Pronto soccorso, il piano Asl non convince le sigle

15 giugno 2016 | 15:43
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Pronto soccorso, il piano Asl non convince le sigle

Il piano proposto dall’Asl per supplire alle carenze di organico del pronto soccorso del San Luca, accorpando medicina d’urgenza e Obi, fa sospendere il giudizio per 24 ore ma non convince del tutto i sindacati, pronti comunque alla mobilitazione. Questo dopo un primo confronto che si è svolto proprio ieri a Pisa. “La vertenza del pronto soccorso è stata aperta unitariamente da tutte le sigle sindacali del comparto e mediche e Rsu come parte attiva”: a sostenere questo sono Giovanna Lo Zopone (Cgil Fp) , Pietro Casciani (Uil Fpl) e Roberto Pasquinelli (Nursind e coordinatore Rsu). “I lavoratori ci chiedono unità e compattezza – si legge nella nota sindacale -e noi siamo intenzionati ad assumere decisioni unitarie. Dopo l’incontro di ieri a Pisa aspettiamo entro 24 ore la proposta aziendale, che deve essere precisa e puntuale e deve contenere tutti i cambiamenti organizzativi aziendali: come ci hanno detto ieri la proposta coinvolgerà non solo il pronto soccorso ma anche altri reparti dell’ospedale San Luca. Dopodiché – spiegano i sindacati – apriremo un confronto con gli operatori per approfondire i contenuti ed al termine presenteremo le nostre osservazioni e la nostra eventuale contro proposta per addivenire ad accordi sia di medio che di lungo periodo. L’azienda deve sapere che non faremo sconti né su questa vicenda né sul tavolo più ampio delle assunzioni. Dobbiamo ridare al pronto soccorso il numero di personale necessario per lavorare in sicurezza, ai medici, agli infermieri, agli oss ed ai cittadini/pazienti. Allo stato attuale lo stato di agitazione è sospeso ma siamo pronti qualora lo si renda necessario a continuarlo ed intensificarlo. Dopo un altro incontro con l’azienda dovremo comunque rivederci in Prefettura”.

“Dai dati in nostro possesso – proseguono i sindacati – la nostra Asl è in tutti i settori in sofferenza, manca personale da tutte le parti, occorrono assunzioni a tempo indeterminato. Le assunzioni fatte nel periodo estivo sono si importanti, per tamponare le carenze, ma da qui a settembre vanno cercate soluzioni definitive. Sollecitiamo anche l’apertura della mobilità infermieristica extra-aziendale, perché abbiamo bisogno di lavoratori che si formino alle nostre pratiche infermieristiche e che restino a lavorare da noi. Il ricorso ai tempi determinati deve ridiventare una pratica occasionale che copre solo le urgenze”.