Maggioranza approva piano strutturale senza opposizioni

di Roberto Salotti
Quattro mozioni pregiudiziali illustrate (ma ne erano pronte una ventina) di cui una di legittimità sulla convocazione dello stesso consiglio comunale potrebbe finire al giudizio del prefetto, e una bagarre sui tempi, sui modi e sulla partecipazione legata ad uno degli atti più rilevanti dell’intera legislatura: il nuovo piano strutturale. Che alla fine del tira e molla entra, pur a notte fonda, al centro della discussione con la sola maggioranza che va all’adozione. Fallisce, infatti, l’ostruzionismo dell’opposizione che al termine di una seduta estenuante si convince a lasciare l’aula per protesta dopo che la maggioranza ha ottenuto di far proseguire la discussione, una volta che si era deciso di sospendere le pregiudiziali al piano presentate dalle minoranze con il tentativo di bloccare e dilatare la discussione. Dopo l’annullamento della seduta di lunedì per mancanza del numero legale, stasera c’era il gran pienone con 28 presenti al momento dell’appello. Ma è stato per lungo tempo un nulla di fatto. Alle 2 di notte la maggioranza, sulla scorta del parere del segretario generale, ottiene di far proseguire la discussione – nonostante fosse stato deciso in capigruppo di farla terminare all’una. E a quel punto l’opposizione che aveva ostacolato il consiglio comunale per ben cinque ore ha lasciato l’aula. L’adozione, con la situazione che si è determinata a notte fonda, ormai non ha più alcun ostacolo e la maggioranza è andata avanti con l’adozione dopo l’illustrazione dell’assessore all’urbanistica Serena Mammini (Leggi). L’ok è arrivato attorno alle 4 del mattino all’unanimità dei presenti di 19 consiglieri: la maggioranza più il consigliere del gruppo misto Andrea Pini.
Il piano oltre l’ostacolo. Eppure il consiglio comunale era iniziato all’insegno dello scontro e della fibrillazione. Il protagonista indiscusso, infatti, fino alle 2,20 di notte, è stato l’ostruzionismo delle minoranze, che ha scatenato dopo due ore e mezzo di consiglio comunale a vuoto, la reazione del sindaco Alessandro Tambellini che ha invitato l’opposizione a cessare con le pregiudiziali e richiesto un parere sulla legittimità delle mozioni. Un intervento rivolto anche al presidente del Consiglio, Matteo Garzella, che senza scomporsi per le parole del primo cittadino ha tentato l’ennesima mediazione per sbloccare i lavori trascinandoli fuori dalle sabbie mobili delle pregiudiziali. Sembrava fatta, e invece ancora no: il consiglio si è “impantanato” di nuovo. A passi di valzer, è arrivata la notte ma il clima non era certo da salotto. Anche se ad alcuni qualche battuta fuori dalle righe è sfuggita, come all’ex sindaco Pietro Fazzi che non le ha mandate a dire al consigliere Piero Angelini quando questi era disposto alla nuova tregua proposta dal presidente Garzella.
La maggioranza che ha sempre avuto tutti i numeri per adottare il piano non ha condotto (forse volutamente) per lungo tempo la gestione del consiglio, lasciando al presidente del consiglio Matteo Garzella, pure del Pd, il compito di raccogliere le istante (e all’inizio perfino le vibranti accuse) delle minoranze che alla fine hanno deciso di abbandonare l’emiciclo tra vibranti proteste e accuse di mancato rispetto del regolamento del consiglio comunale. Da un lato c’è stata la maggioranza con l’assessore all’urbanistica Serena Mammini che voleva arrivare all’adozione del piano il 7 giugno, in modo che siano più congrue le scadenze per le osservazioni e non si vada a ridosso della metà di agosto, con i disagi che questo comporterebbe.
Gli irriducibili 8. Dall’altro, c’è stata l’opposizione a cui proprio lunedì (prima che la sera saltasse la prima seduta del Consiglio) la proposta di Garzella di arrivare all’adozione con due giorni di “ritardo” rispetto alla tabella di marcia, al 9 giugno, era sembrata gradita. Tanto che a quel punto i consiglieri si erano detti disponibili a rimodellare gli emendamenti e ridurli dal 500 a 70, purché venisse loro concesso un tempo congruo. Ma alla fine il niet della maggioranza, arrivato, si è spiegato, per una serie di equivoci e incomprensioni fra sindaco, assessore e consiglieri, ha convinto l’opposizione ad andare avanti nella guerra dell’ostruzionismo.
E lo hanno detto tutti a chiare lettere, da Marco Martinelli (Forza Italia) fino a Piero Angelini (Governare Lucca): di fronte all’intransigenza della maggioranza, avanti con gli ostacoli. E ne sono stati messi diversi, stasera, affinché la discussione non entrasse nel merito. Esasperando e rendendo in qualche punto perfino caustica la conversazione. Senza risparmio di accuse al segretario generale e d’illegittimità del consiglio stesso. Fino agli attacchi frontali, come quello della consigliera 5 Stelle, Laura Giorgi: “L’amministrazione ha raccontato ai cittadini soltanto bugie”. Un’affermazione che irrita il sindaco che, pur sapendo che è stata registrata, invita provocatoriamente la consigliera a ripeterla.
Insomma, se ne sono viste di tutte i colori. Compreso il fatto che per oltre due ore e mezza non ha fatto che parlare l’opposizione degli “irriducibili” 8. In “soccorso” della maggioranza sono giunti prima Luca Leone (Impegno Comune) poi Pietro Fazzi di Liberi e Responsabili, che ha invitato i capigruppo a confrontarsi per incanalare la discussione del consiglio stesso e evitare il dilagare delle pregiudiziali. Ma la sospensione e il confronto con i capigruppo serve a poco o nulla, tanto che poi Piero Angelini di Governare Lucca propone la quarta pregiudiziale, sostenendo che i dati su cui è “disegnato” il piano siano già vecchi per le previsioni che contempla o addirittura incompleti.
Il sindaco: “Basta con l’ostruzionismo”. A quel punto, però, è il sindaco a intervenire, invitando l’opposizione a cessare l’ostruzionismo. Un intervento che Angelini stigmatizza subito e lo giudica irrispettoso del ruolo del presidente Garzella. “I consiglieri di opposizione hanno presentato mozioni d’ordine e questioni pregiudiziali. Pregiudiziale vuol dire ciò che può costituire pregiudizio, motivo invalidante della pratica stessa. Sulle questioni di merito ci si esprime nella discussione e con il voto. Non si può bloccare la discussione di un argomento all’infinito. In questo caso si tratta di un atto fondamentale per la città e i cittadini”.
Tra bagarre e mediazione. Nel frattempo, nella ambasce del consiglio comunale, c’è chi come l’assessore Antonio Sichi affida i commenti ai Facebook: “Complimenti – ha scritto durante la seduta -: mentre si dovrebbe parlare del più importante documento urbanistico l’opposizione dimostra tutta la propria debolezza e mette in atto una pagliacciata che costa 2000 euro alla città”. Intanto in aula il clima diventa insostenibile. Al punto che a pochi minuti dalla mezzanotte, dopo l’intervento del sindaco, il presidente Garzella sospende ancora la seduta. Poi alla ripresa propone la nuova mediazione. Garzella, infatti, ha invitato la minoranza di sospendere le questioni pregiudiziali e rinviarle alla capigruppo. Le minoranze accettano ma chiedono una contropartita nella capigruppo di mercoledì mattina: una rivalutazione dei tempi per l’adozione del piano (in cambio di una riduzione degli emendamenti come richiesto alle opposizioni da Garzella). “Accettiamo – ha detto Angelini -, e domani valuteremo. Mi auguro che ci sarà disponibilità di tutti nell’ascoltare le nostre istanze”. “Il nostro gesto – ha detto Martinelli – è un gesto di disponibilità nei confronti del presidente del Consiglio che ha dato dimostrazione di imparzialità. Ma ci siamo trovati di fronte all’ingerenza indebita nei confronti del presidente di chi ha un altro incarico istituzionale”. Ma a quel punto è Pietro Fazzi a scalzare la minoranza e a opporsi: “Le mozioni o si discutono o si ritirano – avverte le opposizioni -: non si può bloccare per ore il lavoro del consiglio perché forse ci si accorge che le osservazioni fatte erano vere o forse come credo io non lo erano affatto. Questa è una capitolazione, non una mediazione”. Un’uscita che scatena un battibecco con Angelini che va anche su piani personali. Poi fuori dalla bagarre si decide di procedere finalmente e iniziare la discussione nel merito: ma è già mezzanotte e 50 e la capigruppo aveva deciso di far terminare la discussione entro l’una di notte. E a far notare l’orologio è il consigliere Angelini, poi subito ripreso dal capogruppo del Pd, Francesco Battistini: “La maggioranza dopo la sospensione delle mozioni pregiudiziali vuole andare avanti”.
A notte la minoranza se ne va ma la maggioranza va avanti. Ma le parole della maggioranza e l’apertura di Garzella a Battistini scatenano nuovamente l’opposizione. Con Macera e Bianchi che fanno notare che è tutto a verbale e registrato. Ed ecco il nuovo stallo su come procedere nel confronto tra i capigruppo: il Consiglio all’una di notte di nuovo sospeso. Dopo un lungo stop, la seduta riprende con il parere del segretario generale Pezzini secondo cui la discussione può proseguire senza il termine dell’una di notte, perché la decisione di farla concludere ad un orario determinato avrebbe dovuto precedere la convocazione del consiglio comunale. Un “parere illegittimo” secondo Roberto Lenzi (Idv) che a quel punto torna a chiedere di vedere la documentazione del piano: una richiesta rinnovata ancora dagli altri consiglieri di minoranza. “Il presidente Garzella – dice Angelini – è stato sottoposto ad indebite pressioni. Non è mai successo negli ultimi 9 anni che la convocazione del consiglio comunale portasse l’orario di chiusura del consiglio”. “Per quel che mi riguarda approvatevelo questo piano – aggiunge prima di lasciare l’aula -, perché personalmente non mi vedrete a votarlo”. Segue le orme di Angelini anche la consigliera Fds, Roberta Bianchi, che abbandona l’emiciclo. E Marco Martinelli (Fi) rincara la dose: “Il sindaco aveva promesso il piano strutturale nel primo anno di mandato – dice -: ora dopo 4 anni di nulla, si è impedita qualsiasi possibilità di confronto e di accordo anche con le minoranze. Da stasera abbiamo avuto la conferma che anche la capigruppo non ha alcun valore: si è voluta fare ancora una forzatura, senza rispetto per le istituzioni. Noi abbandoniamo l’aula e non parteciperemo più alle capigruppo e ai consigli sul piano strutturale”. “Cantatevela e suonateva da soli”, ha detto anche la Giorgi lasciando Palazzo Santini. La maggioranza è andata avanti da sola nell’adozione del piano strutturale.
La prima questione preliminare. Era stato il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Marco Martinelli, ad aprire le “danze” e a porre la prima questione pregiudiziale, sollevando l’eccezione di illegittimità del consiglio stesso alla luce della seduta annullata ieri per la mancanza del numero legale. Martinelli, che già in giornata aveva richiesto in tal senso un parere urgente al segretario comunale, ha sollevato dubbi sulla correttezza dell’ordine del giorno all’esame, che prevedeva una discussione in doppia seduta. Saltata, tuttavia, quella iniziale di ieri – ha osservato Martinelli – l’odg non sarebbe potuto più essere adeguato alla trattazione della serata, dove prevedeva la prosecuzione di un dibattito invero ancora non iniziato. Martinelli lo ha fatto notare, chiedendo numi al segretario generale. “In questa situazione – ha detto Martinelli – si ritiene che la convocazione sia esaurita, tanto più che all’ordine del giorno c’è la prosecuzione della discussione del piano strutturale, discussione che non è mai iniziato in quanto ieri sera il consiglio è stato sciolto. Non si sa su cosa si prosegue, visto che la discussione non è mai iniziata”.
La consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, è stata d’accordo: “E’ lecito sollevare questi dubbi – dice -: mi unisco quindi a questa richiesta e chiedo che si apra una discussione”.
Roberta Bianchi, consigliera Fds, ha offerto la spalla, chiedendo di rintracciare la normativa specifica del regolamento del consiglio comunale per capire come procedere. Tutti modi per portare avanti le proprie istanze, certo, ma anche per dilatare e boicottare, senza nemmeno troppi veli, la discussione sul piano strutturale.
Per Roberto Lenzi, consigliere comunale dell’Idv, l’ordine del giorno come formulato, alla luce del rinvio per mancanza del numero legale di ieri sera, era illegittimo e andava modificato: “Si parla di prosecuzione, discussione e votazione”, conferma. Secondo Lenzi, per questo, la discussione non avrebbe potuto proseguire: “Se questa seduta prosegue è come se si trattasse di una seduta del consiglio comunale non debitamente convocata”. “Questa eccezione pregiudiziale – ha chiarito – è dovuta alla prepotenza della maggioranza nel voler discutere nei limiti dei tempi imposti il piano strutturale”. Piero Angelini, consigliere comunale di Governare Lucca, appoggia l’eccezione Martinelli: “Ha assolutamente un fondamento – dice -: può avere un riflesso sulla legittimità degli atti che compiamo. Credo che il problema vada chiarito e non dal presidente ma in questo caso dal segretario generale. So che oggi Martinelli gli ha posto il problema e credo che sia importante avere un suo parere. Stasera vogliamo sfruttare tutte le possibilità che ci dà il regolamento, ma vogliamo allo stesso tempo rispettare le prerogative di questo consiglio”.
Il segretario generale Sabina Pezzini ha respinto fermamente le questioni di illegittimità e incompatibilità sollevate da Martinelli: “Non è da ritenersi esaurita la convocazione in questione – ha detto – essendo stato rispettato il regolamento del consiglio comunale. La convocazione è stata decisa nell’ambito della conferenza di capigruppo. Nella convocazione così assunta, non è stato deciso di prevedere il caso della prima e della seconda convocazione in caso di assenza di numero legale. L’odg è stato formulato in modo corretto. La formulazione risponde all’esigenza di mettere i consiglieri nella conoscenza che il 30 maggio non si sarebbe proceduto al voto, e che il 31 maggio si sarebbe proceduto nella discussione e non nella votazione. Tutti i consiglieri erano nella condizione di conoscere la natura della convocazione e della trattazione in esame”. Dopo la comunicazione, richiesta di sospensione per acquisire il parere. Poi la minoranza torna all’attacco ma ritira la mozione: “Noi su questo parere – dice – nutriamo qualche dubbio di legittimità. Comunque, metteremo la questione all’attenzione del prefetto competente in questo tipo di materia e ritiriamo la mozione”.
La seconda pregiudiziale. Ma subito dopo arriva la seconda questione pregiudiziale. A porla è Roberto Lenzi, consigliere comunale dell’Idv che ha messo in rilievo l’assenza della documentazione oggetto della deliberazione. Il piano strutturale, in sostanza, non è nella disponibilità dei consiglieri, ha sostenuto l’Idv: quelle 1.540 pagine contestate dall’opposizione sono state fornite in formato dvd. Dopo lo scontro la mozione è stata respinta con 18 contrari, 8 favorevoli e un astenuto. “Non c’è nessuna pratica o allegato collegata ad essa sul tavolo dei consiglieri comunali”, aveva tuonato nella sua introduzione il consigliere Idv Roberto Lenzi, secondo cui sarebbe stato violato l’articolo del regolamento del consiglio comunale che prevede il deposito degli atti almeno 24 ore prima della discussione. E ha chiesto di verificare la disponibilità del documento da approvare – il piano strutturale – nella sua interezza. Poi anche lui scopre le carte e attacca: “Visto che qualcuno ha imposto questo consiglio – dice – vogliamo fare in modo che tutto si svolga nel rispetto del regolamento”.
Angelini rincara la dose: “Se ci sono, queste 1.540 pagine devono essere portate in consiglio comunale – dice -: e voglio anche io una conferma che 24 ore prima del consiglio, di ieri, fossero già pronte presso questo consiglio e presso la presidenza del consiglio. Quanto poi agli emendamenti, li ho presentati con cartografia e vorrei che così venissero presentati. Noi volevamo rispettare l’invito del presidente del consiglio comunale a ridurre gli emendamenti, pensavamo che ci fosse accordato del tempo per riorganizzarci”. “Nessuno – rincara Martinelli – ha mai avuto la cartografia, come richiesto all’assessore Mammini, perché ha posto il veto il segretario generale, dicendo che sarebbe stata distribuita solo dopo l’approvazione della giunta. La giunta si è presa poi altri quattro mesi per esaminare la cartografia: ad oggi questo ritardo non ci è stato ancora spiegato”.
Ma poi quando viene certificato che la documentazione presente è solo disponibile in dvd, l’opposizione sale sulle barricate. “Sia messo nero su bianco che la documentazione non è visionabile direttamente in consiglio”, richiede la Bianchi.
Poi Angelini fa una mozione d’ordine: “Vorrei che sapere in che giorno gli atti sono stati depositati”. Ma nemmeno il consigliere di Governare Lucca ottiene Lucca: “Non ci sono i documenti e non è rispettoso per le minoranza”.
Mauro Macera, di Forza Italia, si rivolge direttamente al presidente Garzella: “Sono convinto che qualcosa di non positivo si compia anche stasera – dice -, perché questi documenti non sono disponibili?”. “Ci avete messo fretta – rincara la Bianchi -, poi arriviamo qui e non c’è la documentazione. Un cd? Se non ha la firma digitale non vale nulla”. “Stiamo deliberando un documento che non c’è”, dice Lenzi. Anche Lido Fava di Alternativa Civica insiste: “Senza la documentazione è inutile proseguire”.
Per la maggioranza parla Paolo Moriconi, consigliere comunale del Pd, che boccia la mozione Lenzi: “La sua proposta – dice – non è accettabile, perché i dvd che sono sul tavolo della presidenza hanno la firma digitale. Le polemiche fatte fin qui non hanno senso. In commissione i consiglieri aveva a disposizione tutta la documentazione già da dicembre”. Luca Leone, consigliere comunale di Impegno Comune, propone di procedere nell’illustrazione del piano e poi domani, nella capigruppo, calendarizzare la discussione”. Dopo lo scontro la mozione è stata respinta con 18 contrari, 8 favorevoli e un astenuto.
La terza pregiudiziale. Ma la bagarre non è finita qui. Dopo la bocciatura della pregiudiziale Lenzi, ecco Roberta Bianchi con la sua mozione in cui si è sollevata la questione della partecipazione e della condivisione del piano strutturale con i cittadini: “Fino al 23 maggio la maggioranza ha sostenuto che la proposta di piano strutturale poteva essere discussa con i cittadini sono dopo la sua adozione”. Poi c’è stato un ripensamento e sono stati pubblicati sul sito internet dell’amministrazione comunale. E anche la “tardiva pubblicazione”, come l’ha definita parte dell’opposizione, è finita nel mirino. “L’assessore Mammini – ha detto Angelini – negli ultimi tempi ha avuto una repentina mutazione antropologica, non la conoscevo così restìa al confronto politico e alla partecipazione”. “La maggioranza difende ad oltranza le proprie scelte – dice Mauro Macera -: mi auguro che l’amministrazione comunque voglia arrivare a qualche ripensamento. Chiediamo di avere dello spazio e del tempo che potevate darci”. Anche questa mozione è stata respinta (solo 7 favorevoli, 17 contrari e un astenuto).
Fazzi: “Presidenza e giunta prendano in mano la situazione”. Subito dopo il consigliere Pietro Fazzi aveva fornito una spalla alla maggioranza, invitando il presidente e l’amministrazione a “guidare la discussione”, e a dire “se le pregiudiziali presentate hanno o meno senso”. Da qui la richiesta della convocazione della conferenza dei capigruppo per decidere il da farsi. Ma subito è Angelini a rimboccare sia Fazzi che Leone: “La proposta di discussione – dice – è arrivata dal presidente del consiglio e non da noi. Ci è stato proposto di introdurre il piano nelle sedute del 30 e del 31 e poi in altre due sedute entro il 9 giugno: a quel punto abbiamo richiesto che ci venisse dato il tempo di ridurre gli emendamenti da 500 a 70 e questo ci è stato negato. Se ci vengono dati dai 5 ai 9 giorni, per noi finirà l’ostruzionismo”.
“E’ stato il presidente Garzella – dice Martinelli – a proporre di discutere il piano il 20, il 31 e poi arrivare all’approvazione il 9. Ma è stato Cantini a dire di no, interpretando il volere dell’assessore Mammini secondo cui il piano va approvato entro il 7 giugno. E questo in disaccordo anche con il sindaco Tambellini che era disponibile sulla tempistica proposta dal presidente del consiglio Garzella”. “Avete metito spudoratamente alla città”, ha detto la consigliera M5S Laura Giorgi. Una affermazione irrita il primo cittadino Alessandro Tambellini che prende la parola stizzito: “La invito a ripetere quello che ha detto”, ha intimato.
La quarta pregiudiziale. I cahiers de doleance della minoranza proseguono con la pregiudiziale di Piero Angelini che mette in evidenza alcuni limiti del nuovo piano, in particolare i dati su cui è stato realizzato il progetto urbanistico: “Al primo punto c’è da sottolineare il dato sulla popolazione che era riferito al 2013 – dice -: siccome si fanno delle previsioni urbanistici, debbono esserci dei dati più precisi”. A quel punto il sindaco lo ha immediatamente ripreso, innescando una polemica in cui è stato chiamato in causa dai consiglieri dell’opposizione anche il presidente Garzella. Ma la maggioranza ha fatto quadrato contro l’opposizione, stigmatizzando l’atteggiamento di ostruzionismo. In particolare, il consigliere comunale del Pd, Paolo Moriconi, ha invitato le minoranze a cambiare rotta: “Avete avuto il coraggio di chiedere in consiglio comunale le 1.500 pagine del piano strutturale – ha detto – e avete tenuto ferma l’attività del consiglio per quattro ore, facendo buttare via dei soldi ai cittadini lucchesi”.