Scuola, allarme per i nuovi precari nelle graduatorie

3 agosto 2016 | 16:54
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Scuola, allarme per i nuovi precari nelle graduatorie

Scuole, i docenti precari lucchesi sono preoccupati dopo l’accoglimento da parte del Consiglio di Stato del ricorso del Gilda che produrrà l’inserimento di 250 altri precari nelle graduatorie scolastiche ad esaurimento. E’ la conseguenza del susseguirsi di sentenze favorevoli ai diplomati magistrali prima del 2001/2002 che erano stati inizialmente esclusi dal decreto ministeriale. A farsi portavoce dello sconforto generale un gruppo di docenti inseriti nella seconda fascia delle graduatorie provinciali di istituto che stamani (3 agosto) hanno incontrato il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Donatella Buonriposi, presentando le loro rimostranze e consegnando una lettera in cui viene riportata tutta la preoccupazione per il prossimo anno scolastico.

“La notizia apparsa giorni fa su siti specializzati e quotidiani locali, relativa all’esito positivo di un ricorso inoltrato dal Gilda al Consiglio di Stato, in seguito al quale, 250 precari verranno inseriti con riserva nelle Gae di Lucca, ci ha gettato nello sconforto – si legge nella lettera -. Lo sconforto di chi sa che con tutta probabilità si tratta di docenti che arriveranno in gran parte da fuori provincia, andando ad allungare le graduatorie. Lo sconforto di chi è cosciente che in una piccola realtà come quella lucchese, 250 lavoratori in più sono molti. Lo sconforto di chi, informato su come si dovranno svolgere le procedure di assunzione, sa che anche se inseriti con riserva, questi ricorrenti avranno diritto all’immissione in ruolo (che verrebbe revocata in caso di ribaltamento della sentenza definitiva) e al conferimento di contratti temporanei. Lo sconforto di chi ha lavorato per anni come docente di scuola primaria e non sa se a settembre potrà ancora contare su quel lavoro che, se pur precario, finora gli ha portato soddisfazioni e dato di che vivere”. “La rabbia e il disgusto – prosegue il gruppo di precari – scaturiscono dal profondo senso di ingiustizia che questa situazione risveglia in noi (che siamo direttamente coinvolti) e in coloro che, da noi, vengono messi al corrente di ciò che sta succedendo. Dalla sensazione che il nostro lavoro non venga adeguatamente considerato e tutelato, da come il governo abbia scelto di non gestire finora questa situazione. Forse non è vero che la legge è uguale per tutti, forse per noi precari della scuola è un po’ meno uguale. E ci troviamo a farci la guerra l’un l’altro”. “Ci chiediamo – proseguono – dove sia la giustizia in un paese nel quale docenti con anni e anni di esperienza, si vedono passare avanti, attraverso vie legali, persone non soltanto in possesso dello stesso titolo abilitante, ma spesso con punteggi notevolmente inferiori, talvolta senza specifica formazione e magari privi di esperienza in ambito scolastico. Questa è la situazione che ci attenderà a settembre. Molti di noi, che l’anno passato hanno lavorato grazie a supplenze temporanee rischiano di non lavorare e chi era nelle prime posizioni in seconda fascia dovrà accontentarsi di ciò che resta dopo l’assegnazione degli incarichi ai docenti in Gae, compresi quelli che occupano le ultime posizioni che non sono mai entrati in una classe e hanno una manciata di punti. Ci sentiamo impotenti di fronte a questa realtà: spetterebbe al governo ristabilire giustizia e uguaglianza emanando un apposito provvedimento. Abbiamo, però, deciso di levare le nostre voci perché queste ingiustizie vengano almeno alla luce. Non sappiamo se Lei possa fare qualcosa in proposito, ma confidiamo nel suo interessamento, magari per sollevare la questione nelle sedi appropriate”.