Riforma Camere Commercio, Rsu: “Governo ci ripensi”

26 luglio 2016 | 10:42
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Riforma Camere Commercio, Rsu: “Governo ci ripensi”

Camera di Commercio a rischio accorpamento e diminuzione di servizi. E la Rsu di Corte Campana, all’unisono con quelle di altre sedi nazionali, alza la voce. “Il prossimo 29 luglio – si legge in una nota della rappresentanza dei lavoratori – è in programma una riunione del consiglio dei ministri per definire il contenuto del decreto di riforma del sistema camerale. Questo prevede la riduzione del numero e delle funzioni attribuite alle Camere di Commercio, la soppressione delle sedi secondarie non essenziali, il taglio del personale di almeno il 15 per cento, percentuale che sale al 25 per cento del personale adibito alle funzioni di supporto per le Camere di Commercio accorpate. La riforma delle Camere di Commercio che il governo vuole chiudere in questi giorni estivi è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana. Questo è quanto sottolineiamo con forza”.

“In un periodo storico-economico – prosegue la nota – in cui sarebbe necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi rafforzare le Camere di Commercio, il governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. Ma la strada di riforma della pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di tagli indiscriminati. Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno invece rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti, per rispondere alle imprese che chiedono celerità e innovazione. Per questi motivi chiediamo al governo, a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in consiglio dei ministri il 29 luglio, che crea soltanto disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali. Gli imprenditori, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà e imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato. Con questa riforma in atto, i servizi che le Camere non fornirebbero più alle imprese, da subito, sarebbero certificati d’origine, carnet Ata, contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici; sostegno all’internazionalizzazione; supporto alle pmi per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito o sostegno ai consorzi garanzia fidi (Confidi); corsi di formazione alla nuova imprenditoria e imprenditoria femminile; organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (novità normative, gestione di impresa, argomenti specifici per ciascun settore economico); supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione consulenza per la fatturazione elettronica; consulenza per deposito marchi e brevetti e pubblicazione di dati e studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici”.
“Riteniamo, pertanto – chiude la nota, condivisa anche con altre Camere di Commercio di tutta Italia –  che le Camere di Commercio debbano essere potenziate, attribuendo loro servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del paese, cosa che consentirebbe anche il mantenimento di sedi e personale. Questo è quanto deve passare nel consiglio dei ministri del 29 luglio, questo è quanto chiediamo”.