Fondazione Bml, Del Carlo lascia: “Banca non si vende”

7 giugno 2016 | 23:07
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Fondazione Bml, Del Carlo lascia: “Banca non si vende”
Fondazione Bml, Del Carlo lascia: “Banca non si vende”
Fondazione Bml, Del Carlo lascia: “Banca non si vende”

Fondazione Banca del Monte di Lucca, finisce un’era. Con il consiglio di indirizzo di oggi il presidente Alberto Del Carlo ha salutato un decennio alla guida dell’ente di piazza San Martino. E lo ha fatto con una cena di addio alla Fattoria Il Poggio di Montecarlo con consiglieri uscenti ed entranti e tutto lo staff della Fondazione, dal direttore Giuseppe Bartelloni ai responsabili dei diversi settori. Una serata non solo conviviale ma ricca di annunci, dalla nuova composizione del consiglio di indirizzo alla promessa, chiunque sia il futuro presidente, che sarà designato a fine mese proprio dal consiglio di indirizzo, di non cedere le quote in proprio possesso della Banca del Monte di Lucca. 

Il nuovo consiglio di indirizzo
La nomina è stata rapida, stavolta. La selezione dei nuovi componenti, estratti dalle “terne” degli enti titolati è avvenuta in due ore e mezzo (“Le altre volte – ricorda Del Carlo – c’erano voluto mesi se non anni per venirne a capo). E mentre escono, perché giunti al limite dei due mandati lo stesso Del Carlo e i consiglieri Rosi e Roni arrivano due conferme e tanti nomi nuovi. Rimangono nel consiglio di indirizzo Luca Rinaldi, presidente di So & Co, fra i nomi indicati dalla Provincia e Pietro Paolo Angelini, già dirigente scolastico a Castelnuovo, presente nella terna dei Comuni della Piana e della Garfagnana. Le new entry, fra volti nuovi e vecchi, sono Giampiero Tartagni, presidente Cia (Comune di Lucca), Raffaello Ciucci, professore di sociologia (Comuni della Versilia), Fosco Bertoli, commerciante di Castelnuovo Garfagnana (per le accademie culturali), Selvaggia Schiavi, imprenditrice musicale (per le fondazioni pucciniane), Oriano Landucci, presidente uscente del comitato per gli investimenti e già direttore della sede centrale della Bml, Silvia Del Carlo, figlia del presidente uscente della Fondazione (nella terna di Aml, Rockopera e Cluster), Umberto Chiesa, già componente del Cda e di nomina della Camera di Commercio, Andrea Palestini, ex presidente del consiglio provinciale (in quota Crea, Croce Verde, Misericordie, Uic e Anffas) e Maurizio Andres, noto commercialista (per Fondazione Campus, Imt, Sant’Anna e Boccherini”.
Saranno loro a scegliere il nuovo presidente, che potrà essere nominato all’interno del consiglio di indirizzo stesso o potreà essere un esterno.

Il testimone di Del Carlo: “Le quote della Banca del Monte non si vendono”
Gran parte dell’intervento di commiato del presidente Alberto Del Carlo si incentra sull’ipotesi di vendita delle quote in possesso alle fondazioni bancarie lucchese della Banca del Monte di Lucca. Del Carlo oppone un netto no a quella che è una idea a cui invece, la Fondazione Crl di Arturo Lattanzi sta seriamente pensando.
“La Banca del Monte – dice Del Carlo – è il simbolo di Lucca, è un pezzo della sua storia. Ed è rimasta l’unica banca veramente lucchese. Questo perché le due fondazione con il loro 40 per cento, grazie ad alcuni patti parasociali mantengono dei notevoli privilegi. Possiamo infatti nominare il prsidente della banca e due membri su tre del collegio sindacale e anche concordare le strategie dell’istituto. Inoltre nello statuto della banca c’è scritto che tutte le decisioni straordinarie possono essere prese solo con il 70 per cento del capitale”.
“Questo significa – prosegue Del Carlo – che se le due fondazioni lucchesi proseguono di pari passo e non vogliono che Carige, la banca capofila, proceda all’incorporazione possono farlo. Non ci sono né ci saranno ordini superiori che ci ordinano di incorporarci. Se vogliamo mantenere la banca lucchese, insomma, lo decidiamo noi lucchesi. Incorporare la Banca del Monte di Lucca per Carige, insomma, potrebbe essere molto difficile anche se un solo socio si oppone”.
In questo senso, comunque, una proposta di vendita è già arrivata, ed è arrivata proprio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. “Una soluzione – dice Del Carlo – che non sarebbe buona non solo per la storia e per la tradizione della banca, ma neanche conveniente dal punto di vist economico. Ci troveremmo in mano, infatti, azioni di una banca quotata in borsa al posto di unquelle di una banca non quotata e soprattutto a un prezzo (quello proposto è di 20 milioni di euro) che non sarebbe facile da realizzare. Avessimo fatto questa operazione sei mesi fa, quando mi era stato proposto, giusto per fare un esempio, visto che le azioni Carige hanno perso il 60 per cento del loro valore, avremmo in mano azioni per circa 8 milioni di euro invece di 20 milioni e nel frattempo avremmo perso la banca, che significa anche il suo patrimonio, fra cui il palazzo storico che è sede dell’istituto in piazza San Martino, le opere d’arte che sono di sua proprietà, gli altri immobili in città. Perderemmo un “avviamento” che per la Banca del Monte significa 500 anni di storia, il legame con il territorio, anche da parte delle 140 famiglie dei dipendenti. Perderemmo anche la parte di utile che dalla banca arriva alle fondazioni e che viene reinvestito sul territorio”.
“Su questa questione – è l’affondo di Del Carlo – Lattanzi non lo capisco e non capisco le ragione per cui vuole fare questa operazione. Non mi sembra che ci sia alcuna ragionevolezza, senza considerare che alla nostra resistenza Genova al momento non ha risposto forzando i tempi, anche se probabilmente inserirà l’incorporazione nel prossimo piano industrale. Ma noi abbiamo tutto il tempo per dimostrare a Genova che la nostra banca va bene così”. Da qui anche l’appello alle istituzioni: “Anche gli enti locali – dice Del Carlo – sulla questione dovrebbero esprimersi, mentre finora sono stati a guardare. Si tratta di salvaguardare il patrimonio di una città”.
“E poi – conclude sul tema Del Carlo – ci sono tante soluzioni possibili oltre a quella dell’incorporazione, anche in attesa di conoscere il futuro di Carige. Per quanto mi riguarda merita aspettare per valutare, di certo è che fino a quando ci sarò io la banca non si vende. E chi succederà a me sarà ancora più convinto di questa posizione”. E comunque, giusto per intendersi, il prezzo minimo per la cessione del 20 per cento delle quote è valutato in 25 milioni di euro, preferibilmente cash e non in azioni “volatili” di una banca al momento in difficoltà come Carige, che sarebbero peraltro difficilmente vendibili da parte della Fondazione di cui la banca è conferitaria.

Fondazione Bml, un decennio in crescita
Del Carlo, seduto a fianco del sindaco di Montecarlo Vittorio Fantozzi e del vicesindaco Angelita Paciscopi, fra una portata e un’altra snocciola anche i dati di un decennio di attività. Un decennio di crescita pur con le difficoltà cui hanno dovuto sottostare le fondazioni bancarie “come tutti coloro – specifica Del Carlo – che investono in finanza”. Difficoltà accentuate dall’inizio dell’anno ad oggi “perché – spiega il presidente uscente – la legge vuole che le fondazioni investano in un fondo per la salvaguardia del sistema bancario”. Inoltre i rendimenti finanziari non sono un granché: “Ma – dice Del Carlo – abbiamo diversificato gli investimenti, fra cui in immobili, che al momento hanno un rendimento migliore dei titoli, come nel caso della filiale Unicredit sul viale Puccini o la sede dell’ordine dei commercialisti ai Macelli. Negli ultimi tempi abbiamo deciso di mettere i nostri soldi “sotto un sasso” per non rischiare di perdere, di recente però abbiamo ricominciato a far qualche investimento e proprio oggi posso dire che siamo per la prima volta in attivo da tempo. Questo ci permette al momento di garantire erogazioni per due milioni di euro per il 2016 e altri due milioni per il 2017 poi se non iniziano a ripartire i mercati sarà dura”.
Nel frattempo, comunque, presidente e organi di indirizzi si sono ridotti le spettanze del 10 per cento con effetto retroattivo a partire dall’1 gennaio del 2016. Un segnale anche questo da una parte di crisi e di difficoltà, dall’altra di “attaccamento alla maglia” di tutto coloro che fanno funzionare la Fondazione.
Qualche dato, comunque, per chiarire l’andamento dell’attività della Fondazione Bml: “Il patrimonio – ricorda Del Carlo – da quando sono arrivato io alla presidenza è cresciuto di 10 milioni di euro. Dai 61,36 milioni si è arrivati anche a un picco di 77 milioni del 2013 fino ai 71 attuali, determinati dal fatto che prudenzialmente abbiamo voluto svalutare a bilancio, anche se la legge ci consentiva di non farlo, le quote in nostro possesso della banca conferitaria, ovvero Carige e Bml. E siamo fra le poche fondazioni in Italia che hanno visto crescere il loro patrimonio”.
Anche le erogazioni da 1,6 milioni del 2004 sono cresciute fino ai 2,7 milioni del 2015, avendo in due anni (2009 e 2013) superato anche i 3 milioni di euro.

Le attività della Fondazione Bml
C’è orgoglio, infine, per le tante attività promosse dalla Fondazione in questi anni. Soprattutto per quelle legate al cinema: “Abbiamo riportato – dice Del Carlo – il grande cinema a Lucca. Con il progetto Lucca Effetto Cinema che permette di riportare in città tutti i cineasti di origine lucchese sparsi per l’Italia e nel mondo. Progetto che si declina poi in varie manifestazioni, come Lucca Effetto Cinema Notte, produzioni di film e cortometraggi, workshop e gemellaggi con festival cinematografici europi. E ancora il progetto Epea per il settore della fotografia, con una mostra che vede Lucca assieme a grandi città come Amburgo, Parigi e Oslo. E ancora il progetto dedicato all’accessibilità, per cui siamo anche parte della Lega Europea delle Città Storiche Accessibili”. Per quest’ultimo settore anche un piccolo “sassolino” contro la Soprintendenza: “E’ due anni – dice Del Carlo – che non ci danno l’assenso per il progetto di un’entrata per disabili nel duomo di San Martino. Cambiano le persone, poi ci fanno cambiare i progetti. L’ultimo che ci hanno chiesto prevede di realizzare una rampa in marmo, con l’ingombro che è facile da immaginare…”.

Poi arriva il momento dei saluti, degli abbracci e degli arrivederci. Sulle note di Volare, la canzone preferita del presidente Del Carlo. Che, è facile prevederlo, anche da ex presidente della Fondazione, sarà sicuramente in qualche modo e per qualche tempo ancora il regista delle vicende di piazza San Martino.

Enrico Pace