Rsa, sindacati in guerra: “Confermati 30 esuberi”

17 giugno 2016 | 12:33
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Rsa, sindacati in guerra: “Confermati 30 esuberi”

E’ bufera sull’affidamento in concessione delle case di riposo comunali di Monte San Quirico e Pia Casa. I sindacati passano all’attacco parlando di rischio esuberi per un numero di dipendenti che varia dalle 25 alle 30 unità. E’ quanto Fp Cgil, Uil Fpl e Fisascat Cisl riferiscono dopo il primo incontro avuto ieri (16 giugno) con la coop Agorà che ha vinta la gara del Comune, subentrando nella gestione alla Kcs. Ma l’accordo è lungi da essere trovato.

“Come prevedibile ed ampiamente previsto dalle organizzazioni sindacali – tuonano i sindacati – non ci sono state le condizioni per la definizione di un accordo e si è dovuto procedere ad un rinvio, al 30 giugno prossimo in coerenza con i tempi di passaggio previsti a metà luglio”.
E la preoccupazione cresce tanto che i sindacati già oggi si sono rivolti al prefetto: “Le ragioni del rinvio – sostengono – sono ovviamente da riportare al consistente esubero generato dal capitolato voluto e sostenuto dall’amministrazione comunale di Lucca quantificabile in 25/30 unità, solo in parte mitigato da un fabbisogno maggiore di operatrici socio sanitarie, per allinearsi alle normative regionali, figure però non reperibili in larga parte tra gli esuberi previsti dal progetto vincente di Agorà”.
“I settori particolarmente interessati – proseguono le sigle – sono quelli dei servizi, quali cucina, pulizie, lavanderia e il settore educativo. Un dramma annunciato che la giunta ormai non potrà più negare nella sua chiara evidenza e che sancirà in modo definitivo il peggioramento dei livelli qualitativi delle case di riposo di Lucca, fino ad oggi fiore all’occhiello della città sia sul piano socio assistenziale che su quello residenziale. D’altra parte , la giunta da tempo ha scelto di basarsi su modelli e livelli dichiaratamente inferiori ai nostri standard”.
“La trattativa – ammettono gli stessi sindacalisti – si presenta adesso molto difficoltosa, presentando esuberi cospicui di figure difficilmente riconvertibili e soprattutto riduzioni nette di orario di attività in base ai tagli di risorse operati come scelta del comune e indotti dall’enorme rialzo praticato dall’aggiudicataria in base ai meccanismi di gara. Tutte questioni, come detto – attaccano i sindacati -, largamente previste sulle quali la giunta ed il sindaco hanno fatto orecchie da mercante, trincerandosi prima sulla paventata illegittimità di fornire informazioni a gara aperta e poi presentando il conto alle lavoratrici e lavoratori a cose fatte. Ricordiamo peraltro il diniego di dati durante la fase istruttoria alle organizzazioni sindacali e il rifiuto di aggiungere garanzie occupazionali quando era ormai acclarato che ci sarebbe stato un forte disequilibrio tra risorse investite e occupazione”
“Già da stamani sarà chiesto l’incontro al Prefetto dove, come prima istanza chiederemo al sindaco e alla giunta di rendere palese, a questo punto, quante, quali e come possano essere utilizzate le risorse che a più riprese, è stato affermato dallo stesso sindaco, sarebbero disponibili per integrare le attività sociali a favore degli anziani e consentire la piena occupazione dei lavoratori/ici delle Rsa in esubero. Ci aspettiamo una disponibilità immediata da parte del comune che eviti una rottura altrimenti molto probabile e dalle conseguenze gravissime, nell’incontro del 30 giugno con Agorà”.
L’assemblea dei lavoratori con una presenza praticamente unanime tenutasi alla Cgil di Lucca è stata particolarmente tesa e moltissimi interventi hanno messo in chiaro “le fortissime preoccupazioni di personale, che ha investito la propria vita e la propria professionalità in quella che oltre ad un lavoro è divenuta una missione come riconosciuto in più occasione dalla stessa amministrazione comunale, dagli ospiti e dalle loro famiglie – sottolineano i sindacati -. L’assemblea peraltro ha messo in evidenza tra i vari elementi di incertezza la notizia della presentazione da parte della seconda in graduatoria di gara di un ricorso presso il Tar”.