
Una petizione per chiedere l’abrogazione dell’ordinanza anti-movida. E’ quanto hanno avviato alcuni cittadini sulla nota piattaforma on line Change.org. La petizione è rivolta al sindaco Alessandro Tambellini, alla vicesindaco Ilaria Vietina e agli assessori Lemucchi, Pierotti e Raspini.
In sostanza la petizione chiede di revocare l’ordinanza che vieta l’intrattenimento musicale dopo le 24 e di somministrare bevande alcoliche in contenitori di vetro e alluminio dalle 22 alle 6 del mattino.
“Siamo d’accordo – si legge nella petizione – che bisogna tutelare Lucca e il suo centro storico, e che c’è bisogno che tutti mantengano un comportamento corretto, evitando di sporcare o peggio danneggiare questo grande patrimonio pubblico che è la nostra città. Dobbiamo però ricordarci che la città non è un museo, Lucca è e deve essere più che un monumento, deve favorire l’incontro tra persone, la socialità, lo scambio di idee, l’integrazione e quale occasione migliore se non durante le serate estive, che attirano così tanti giovani nei locali del centro storico. Nessuno vuole una discoteca a cielo aperto o un rave continuo nel centro cittadino, ma vogliamo vivere appieno la nostra città e per i giovani la notte è il momento più atteso per farlo. Un’amministrazione che non capisce questo è un’amministrazione che porta i ragazzi ad andare a divertirsi in altre città, porta conseguentemente i locali ad abbandonare sistematicamente il centro, instaurando un circolo vizioso che porta il centro storico a spegnersi lentamente”.
“Non vogliamo prevalere sui bisogni di nessuno – proseguono i promotori della petizione – la democrazia porta al confronto per cercare la soluzione che accontenta il più possibile tutti. Qui però non c’è stato alcun confronto in quanto l’ordinanza va in un unico senso. Chiediamo l’abrogazione dell’ordinanza anti-movida, con la possibilità di venirci incontro e magari approvare una nuova ordinanza meno restrittiva, nell’interesse di quella parte di Lucca che vuole Vivere il centro storico anche nelle ore notturne. Andare contro questa volontà non solo è lesivo del confronto democratico, ma porterà alle spiacevoli conseguenze già sopra elencate”.