
Entra in vigore anche per la basilica di San Frediano il pagamento di un contributo per l’accesso da parte dei turisti. Una scelta “necessaria” spiega la diocesi che farà scattare il provvedimento dal prossimo 16 giugno. Non si tratterà – si spiega – di un vero e proprio biglietto, bensì di una richiesta “di contributo” a coloro che visitano le bellezze della città. Per visitare San Frediano i turisti dovranno pagare tre euro.
“Il grande cambiamento della società – spiega la Diocesi – ha investito ed investe anche una delle più antiche istituzioni territoriali, cioè le nostre parrocchie, che hanno subito e stanno attraversando una profonda trasformazione che è sotto gli occhi di tutti. Da anni la Chiesa italiana, al pari della nostra Chiesa locale, si è impegnata in un’attenta analisi della situazione nell’intento di offrire quanto meno risposte alla trasformazione epocale in atto. Di questo è segno tangibile anche l’avviata riforma delle parrocchie dentro le Mura, che per il momento ha investito la sola dimensione pastorale. All’interno di questo vasto e complesso argomento vi è una emergenza che riguarda le chiese della Città intese come edifici e luoghi di culto”.
“Se infatti, tradizionalmente, l’edificio-chiesa per secoli è stato esclusivamente un spazio di culto e di espressione della fede di una popolazione e dove la bellezza ed il pregio artistico dell’edificio stesso rappresentavano una normalità, oggi non è più così, tanto che lo scollamento tra la comunità dei fedeli e le chiese è evidentissimo – si osserva -. Fenomeno, questo che è iniziato già da diversi decenni e poi sviluppato in modo silente ma continuo. Insieme al silenzioso e progressivo cambiamento di destinazione (o chiusura) di molte chiese della Città, evento verificatosi per lo più nell’indifferenza ed accettazione di una situazione parsa oramai ineluttabile, si assiste alla consistente diminuzione delle persone che vivono nel territorio della Città, insieme al dato anagrafico che indica una popolazione ormai prevalentemente anziana: ciò ha comportato la rarefazione di quel reticolo di disponibilità e “partecipazione” che permettevano lo svolgersi quotidiano della vita intorno alle singole chiese parrocchiali che di fatto ne consentiva in modo indiretto ma estremamente efficace, la custodia e vigilanza; senza dimenticare le cure ordinarie che vanno dalla pulizia al “mettere in ordine” i normali accessori presenti in ogni chiesa e la cui trascuratezza anche negli ultimi decenni ha portato ad un deterioramento non indifferente”.
Il ramo Onlus come strumento per intervenire
Da qualche mese a questa parte i due enti che hanno la responsabilità della manutenzione e della custodia delle chiese della Città – esclusa la Chiesa Cattedrale di san Martino che è un soggetto giuridico distinto -, e cioè la parrocchia dei Santi Michele Paolino e Alessandro e quella di San Frediano (che gode di autonomia giuridica e amministrava), si sono interrogate, al livello dei consigli parrocchiali per gli affari economici, “su quale strumento individuare – osserva la diocesi – per affrontare, gestire e governare questo complesso e delicato passaggio e l’orientamento è andato verso la costituzione di un ‘ramo Onlus’ parrocchiale. Proprio per le finalità tipiche il ramo onlus persegue come suo scopo, senza ingerenza alcuna nei servizi di culto, esclusivamente finalità di solidarietà sociale nei seguenti settori di attività: beneficenza, intesa come aiuto ai più bisognosi con sostegni economici sia diretti che indiretti; tutela, promozione e valorizzazione delle chiese, degli edifici e del patrimonio artistico che le appartengono, promozione della cultura e dell’arte. Come si vede, il ramo Onlus della Parrocchia consente di avviare percorsi virtuosi che agevolino sia la ricerca di risorse sia l’organizzazione di strumenti ed iniziative utili per avviare un equilibrato dosaggio tra necessità ed opportunità”.
I passi in corso nella situazione giuridica attuale
“Una cosa indispensabile che va ricordata – prosegue la diocesi in una nota – è che, anche con la costituzione del ramo Onlus delle parrocchie, la finalità degli edifici di culto non cambia né può mutare . Per questo è bene precisare che ogni chiesa rimane un luogo di preghiera e per questo deve rimanere accessibile senza condizioni a quanti vi si recano a pregare . Altrimenti sarebbe snaturata la sua identità! In secondo luogo le chiese, quali complessi architettonici di unica bellezza, sono altresì monumenti artistici, e quindi luoghi di turismo . Tale caratteristica non può essere ignorata, anche per l’impatto che ha con il resto delle attività legate al mondo del turismo della Città e non solo. Oltre questo, però, la maggior parte delle nostre chiese sono edifici bisognosi di cure continue: infatti, come ogni monumento storico, anche le chiese cittadine hanno un costante bisogno di restauri e di continua manutenzione. Ciò comporta spese non indifferenti che le economie dei vari Enti parrocchiali attualmente non sono in grado di sostenere , mancando (od essendo minime) le entrate proprie e dovendosi affidare quasi sempre alle offerte dei fedeli (peraltro anch’ esse , data l’ entità degli interventi da compiere su beni di tale importanza storico-artistica, assolutamente insufficienti alla bisogna)”.
Per quanto riguarda l’ente parrocchia San Michele Paolino e Alessandro, dove è parroco don Lucio Malanca, si stanno elaborando e cercando di enucleare idee “per poter usufruire al meglio – spiega la Diocesi – dei vantaggi che la costituzione del ramo Onlus consente , onde poter adeguatamente soddisfare le esigenze di custodia, manutenzione e valorizzazione dei beni che appartengono alla Parrocchia ma che, più in generale, costituiscono un patrimonio della città intera, dell’Italia e del mondo . Ci piace infine ricordare che tra le finalità di questo strumento c’è il vincolo di destinare parte dei proventi derivanti dalle attività del ramo Onlus della Parrocchia ai bisogni e ad iniziative per i poveri che, come ci insegna il Signore Gesù, sono il vero tesoro della Chiesa. Da tale principio dovrà scaturire una rinnovata e maggiore consapevolezza riguardante le modalità di concreto utilizzo dei beni materiali a disposizione”.