
All’appello manca oltre un milione e 800mila euro: si tratta di una cifra importante, corrispondente alla Tares non pagata dai lucchesi nel corso del 2013. Gli uffici comunali dopo aver ricevuto l’esito degli accertamenti di Sistema Ambiente che fino all’introduzione della Tari riscuoteva direttamente la tassa sui rifiuti e sui servizi hanno dato mandato alla Lucca Holding Servizi di recuperare l’importo, che avrà ripercussione sul fondo crediti di dubbia esigibilità del bilancio comunale.
E le cartelle per la riscossione arriveranno nelle case o nelle attività di ben 2.711 famiglie, per l’importo complessivo di euro 1.850.962. Si tratta di una cifra doppiamente rilevante, perché è riferita proprio al primo anno di istituzione della Tares, che tante polemiche e proteste aveva sollevato negli utenti. Evidentemente, molti hanno deciso di non pagare ma ora rischiano, se non si metteranno in regola, di fare i conti con bollette ancora più salate.
La pratica dell’ufficio finanze è passata nelle mani della società che ha in gestione, al posto di Equitalia, il servizio di riscossione di tasse e tributi dell’amministrazione comunale. Le “partite” finite nel mirino sono più di duemila, stando a quanto risulta dalle verifiche richieste dal Comune e svolte da Sistema Ambiente. Sarà comunque difficile che Palazzo Orsetti riesca a recuperare l’intero importo. Già nel rendiconto del 2015 la percentuale media di riscossione della Tares era “prudenziale” e nel fondo crediti di dubbia esigibilità figurava all’81,73%, una cifra tuttavia complessiva, in cui si tiene conto anche della riscossione “volontaria”, ovvero dei cittadini che nel corso dell’anno hanno pagato regolarmente le rate della Tares. Per questo le previsioni sulla partita delle riscossioni coattive sono ancora più contenute: l’obiettivo è quello di riuscire a recuperare almeno il 57% della cifra totale.