidio davanti alla Prefettura, una delegazione di rappresentanti dei lavoratori è stata ricevuta dal capo di gabinetto Antonelli, alla quale sono state rappresentante le motivazioni della mobilitazione che trasmetterà al Consiglio dei ministri. “Come è stato detto – proseguono i sindacati – la situazione è allarmante perché oltre al contratto della grande distribuzione, attendono il rinnovo circa il 70/80% dei contratti collettivi dei settori del terziario in alcuni casi anche da diversi anni, così come avviene nel pubblico impiego ed in altri settori privati. Il forte ed inedito attacco ai diritti ed alla dignità dei lavoratori passa quindi attraverso la volontà di non rinnovare i contatti nazionali così come attraverso lo smantellamento del sistema pensionistico e le novità introdotte dal Jobs Act, tutte azioni volte ad indebolire la classe lavoratrice”.
FOTO – Il corteo dei lavoratori della grande distribuzione (di Domenico Bertuccelli)