Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado

9 luglio 2016 | 12:11
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Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado
Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado
Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado
Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado
Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado
Pulìa, mercato inghiottito da erba alta e degrado

Fiore all’occhiello del tessuto economico lucchese fino ad una trentina di anni fa, oggi cumulo di magazzini semivuoti ai margini di una realtà cittadina che sembra non coglierne più il valore: è il mercato ortofrutticolo di Pulia, che sorge in zona Macelli, in una cornice di generale abbandono. Una sensazione, questa, che trova facile conferma nella visita dei luoghi: erba incolta, in molti punti lasciata crescere oltre le recinzioni, che circonda il perimetro della struttura, pulizia sommaria, materiale dismesso accatastato nei capannoni al centro della piazza. Anche il recente bando indetto dal Comune per la concessione degli spazi fino al 2021 sembra non mitigare del tutto l’insoddisfazione di alcuni dei commercianti. Delle trenta attività originarie ad oggi ne sono rimaste solo cinque, cui dovrebbe aggiungersene una nuova proprio in base al risultato della gara.

“Vero che grazie a questa manovra abbiamo ottenuto la concessione degli spazi per altri anni – spiega Riccardo Garzella, titolare di uno degli esercizi ancora in funzione – ma per quanto riguarda i lavori non vi sono cambiamenti in vista. Il Comune non ha mai speso un euro per questo posto, nonostante gli interventi che abbiamo richiesto siano di facile attuazione e per niente onerosi: si tratterebbe di curare maggiormente il decoro del marcato e delle zone circostanti, tagliando l’erba e ripulendo l’area da rifiuti e materiali accumulati nel tempo, per farne uno spazio più vivibile anche a beneficio dei visitatori. La struttura è vecchia, avrebbe bisogno di qualche attività di manutenzione: ad esempio le finestre alle estremità sono rimaste senza vetri e questo di inverno provoca gelo. Abbiamo chiesto al Comune di poter coprire i buchi con un pannello, un lavoro da un centinaio di euro, ma il Comune mi ha risposto di non avere i fondi e per motivi di sicurezza mi ha negato l’autorizzazione ad occuparmene personalmente”.
Anche l’affluenza, già in calo per il mutamento culturale in atto, che vede le grandi catene alimentari schiacciare la tradizione dell’ortofrutta, rischia di subire un’ulteriore scrematura. “I clienti – spiega ancora Garzella – sono sempre meno. Per ora manteniamo quelli abitudinari, ma i supermercati, che stanno proliferando sul territorio, ci fanno una concorrenza enorme. Almeno vorremmo che ci aiutassero a valorizzare questo luogo, cessando di considerarlo alla stregua di un deposito. Il Comune, infatti, finora ha portato qui scarti di ogni genere, da pannelli pubblicitari a motorini, ammassandoli sotto il capannone. Un parziale sgombero è già iniziato, speriamo che l’amministrazione continui a muoversi in questa direzione, pensando ad un utilizzo più efficiente. Basti pensare ai soldi che hanno speso per spostare il mercato dei Bacchettoni, pur sapendo dall’inizio che nessuno avrebbe voluto insediarsi alle Tagliate: sarebbe preferibile investire su progetti maggiormente utili e condivisi, in grado di restituire un guadagno sotto molteplici aspetti”.
Fra i commercianti c’è però chi non sembra preoccupato e anzi confida nelle intenzioni dell’amministrazione comunale. “La situazione è positiva – spiega Marco Buoni -: ci hanno rinnovato le concessioni per altri anni e stiamo aspettando il via ai lavori di ripristino degli ambienti. Vero che non tagliano le erbacce e che da noi non potremmo farlo, però di fatto è quello che succede: alla pulizia degli spazi ci pensiamo da soli, come avviene un po’ dappertutto. E’ un problema secondario, insomma. L’unico interrogativo aperto è cosa faranno con i capannoni: a sgomberarli si fa presto, ma è da vedere cosa decideranno di metterci dentro. Potrebbe essere una buona collocazione per il mercato dei Bacchettoni, dato che la struttura ha comunque due entrate e due uscite diverse e quindi non ci sarebbero problemi”.
La condizione di degrado è del resto evidente già all’ingresso, dove si incontrano cespugli di erba alta lasciati crescere lungo la ringhiera e davanti ell’ex caffè del mercato, oggi caduto in disuso e adibito a deposito di vecchie insegne. All’interno si impongono le saracinesche abbassate degli esercizi che hanno chiuso i battenti e che oggi, al massimo, servono da magazzino per i pochi rimasti. Montagne di cassette di legno accatastate di fronte alle porte e in mezzo alla piazza e un capannone ricolmo di pannelli in lamiera usati per i cartelli pubblicitari, altri contenitori vuoti, resti di materiale da costruzione e una roulotte della protezione civile abbandonata. Al centro della piazza uno stuolo di banchi vuoti e arrugginiti, con l’erba che vi cresce ai bordi. Per non parlare del retro delle attività, dove arbusti, cumuli di cassette e sporcizia regnano indisturbati. La situazione non migliora spostandosi dei dintorni del mercato, dove spazi verdi incolti rappresentano il paesaggio prevalente. La vegetazione cresce selvaggia nel parcheggio dei Macelli e soprattutto vicino agli edifici, fino a sovrastare i muri e le recinzioni. “Le elezioni comunali si avvicinano- commenta Garzella- e con esse arriveranno nuove promesse. Speriamo in un cambiamento, ma ormai non ci facciamo più illusioni”.

Jasmine Cinquini