Mamme contro la settimana corta scrivono alla preside

Protestano le mamme degli alunni della Da Vinci e non si arrendono all’idea della settimana corta dal prossimo anno scolastico. Dopo averle provate di tutte, compreso essersi rivolte al ministero, hanno scritto anche una lettera aperta alla dirigente scolastica Luisa Arcicasa, spiegando che le modifiche all’orario scolastico comporteranno degli stravolgimenti nella vita dei ragazzi, e delle abitudini loro e di tutta la famiglia. A scrivere la missiva un gruppo di mamme i cui figli stanno frequentando la prima media alla Da Vinci e secondo cui “l’allungamento dell’orario scolastico” avrà forti ripercussioni “sui tempi della nostra vita familiare”.
“Sarà molto difficile – spiegano le mamme – continuare a consumare il pranzo insieme in famiglia: nelle nostre case andremo a tavola a turno, e quello dei nostri figli che torneranno da scuola verso le 14,30, finirà verso le 15. I nostri figli, finora abituati al rientro da scuola a raccontare a tavola quello che hanno fatto la mattinata e a scaricare e condividere in famiglia le piccole soddisfazioni o frustrazioni della vita scolastica e dei rapporti con i compagni, arriveranno molto più stanchi e annoiati dalle 6 ore consecutive di lezione e si ritroveranno a desinare da soli davanti ad un piatto riscaldato o a quello che racimoleranno nel frigo. Se fossimo in un Paese dove non c’è la tradizione del pasto di mezzogiorno, ma in una cittadina come Lucca, che ha ancora gli spazi e i tempi a misura d’uomo, il fatto che una generazione di ragazzi non avrà più, 5 giorni su 7, il pranzo in famiglia, costituisce a nostro parere un profondo stravolgimento, su cui anche la scuola dovrebbe avviare una riflessione. Durante la mattinata avranno fatto due merendine, ma difficilmente si tratterà di cibi sani e adeguati alla loro crescita; anche posticipare l’ora del pranzo a dopo le 14.30, dicono i pediatri e i nutrizionisti, fa molto male ai bambini di 11 e 12 anni e li predispone a futuri disturbi alimentari”.
Ci sarà secondo le mamme anche meno tempo per lo svago: “I nostri figli – spiegano alla preside – sono soliti, tornati da scuola, prima di iniziare i compiti o le attività extrascolastiche (quasi tutti fanno una attività sportiva e uno strumento), trascorrere quasi un’oretta, tra le 14 e le 15 circa, al campino a giocare. Anche d’inverno sono sempre lì, basta non piova, ed è questa quasi l’unica ora della giornata in cui stanno insieme all’aria aperta e al sole. Con il nuovo orario, in quel lasso di tempo saranno ancora per strada di ritorno da scuola o pranzeranno, e quando avranno finito di mangiare, sarà già l’ora di iniziare a fare i compiti, e d’inverno il sole non ci sarà già più. Alcuni dei nostri figli – proseguono – vanno a scuola a piedi o in bici, tutte le volte che possono. Quei 15 minuti di passeggiata spesso la fanno insieme, li scarica e aumenta la loro autonomia e la fiducia in se stessi. Dal prossimo anno, con l’orario lungo, manderemo qualcuno, a turno, a prenderli all’uscita di scuola in automobile, perché sarà troppo tardi, saranno stanchi e affamatissimi, e se venissero a piedi finirebbero di pranzare all’ora in cui sono soliti fare la merenda. Il pomeriggio avranno ritmi troppo stressanti per la loro età, dovranno conciliare le attività sportive e i corsi di musica con i compiti da preparare per 6 materie anziché per 5, pur avendo meno tempo a disposizione: a qualcosa dovranno rinunciare, e tempo per giocare non ce ne sarà affatto. Sembreranno sciocchezze, ma per noi e per i nostri figli questi sono grossi disagi, che peggiorano la qualità della vita 5 giorni su 7 la settimana. Se far fronte a questi disagi avesse una forte contropartita, ad esempio se migliorasse la qualità della didattica, se i nostri figli ne uscissero scolasticamente molto più preparati, forse saremmo anche disposte ad accettarlo, ma è vero il contrario, questo cambiamento dell’orario la scuola non lo ha scelto perché migliore, ma vi è stata costretta dalla mancanza di personale, riconoscendone la negatività. Tutti gli esperti di didattica e organizzazione scolastica sono concordi nel riconoscere che con la settimana corta senza rientro pomeridiano peggiora l’apprendimento e la qualità della didattica, sia perché alla sesta ora il rendimento dei ragazzi è pressoché nullo, sia perché il programma viene “compattato” su un numero di giorni annui di scuola molto minore; opinione che ci sembra condivisa anche dal nostro Collegio dei Docenti, che si è dichiarato contrario per motivi didattici alla settimana corta. Per questo – proseguono le mamme nella loro lettera – le chiediamo accoratamente di fare tutto il possibile per reperire questa bidella che manca e tornare all’orario normale di 5 ore al giorno. Ha detto che questa bidella sarà assegnata non prima di agosto 2016, troppo tardi per programmare pulmino e mensa, ma, solo se Lei lo gradisce, potremo intercedere noi presso il Comune, e siamo sicure che, in considerazione della bontà della causa, ci consentirà di aspettare agosto per definire i servizi di pulmino e mensa per la Da Vinci”.