I profughi ospiti a Lucca raccontano le loro storie

16 giugno 2016 | 10:34
Share0
I profughi ospiti a Lucca raccontano le loro storie

Un giornata di incontro e riflessione per conoscersi ed accorciare le distanze fra culture: il prossimo 20 giugno il Foro Boario ospiterà la prima edizione lucchese della Giornata Mondiale del Rifugiato, ricorrenza istituita nel 2000 dall’Assemblea generale dell’Onu. Il programma dell’evento è stato presentato questa mattina (16 giugno) a palazzo Orsetti dall’assessore Antonio Sichi, insieme ai rappresentanti delle altre realtà territoriali coinvolte: associazione Le vie, cooperative Odissea, la Salute, Giovani e comunità, Gvai, Ceis e Croce Rossa Italiana.

“Le distanze si abbattono conoscendosi – spiega Sichi- questo tavolo di lavoro ha permesso alla città di conoscere gli ospiti in maniera diversa, grazie agli otto progetti di pubblica utilità promossi dal Comune in collaborazione con le associazioni. La giornata del 20 sarà un’occasione di riflessione, un passo in avanti per colmare quella distanza fra culture che è terreno fertile per intolleranza e chiusura”.
Uno spazio dedicato ai volti e alle voci di tutti i richiedenti asilo presenti sul territorio, che si racconteranno attraverso immagini e filmati che ripercorrono la fuga dal proprio paese, la prima accoglienza in Italia e le sfide che quotidianamente devono affrontare. Ad accompagnare la riflessione saranno anche musica e piatti tipici cucinati dagli stessi migranti, per far conoscere un aspetto della propria tradizione. La manifestazione avrà inizio alle 14,30 e durerà fino alle 19 circa.
“Il modello Lucca ha funzionato – dichiara Sichi – e questo anche grazie all’innegabile capacità di accoglienza della Croce Rossa. L’amministrazione comunale ha portato avanti una buona gestione, evitando di creare situazioni di conflitto. A dimostrarlo è il fatto che oggi ci sono 148 ospiti suddivisi in 19 strutture, molte delle quali rimangono sconosciute alla popolazione: questo perché chi ci lavora lo fa in maniera adeguata. La ricetta è semplice: ridurre il numero degli ospiti per struttura, in modo da impedire tentativi di speculazione e puntare su un’ospitalità di qualità, con il coinvolgimento dei migranti in attività di pubblica utilità che vadano a beneficio degli altri ma anche del loro stesso futuro. Basti pensare a Nozzano, la zona che l’estate scorsa ci ha trovato più impreparati e che adesso è quella più avanzata dal punto di vista dell’integrazione con il territorio”. L’assessore fa sapere che è in fase di elaborazione un nuovo progetto con la Croce Rossa per migliorare le condizioni dei rifugiati nel centro di smistamento delle Tagliate, che dovrebbero essere coinvolti in nuove attività di interesse pubblico a partire da metà luglio.
Non ci sono ancora sviluppi di rilievo, invece, sul versante della gestione del sovraffollamento nella struttura delle Tagliate, alla cui soluzione, dopo il no di Camaiore per la costruzione di un’apposita tensostruttura, stanno lavorando Comune e Prefettura, che ha indetto un bando per selezionare nuovi soggetti gestori delle strutture di accoglienza in un’ ottica di potenziamento del sistema in vista dei flussi estivi. “Ci sono contatti quotidiani con la Prefettura – spiega Sichi – che riteniamo abbia preso la direzione giusta e con cui stiamo già facendo incontri per assicurare una gestione e uno smistamento sul territorio adeguati. Lo spazio è limitato e con la stagione estiva diventa difficile anche trattenere nelle tende così tanti giovani. Se riusciamo a mantenere un margine di 20-30 posti letto nella struttura della Croce Rossa, di fronte ad un flusso improvviso abbiamo più tempo per respirare e pensare a come gestire al meglio il ricollocamento. Tenere la struttura sempre al massimo delle sue potenzialità d’accoglienza diventa un problema, quindi ha fatto bene la prefettura a manifestare l’interesse a mantenerla su numeri accettabili e più facilmente gestibili. Per il momento è prematuro fare pronostici, non resta che attendere il 21 giugno (termine del bando) per avere risposte”.

Jasmine Cinquini