





Il campo delle Tagliate si avvia verso lo sgombero e la riqualificazione: mentre cala la popolazione con la partenza delle prime due roulotte, il Comune lancia un progetto di impresa per legalizzare la commercializzazione del ferro e pensa alla trasformazione a lungo termine in un’area verde. Lo smantellamento delle casette mobili, il primo ad opera dell’amministrazione Tambellini, ha avuto luogo questa mattina (20 luglio), sotto la supervisione del sindaco, dell’assessore Antonio Sichi e della polizia municipale.
Ad abbandonare il campo è un nucleo familiare di sei persone, risultato assegnatario di un alloggio popolare a Montuolo sulla base del bando Erp, conclusosi lo scorso mese di maggio, che si avvale di un sistema congegnato per evitare la concentrazione di gruppi etnici nella stessa zona residenziale. Gli ospiti di via delle Tagliate scendono così a 106, rispetto ai 126 dello scorso anno, suddivisi in 37 famiglie dislocate su 23 piazzole: entro dicembre l’amministrazione conta di far scendere la popolazione di altre venti unità. “Già la legge del 1971 – ricorda Sichi – obbligava il Comune a mettere in atto questa operazione: se si fosse bloccato prima l’accesso, oggi non ci sarebbe questa situazione nel campo”.
Dal 2004 ad oggi ci sono state 27 partenze volontarie: quella di oggi è la ventottesima in dodici anni. La famiglia in uscita è la prima assegnataria (trentottesima in graduatoria Erp) delle sette case popolari messe a disposizione del Comune dalla Comunità Europea a fine 2015 proprio per questo scopo: altri due alloggi sono già in preassegnazione. “Entro fine anno – annuncia Tambellini – raggiungeremo gli stessi numeri del campo rom di Torre del Lago, senza emettere ordinanze e senza lasciare bambini e persone non autosufficienti in mezzo ad una strada”. La tenuta del progetto di sgombero è assicurata dalla previsione di relazioni di censimento protocollate ogni tre mesi, ad opera della polizia municipale e dei servizi sociali.
Da settembre partirà inoltre un progetto innovativo, Da marginalità ad impresa, che prevede un percorso di accompagnamento per la creazione di ditte individuali da parte degli abitanti rom e sinti del campo che raccolgono e commerciano il ferro: questa operazione mira a superare la fase di illegalità e a trasformare il lavoro della comunità in una sorta di impresa, con tutte le regole che ciò comporta, a partire dal pagamento regolare delle tasse. Il progetto, che non comporta alcun costo per il Comune, sarà seguito da un punto di vista amministrativo dall’impresa locale L’impronta e associato alla cooperativa toscana Siamo in regola, a sua volta consorziata all’interno di Equo punto a capo. L’iniziativa va ad affiancarsi ad un’altra già in atto da aprile: il progetto Campo Pulito, che ha previsto la firma da parte di tutti gli abitanti di un patto di collaborazione per la pulizia dell’area interna e l’affidamento a tre volontari della cura delle zone esterne limitrofe. “Si tratta di progetti innovativi e rivoluzionari – spiega Sichi – con cui abbiamo contribuito a dare dignità e decoro a quest’area, caratteristiche che non possiedono molti altri campi rom di Italia. Pur con tutti i limiti presenti in un contesto di marginalità abbiamo la situazione sotto controllo, grazie anche al dialogo che siamo riusciti ad instaurare con la popolazione, che ci ha permesso di responsabilizzarla”. Il sindaco chiarisce anche le direttrici per il futuro. “L’obiettivo – dichiara – è quello di smantellare completamente il campo in un arco di tempo ragionevole, vale a dire tre anni: al suo posto intendiamo recuperare un’area verde. L’assessore Sichi e gli uffici del Comune hanno svolto un lavoro egregio, ottenendo i risultati che volevamo e che si ispirano a principi inclusivi che sono alla base della convivenza e della legalità”. Gli amministratori fanno anche sapere che da gennaio i residenti del campo pagano regolarmente le utenze: ad ottobre i contatori dell’acqua erano stati sigillati da Geal a causa del mancato versamento delle quote dovute, ma a partire dal nuovo anno, grazie anche ad una dilazione delle bollette, in arrivo ogni quattro mesi, i pagamenti sembrano essere regolari, sebbene dagli abitanti giunga qualche protesta per i costi secondo loro eccessivi. Il porta a porta annunciato dal Comune è ancora in fase di elaborazione, ma nel frattempo i bidoni sono stati spostati dietro ai cespugli di fronte al campo, per consentirne il monitoraggio da parte dei volontari che curano il decoro delle aree esterne. I contenitori sono ricolmi e circondati da sacchi dell’immondizia, ma i residenti non si addossano l’intera responsabilità. “Sono anche i vostri cittadini – lamenta uno dei volontari – a portare qua la spazzatura. Abbiamo chiesto al Comune dei bidoni più grandi perché con questi non riusciamo a tenere pulita l’area”. Anche l’installazione di due telecamere nei mesi scorsi ha testimoniato lo scarico di merce da parte di due imprese locali.
Jasmine Cinquini