
La scissione asimmetrica di Gesam? Si farà, dopo la pubblicazione del testo unico sulle società partecipate, il cosiddetto decreto Madia. E’ ancora questa la strada maestra che vogliono percorrere Lucca Holding e il suo amministratore Andrea Bortoli e l’amministrazione comunale, sindaco Tambellini in testa. Quella di scindere la galassia Gesam in tre società: una completamente pubblica che si occupi dei servizi essenziali (cimiteri, illuminazione e riscaldamento pubblico); una che si occupi della vendita della luce e del gas (Gesam Gas & Luce, al 60 per cento di Lucca Holding) ed una che si occupi delle sole reti per poi partecipare alla gara unica provinciale per il gestore del gas.
La scissione asimmetrica, insomma, pur dopo il contraddittorio con l’Anac, per il Comune sarebbe la scelta più efficace, economicamente vantaggiosa, ed in grado di salvaguardare anche tutti i posti di lavoro dei dipendenti dell’attuale società, senza metterli a rischio per l’eventuale indizione di gare per l’aggiudicazione dei servizi che potrebbero anche vedere Lucca Holding soccombere. E comunque, anche in caso di “vittoria” della Lucca Holding, il tutto comporterebbe un esborso del Comune, che per questo dovrebbe accendere nuovi mutui, fra gli 11 e i 12 milioni di euro. Ecco spiegato, alllora, il perché del “congelamento” dell’ipotesi di scissione asimmetrica annunciato ieri dal Comune di Lucca: ovvero attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Madia “ove – si legge nella lettera inviata all’Anac dal sindaco in risposta alle ultime osservazioni – si intravedono, in tempi brevi, concrete prospettive di modifica legislativa in materia, le quali potrebbero rendere indiscutibile, nel caso in cui esista una motivata deliberazione da parte del consiglio comunale di Lucca, la legittima possibilità di regolare, mediante equo concambio azionario tra soci, un’operazione societaria del tipo di quella già prospettata per il riordino di Gesam Spa”. Il decreto Madia, secondo il Comune che così interpreta anche le parole di Anac, darebbe in sostanza il via libera all’innovativa operazione della scissione asimmetrica, che non sarebbe invece “ancora” possibile, almeno secondo le interpretazioni dell’anticorruzione, a legislazione vigente.
La risposta del sindaco ad Anac
Dopo aver ricevuto la lettera dell’autorità anticorruzione nella giornata di venerdì (1 luglio) il sindaco ha voluto rispondere alle ultime sollecitazioni. Con una missiva in cinque punti in cui si ritorna sui punti controversi della questione.Innanzitutto la questione dei contratti Sinergo e Calore. Ormai condivisa da tutti la questione dell’illegittimità degli affidamenti a Gesam la differenza di vedute sta nella loro revoca. Per Anac, infatti, il Comune potrebbe procedere alla revoca in autotutela. Ma, risponde il sindaco “un intervento in autotutela risulta consentito solo entro un termine ragionevole”. Condizione che non ci sarebbe in quanto gli affidamenti risalgono ad un periodo superiore ai 36 mesi. Il secondo punto riguarda, invece, proprio gli effetti del concambio azionario. Secondo il Comune, infatti, a differenza di quello che afferma Anac, non si vuolerebbe la norma che vieta la cessione di partecipazioni in società che gestiscono servizi pubblici locali, in quanto fra questi non rientrano le quote di azioni per le società del gas. Sarebbero queste ultime, circa il 9 per cento, ad essere cedute a Toscana Energia e non quote relative ai servizi pubblici quali cimiteri, illuminazione e riscaldamento pubblico. Il sindaco risponde anche sul tema dell’occupazione, nella parte in cui si paventa, in caso di indizione di gare per l’affidamento dei servizi, un possibile esubero di 11 lavoratori di Gesam. Anac ricorda la possibilità di inserire nelle gare la cosiddetta clausola sociale per il riassorbimento del peronale. Per il Comune, però, la norma non è così chara e automatica visto che nel codice degli appalti si parla di “specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato”. E comunque, scrive il Comune in risposta ad Anac “le stazioni appaltanti devono rispettare i principi comunitari in materia, che notoriamente mirano a controbilanciare le esigenze di solidarietà sociale con quelle di libertà economica”. Sul quarto punto il Comune sottolinea un possibile equivoco di interpretazione da parte dell’Anac su un passaggio della scissione, in merito a Gesam Luce & Gas. La società, infatti, non rientrerà nella nuova realtà di proprietà per il 100 per cento del Comune per gestire i servizi pubblici essenziali, rendendone in tal caso sì prevalente il (vietato) carattere commerciale. Ma resterà una società a sé stante, in cui il Comune, tramite Lucca Holding, avrebbe il 60 per cento delle quote senza la presenza in società di Toscana Energia tramite la “vecchia” Gesam. Infine la questione dell’immobile di proprietà di Gesam, che attualmente serve da sede e che il Comune “ricomprerebbe”, nell’operazione di concambio, dopo averlo ceduto alla società a seguito di un periodo di comodato gratuito. Anac, sul caso, mette nel mirino la presunta mancanza di interesse pubblico dell’acquisizione dell’immobile. Per il Comune, però, parla il piano strutturale recentemente adottato, questa la risposta del primo cittadino, che vede proprio l’area Gesam come una delle principali aree di riqualificazione urbana della città, che sarebbe resa più agevole proprio dal ritorno in mani pubbliche di sede e terreni circostanti.
L’attesa della gara del gas e il rischio di non partecipare
Cinque risposte ad Anac, dopo quattro mesi di dialogo e di pareri e contropareri, per rendere ancora più evidente il fatto che, laddove possibile, il Comune andrà avanti per la propria strada. Anche perché incombe la gara del gas per il gestore unico. “Il problema nell’attesa – dice l’ad di Lucca Holding, Andrea Bortoli – è quello della gara. In caso di gara, infatti, la Gesam sarebbe in difficoltà a partecipare in quanto “contaminata” da Gesam Energia, affidataria illegittima, come dice anche Anac, di servizi pubblici senza gara. E poi sarebbe in difficoltà anche da punto di vista pratico in quanto per fare un’offerta in una gara bisognerebbe conoscere i futuri assetti della società e le eventuali strategie di sviluppo. In questo caso, senza la scissione asimmetrica, nessuna strategia potrebbe essere fatta”. In sostanza Gesam o non potrebbe partecipare alla gara oppure si esporrebbe a ricorsi al Tar dall’esito quasi scontato, secondo Bortoli. “Fare la scissione asimmetrica invece – dice ancora Bortoli – secondo noi era una semplificazizone del quadro per fare poi una joint venture verso la gara con Toscana Energia”. Gara cui, invece, potrebbe regolarmente partecipare Toscana Energia da sola, non avendo alcun impedimento dal fatto di avere il 40 per cento delle quote di Gesam, in quanto non sarebbe in condizione di determinarne l’azione e quindi esclusa dalle ipotesi di esclusione.
L’alternativa alla scissione: gare ad evidenza pubblica
Per uscire dalla situazione di illegittimità degli affidamenti, in caso non andasse in porto la scissione asimmetrica, il Comune di Lucca avrebbe come strada quella di indire delle gare per cimiteri, illuminazione pubblica e riscaldamento. Un’ipotesi che il sindaco Tambellini non scarta a priori, ma che rimane comunque una subordinata. “I problemi – dice ancora Bortoli – sarebbero tre. Innanzitutto quello della revoca in autotutela che, non essendoci le condizioni, ci esporrebbe a possibili cause da parte del socio privato. Poi il Comune dovrebbe dare un indirizzo a Gesam di liberarsi dai servizi cimiteriali, di illuminazione e riscaldamento e contemporaneamente a Lucca Holding di partecipare all’eventuale gare, e allo stesso tempo finanziarla”. E i conti sono presto fatti: “Servirebbero – dice il sindaco – circa 12 milioni di euro per cui contrarre un mutuo perché quelle cifre il Comune non le ha e poi trovare anche le forze di ripagarlo”. “Tenendo conto del fatto – aggiunge Bortoli – che praticamente le uniche entrate da dividendi che può avere Lucca Holding sono proprio quelle di Gesam, visto che Salt è stata ceduta, anche per consentire la riduzione del capitale sociale della holding e che Geal l’anno prossimo sarà chiamata ad attuare il piano dell’Ait di investimenti per le fognature. Considerando che ha già un mutuo da estinguere di 10 milioni di euro con una rata annuale, fra capitale e interessi di 1 milione e 250 mila euro ne dovrebbe trovare altrettanti, ogni anni, per “finanziare” la sua partecipazione alle gare. Forse a quel punto l’unica soluzione sarebbe quella di alzare le tariffe”.
Scissione congelata, ma si attende la Madia
Sarà il decreto Madia, dunque, il bivio che darà una svolta all’impasse sull’affaire Gesam. “Una volta pubblicato su Gazzetta Ufficiale – conferma Bortoli – controlleremo le previsione, che peraltro sono in qualche modo avallate anche dall’ultimo parere Anac, con la nostra ipotesi di scissione asimmetrica e potremmo fare liscio liscio quello che avevamo previsto di fare con il concambio azionario. A quel punto, e senza tirare fuori un soldo di tasca, avremo “ripulito” le situazioni illegittime e potremmo partecipare alla gara del gas senza gravami di sorta”. “E non è detto – chiude Bortoli – che si attui la fase 2 in cui, come è previsto, in sede di aumento di capitale Toscana Energia prenda la maggioranza di Gesam. Fatta la scissione, infatti, quello sarà un momento completamente diverso in cui il Comune dovrà effettuare le sue scelte”. Compresa quella di partecipare all’aumento di capitale per mantenere la sua maggioranza in Gesam.
Enrico Pace
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