Liste d’attesa e nodi della sanità, confronto con l’Asl



Riorganizzazione dei servizi e della programmazione sanitaria a livello locale e rilancio della partecipazione del terzo settore: questi i temi all’odine del giorno della commissione sociale e salute del Comune di Lucca, che si è riunita questa mattina (14 luglio) a Palazzo Orsetti per incontrare il direttore della struttura di governo clinico dell’azienda Asl Toscana Nord ovest, Francesco Bellomo. Un’occasione di riflessione sul tema della salute e sul ruolo di supporto svolto dalla commissione nei confronti della conferenza zonale, alla luce del nuovo e complesso contesto di area vasta. La seduta ha visto la partecipazione della presidente della commissione, Diana Curione, della vicesindaco Ilaria Vietina, della consigliera Maria Teresa Leone, del consigliere Angelo Monticelli, del consigliere Andrea Pini e della consigliera Valentina Mercanti. Anche se si doveva parlare soltanto di partecipazione e riorganizzazione, come ha ricordato l’assessore Vietina, sono stati anche sollevati i temi più spinosi della sanità locale, a cominciare dalla questione delle lunghe attese per le visite in ospedale.
Questioni lanciate dalla consigliera comunale del Pd, Valentina Mercanti, che ha chiesto dati concreti e garanzie al rappresentante dell’Asl. “Vista la particolarità del periodo – interviene la vicesindaco Vietina – abbiamo chiesto alla Asl di affrontare insieme due tematiche fondamentali: la partecipazione delle associazioni ai percorsi di riorganizzazione delle attività e, sul piano della programmazione, la realizzazione di un percorso coordinato e condiviso fra Comune e azienda, sia nella sua dimensione complessiva, così ampia da imporre una nuova prospettiva di lavoro, sia per quanto riguarda la nostra zona distrettuale. Abbiamo necessità di confrontarci- evidenzia- nel momento in cui vengono fatte valutazioni e scelti gli indirizzi: la settimana scorsa, ad esempio, abbiamo avuto un incontro sulla realtà del consultorio. Sono state delineate linee di azione che preludono ad una riorganizzazione più funzionale dell’area distretto, ma sono ancora in fase di definizione i contenuti della convenzione socio-sanitaria. I nuovi strumenti- osserva- arricchiscono le possibilità di intervento nel rispetto delle reciproche competenze e della responsabilità istituzionale, che va sempre interpretata in un’ottica di integrazione con le associazioni”.
Dal 2014 il sistema di partecipazione è stato riorganizzato in maniera innovativa: in particolare è stata creata una linea di demarcazione fra ciò che è la tutela e quindi la segnalazione di ciò che non funziona, e la partecipazione attiva ai servizi, al monitoraggio, allo sviluppo e al miglioramento di questi ultimi. Un comitato di partecipazione è sempre esistito, ma in precedenza era guidato dalla disposizioni del direttore generale della zona distretto: con il ripensamento del ruolo di quest’organo sono le stesse associazioni che spontaneamente e in autonomia si impegnano a creare un ponte fra privati cittadini e azienda sanitaria.
“Elemento centrale del nuovo assetto sanitario – spiega Bellomo- è il comitato partecipazione, che coinvolge direttamente i cittadini, attraverso associazioni no profit, nella programmazione e nella definizione delle azioni, dei progetti sull’utilizzo dei servizi da parte degli utenti e sui servizi che possono divenire complementari all’offerta già fornita dall’azienda sanitaria. Attraverso il coinvolgimento delle associazioni no profit, che non hanno alcun rapporto privilegiato con le aziende, si mira a promuovere un volontariato puro e votato alle esigenze dei pazienti, che saranno più informati e consapevoli dei servizi offerti. Partecipazione è un metodo per denunciare, ma anche per proporre soluzioni condivise. Noi- chiarisce – facciamo da supporto, ma gli attori della partecipazione sono i cittadini. Il regolamento regionale del 2015, evidenzia come il ruolo del comitato sia anche quello di contribuire alla programmazione delle attività, fornendo proposte, affinché non si crei una conflittualità fra chi offre e chi utilizza i servizi”.
Sull’effettivo funzionamento del comitato persistono però alcune perplessità all’interno della stessa commissione. “C’è confusione per quanto riguarda l’organizzazione – osserva Monticelli – non è mai chiaro quando bisogna rivolgersi al pubblico piuttosto che al privato e i cittadini con problemi di salute anche gravi non sanno nel concreto come aderire al comitato e come denunciare situazioni irregolari. E’ necessario accelerare in processo di riassetto anche per tranquillizzare i pazienti: con questa organizzazione a pettine non si capisce più niente, deve maturare una nuova struttura”.
Di fronte a questo nuovo ruolo delle associazioni, sempre più protagoniste nell’incanalare e nel promuovere le esigenze dei cittadini, c’è chi mette in guardia anche sul rischio di una progressiva privatizzazione del settore sanitario. “Quanto resta di pubblico con questo sistema? – domanda Monticelli – Le persone stanno perdendo fiducia nel personale medico anche di eccellente professionalità a causa di un problema oggettivamente grave ed attuale: liste di attesa chilometriche che spingono a rivolgersi al privato”. A rincarare la dose è la consigliera Mercanti, che invita la commissione ad affrontare la concretezza della situazione. “Le risposte le pretendo dall’azienda – tuona- non possono esistere liste di attesa di sei-sette mesi anche per problemi gravi: è una questione da risolvere nell’immediato, abbiamo a che fare con la salute della gente. Diciamo sempre che la prevenzione è importante per la tenuta del sistema: ad oggi chi ha i soldi la fa, chi non li ha fa senza”.
“Il comitato deve far valere le sue istanze- risponde Bellomo- e non le singole esigenze delle associazioni, le quali devono, attraverso iniziative pubbliche, fornire informazioni utili per utilizzare i servizi, stimolare il cittadino alla partecipazione attiva: tutto ciò è una loro responsabilità. Questo modello nasce proprio per far partecipare le categorie più deboli, per capire quali siano le criticità e imparare a gestirle”.
Sul versante della programmazione interviene ancora la consigliera Mercanti, sollevando dubbi sulla reale capacità del territorio di partecipare attivamente e con risultati apprezzabili. “Il territorio è all’altezza di dare una risposta?- dice- Non sono contro la partecipazione, ma credo che siamo arrivati ad una riorganizzazione con una mancanza grande e grave da parte del territorio. Il fatto che l’ultima programmazione seria da parte della conferenza dei sindaci sia datata 2006 mi lascia perplessa. Il sindaco deve essere portavoce di una serie di necessità, dei rapporti con le associazioni. Ad oggi mi chiedo: qual è l’organo per la valorizzazione territorio?”.
“La legge 84 del 2015, ancora in corso di ulteriore arricchimento – spiega Bellomo – ha rafforzato l’area vasta dal punto di vista della programmazione: a breve saranno predisposte nuove linee guida, anche perché entro questo mese la regione ha preso impegni con il ministero per andare a proporre un nuovo assetto. In seguito all’elaborazione del piano di area vasta, però, si parla meno della parte territoriale. Come si recupera? Lavorando sulla parte della programmazione locale. Al momento ci troviamo in una fase di ridefinizione della rete di servizi e dei ruoli dei presidi ospedalieri nell’ambito dell’azienda. L’obiettivo è valorizzare le eccellenze e le buone pratiche esistenti: un’operazione complessa, che presuppone una visione di insieme da sviluppare congiuntamente”. Della stessa opinione anche il vicesindaco Vietina, che mette in evidenza la necessità, per il momento, di mettere alla prova i nuovi strumenti ed in seguito valutare i risultati.
“Abbiamo una fotografia chiara, ma in continua evoluzione della situazione – aggiunge Curione -: è vero che parliamo di programmazione a livello teorico e non abbiamo ancora un atto più concreto, ma la conferenza zonale dei sindaci sta iniziando a lavorare in modo soddisfacente, le preoccupazioni che abbiamo espresso al sindaco sono state riportate e affrontate in quella sede: questo è il modo giusto per comunicare”. Sposa lo stesso concetto anche la consigliera Leone, che pone l’accento sulla transitorietà di questa fase atta a prendere le misure con quella che si presenta come una rivoluzione del sistema sanitario. “Per dare risposte ai cittadini – dichiara – c’è necessità di questi momenti, che sono utili per poter dare un supporto alla parte politica nel risolvere problemi fondamentali. E’ in atto un cambiamento epocale: abbiamo bisogno di una rete interna per attivarci ed inserirci in un sistema più grande dove dobbiamo muoverci e che ancora non padroneggiamo”. Il prossimo incontro fra la commissione sociale e il sindaco è in programma per lunedì prossimo.
La consigliera Mercanti ha proposto un’analisi incrociata dei dati relativi alla libera professione e al settore pubblico, richiesta accordata dal resto della commissione. Una sessione sarà dedicata anche alla Carta europea dei diritti degli anziani in situazione di malattia, come suggerito dal vicesindaco. La commissione sarà inoltre presente a Firenze per la conferenza regionale sulla disabilità il 14 settembre e per quella nazionale il 15 e il 16.
Jasmine Cinquini