
Anticipazioni di cassa e debiti fuori bilancio. Sono queste le criticità evidenziate dai revisori dei conti in ordine al rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario del 2015 e che si sono discusse oggi in commissione bilancio, guidata da Virginia Lucchesi (Lucca Civica) alla presenza dell’assessore Enrico Cecchetti e del dirigente Lino Paoli. In cui è emersa anche la “soluzione” della querelle fra Comune e Gesam Energia, sollevata dall’ex presidente Magnani. Il Comune, dopo un controllo effettuato, dovrebbe alla partecipata “solo” 622mila euro e non più 4 milioni.
A preoccupare il collegio è il sempre più frequente ricorso alle anticipazioni di tesoreria da parte del Comune. Così la motiva l’assessore Cecchetti: “La situazione – dice l’esponente della giunta Tambellini – deriva dall’accertamento straordinario dei residui in previsione della nuova contabilità armonizzata che richiede al Comune di definire una serie di fondi di salvaguardia a fronte di una valutazione dei residui e del livello di riscossione. Il disavanzo è risultato per il Comune di Lucca di 19,6 milioni di euro che la legge prevede siano spalmati su 30 ani, con una rata di 655mila euro l’anno. Altro problema sono i tempi medi di pagamento del Comune, che sono stati di circa 87 giorni nel 2014, sono diventati 53 nel 2015 mentre siamo a 97 nei primi tre mesi del 2016. E’ evidente che se si vengono accelerati i pagamenti c’è anche maggiore bisogno di cassa”.
L’allarme dei revisori: “Eccessivo ricorso alle anticipazioni di tesoreria”
“I revisori – spiega Cecchetti – ci pongono il problema di superare la situazione, dopo che il rendiconto di gestione parla di una quota di 16 milioni di euro di anticipazione di tesoreria nel 2015. Il problema è che se per Imu, Tasi e Tari abbiamo centrato le previsioni rispetto all’accertamento la quota di riscossione rimane sempre bassa rispetto all’accertamento, forse anche di più rispetto al passato. Per tutte queste situazioni bisognerebbe attivare procedure straordinarie per riportare il livello delle spese corrispondenti alle entrate incassate. Il tutto tenendo conto che, ad esempio, l’addizionale Irpef ci arriva l’anno successivo rispetto alla riscossione e per il pagamenti dei servizi per gli uffici giudiziari da parte dello Stato siamo indietro al 2012”. Un dato, infine: 14 milioni di euro di insoluti sono in mano ad Equitalia, la maggior parte per il pagamento di Ici e infrazioni del codice della strada, che rappresentano il 90 per cento del totale.
Ma c’è una contraddizione, secondo Cecchetti, nelle previsioni e della finalità della legge: “Da una parte infatti – spiega Cecchetti – si prevede di far emergere situazioni di disavanzo da ammortizzare in trent’anni. Al tempo spesso nel Tuel si parla di bilancio di cassa da chiudera al 31 dicembre in maniera non negativa. Abbiamo per questo sollevato la questione alla Ifel-Anci e concordato di presentare in quesito alla prima commissione Arconet, strumento previsto dalla legge per dare pareri e interpretazioni. Va, secondo noi, stabilito un qualche rapporto tra le due leggi, che evidentemente si contraddicono. Se questo non succede l’effetto sui conti del Comune del pareggio di cassa rischia di essere addirittura più negativo del rispetto dei parametri del patto di stabilità”.
Il Comune, comunque, in questo senso non è stato fermo. “Abbiamo messo in campo – ricorda Cecchetti – tre iniziative. Da una parte sul recupero coattivo abbiamo fatto la scelta radicale di lasciare Equitalia e costituire una società in house. Abbiamo poi costruito il piano della performance per tutta la struttura e costruito gli obiettivi sulla salute finanziaria dell’ente, tenendo conto del lavoro sulle entrate. Infine con l’introduzione della tariffa puntuale della Tari la parte della riscossione della tariffa dei rifiuti non ricade più sul bilancio del Comune, il che significa non dover avere a che fare con residui per due milioni di euro”.
I debiti fuori bilancio
L’altra questione è quella dei debiti fuori bilancio, che è un altro dei parametri di deficitarietà riscontrato, visto che per tre anni consecutivi sono state superiori all’1 per cento dell’entrata corrente. “I dati parlano – dice – di oltre 2,7 milioni di euro per il 2013, di 3,1 milioni di euro per il 2014 e circa 1,3 milioni di euro nel 2015 di cui una parte ancora non ripianata. Ad oggi sono segnalati per il 2016 debiti che hanno il requisito di essere iscritti come fuori bilancio oer circa 26mila euro. Un tema, questo, che ha fatto sollevare la protesta della consigliera di maggioranza Valentina Mercanti del Pd: “Il fatto che il livello dei debiti fuori bilancio resti sempre così alto – dice – significa che non riusciamo a fare programmazione. Lo stesso dicasi dei debiti delle società partecipate per cui chiedo che si metta la parole fine e si individuino i respopnsabili. Continuare così non è serio e non è neanche trasparente, dopo quattro anni di attività amministrativa. Quindi io non sono disposta più a riconoscere debiti fuori bilancio, a meno che non ci sia una scheda preventiva o non si tratti di una catastrofe naturale”.
L’assessore Cecchetti, pur dichiarandosi d’accordo con la consigliera Mercanti, difende l’attività degli ultimi anni: “Nei debiti fuori bilancio – dice – è stato fatto un tratto di strada che ritengo molto positivo. Ma rimane una quota fisiologica di debiti fuori bilancio he mediamente riguardano per la gran parte le somme urgenze per interventi atmosferici. L’altra parte significativa riguardava il disavanzo delle società partecipate, come teatro, Tpl e Metro. Ma c’è anche da dire che negli anni i debiti fuori bilancio sono stati drasticamenti ridotti”.
Chiuso il “caso” Gesam Energia: il Comune deve 622mila euro e non quasi 4 milioni
In commissione, infine, entra anche il tema della riconciliazione dei debiti e crediti fra Comune e società partecipate. Il 25 maggio scorso è arrivata all’amministrazione la comunicazione proveniente da Gesam Energia riguardo allo squilibrio di 3,9 milioni sollevato dall’ex presidente Magnani fra i numeri di bilancio della Gesam Energia del Comune di Lucca. Dopo una ricognizione del consiglio di amministrazione, guidato dal nuovo presidente Alunni Macerini, anche grazie all’apporto di revisori e società di consulenza, sarebbe emerso che tale squilibrio è ridotto a 622mila euro. Saranno per questo emesse due note di credito dalla società nei confronti del Comune per annullare le due vecchie fatture “pesanti” riguardanti i contratti Sinergo e Calore, superando così la criticità che aveva portato alle dimissioni di Magnani e allo scontro fra il Comune di Lucca e la sua partecipata, tramite Lucca Holding. “Il ricalcolo – spiega Cecchetti – è stato effettuato sulla base di un comma del contratto di servizio che tiene conto delle partite in più e in meno rispetto ai servizi standard di fornitura di luce e calore all’amministrazione. In particolare sarebbero emersi minori investimenti da parte dalla società rispetto a quelli previsto dal contratto, una riduzione delle quota di ammortamento e altre voci anche relative ai consumi effettivi. Bisogna comunque ricordare che la fattura di 2,7 milioni di euro era stata formalmente respinta dal Comune perché non dovuta”.
Enrico Pace