





Fischi, slogan e cori con il megafono. Una trentina di manifestanti ha accolto così il premier Matteo Renzi al suo arrivo alla chiesa di San Francesco, ospite del Cnv, per incontrare il mondo del volontariato nel luogo dopo due anni fa aveva lanciato la scommessa, realizzata, della nuova legge sul terzo settore. Un gruppo di contestatori ha dato un’accoglienza diametralmente opposta all’atmosfera vissuta poco prima dal presidente del consiglio alla Sofidel di Porcari (Articolo). Poco dopo hanno tentato di raggiungere la piazza anche un centinaio di manifestanti dei collettivi che hanno attraversato in corteo la città per contestare il governo. Lancio di fumogeni e slogan ma i giovani sono stati bloccati dal cordone delle forze dell’ordine che hanno presidiato la piazza (Articolo, foto e video). Il premier però liquida con poche parole le contestazioni: “Il Paese non lo cambia chi fischia, ma chi rischia”. Ma nel frattempo proseguivano gli scontri tra i manifestanti e la polizia che ha usato i manganelli.
In tutta questa concitazione si è svolta la visita a Lucca del leader del Pd che ha parlato in San Francesco dove arrivava comunque l’eco della protesta all’esterno.
Quello che però si è visto in San Francesco è stato un Renzi ben diverso da quello di due anni fa, quando proprio dall’ex convento, in occasione del Festival del volontariato, lanciò la proposta di riforma del terzo settore. Tuttavia, dopo fischi e contestazioni in piazza, Renzi ha incassato l’applauso del volontariato riunito nella sala come due anni fa.
Nel suo intervento il premier si è mosso a macchia di leopardo tra le molte questioni andando dal volontariato alla politica, dall’Europa alle riforme costituzionali, all’Italia e al suo futuro. Tanti temi, tante questioni in parte ancora da risolvere per il governo chiedendo implicitamente fiducia ai cittadini, nel momento stesso in cui ha detto: “Abbiamo impiegato due anni a risistemare l’Italia: adesso può cominciare a crescere. Abbiamo sparecchiato il tavolo dai problemi del passato, adesso nessuno da esempio parla più di riforma del lavoro, ma semmai di come creare il lavoro per dirne una. Guardate bene – continua il premier – non sono qui per una captatio benevolentiae, ma per dirvi che nei prossimi 20 anni vedremo un cambiamento epocale ancora più radicalmente di quanto abbia fatto internet in questi ultimi 20 anni”. Poi la questione del terzo settore. “Con la legge che riforma il mondo del volontariato – dice Renzi – siamo solo all’inizio con la legge recentemente passata anche al senato abbiamo messo il terzo settore in condizione di crescere, il vero lavoro comincia adesso”.
Il primo a prendere la parola è stato Edoardo Patriarca, presidente del Cnv che ha introdotto le novità della legge e dato per così dire il là al presidente del Consiglio. “Vogliamo – ha detto Renzi – un’Italia che assomigli al terzo settore, che si alzi la mattina con il sorriso. La riforma non serve a dare il contentino ai volontari ma a costruire il futuro. Il mondo che vedremo tra venti anni sarà completamente diverso e cosa ci rimarrà? I nostri valori sono gli stessi che stanno alla base del fare volontariato”. “La pubblica amministrazione può fare tanto: deve recepire la riforma del terzo settore – ha detto il premier – per cambiare l’Italia” non solo infatti il primo ministro ha continuato dicendo: “Nella pubblica amministrazione c’è una burocrazia che impedisce di fare le cose per paura di sbagliare, questo non va bene, perché poi ci sono dei servitori dello Stato eccezionali, e chi timbra e va a fare la spesa in realtà ruba il futuro a questo paese e ai suoi colleghi. Il paese non lo cambia chi fischia ma chi rischia – con un chiaro riferimento ai contestatori – bisogna recuperare la cultura del fallimento anche nella pubblica amministrazione. tra gli imprenditori poi ci sonopersone eccezionali che ogni mattina si alsano e lavorano nonostante le mille difficoltà, oggi ho visitato un’azienda eccezionale la Sofidel”.
E proprio su questo tema alle parole del permier Renzi hanno fatto eco quelle del senatore Pd Andrea Marcucci che ha minimizzato le contestazioni: ” Il presidente Renzi conosce bene Lucca, ogni volta però resta impressionato dai numeri delle sue aziende come la Sofidel e dalla consistenza della sua rete di volontariato. Qui è nata praticamente la legge sul terzo settore, un motivo di orgoglio per la città”. Poi la stoccata ai contestatori: “Ho visto un piccolo gruppo di fischiatori in azione, se la contestazione ha le dimensioni della piazza lucchese, il Pd può stare tranquillo”.
Il premier non si è certo lasciato impressionare dai fischi ed è tornato a parlare di volontariato e a rivolgersi ai volontari di Lucca dicendo: “Aiutateci, cari italiani del volontariato, a far passare i nostri valori, quelli del terzo settore non come residuali, sono quelli che in Europa ci hanno resi in grado di opporsi alla politica delle frontiere e dei muri”.
Poi Renzi, partendo proprio dal terzo settore, parla anche delle politiche europee e spiega: “In Europa guardo dritto negli occhi gli altri politici e dico: noi italiani siamo quelli che quando vedono una donna che affoga la salviamo: per questo ci siamo battuti per dire no alla politica che voleva alzare i muri alle frontiere. In questo noi portiamo i valori del volontariato in Europa e nel 2017 quando i leader europeo si ritroveranno a Roma il 25 maggio: lì nascerà il servizio civile europeo. Siamo stati noi italiani a dire ai governi che chiudere le frontiere non è la soluzione perche il reclutamento del terrorismo avviene proprio nelle periferie europee dove c’è bisogno proprio degli interventi degli uomini del terzo settore”.
Sulla questione del referendum Renzi spende poche parole, ma incisive e dice alla platea lucchese: “Se vince il Sì chiunque dopo il referendum andrà a governare potrà governare con stabilità per 5 anni e fare le riforme che ritiene utili per l’Italia, indipendentemente da chi è la forza di governo”.
Infine sulla politica del governo proprio da Lucca annuncia entro la fine del mese la legge “sul dopo di noi”, rivolgendosi proprio alle famiglie in sala, una legge sentita da molti e che rischia di essere un altro nodo cruciale e delicato per il governo. Sempre parlando delle altre riforme in arrivo il premier ha anche garantito che a breve verrà riformata la legge sulla conferenza dei servizi e sulle ‘scia’, ovvero le comunicazioni di inizio attività da fare ogni volta che si decide di intraprendere un’iniziativa imprenditoriale, per snellire e ‘sburocratizzare’ i percorsi.
Gabriele Mori
FOTO – Renzi in San Francesco (di Domenico Bertuccelli)