Cultura, i Custodi della città bacchettano il sindaco

Assenza di governance della cultura e “incapacità di raccordare le istanze della democrazia diretta, che sono giunte forti in questi ultimi mesi, con la democrazia rappresentativa per una piena democrazia partecipativa”. Sono queste secondo Francesco Petrini del gruppo dei Custodi della città, sorto per ottenere la costituzione della Consulta della cultura le pecche dell’amministrazione comunale in tema di promozione e rilancio delle iniziative culturali. Petrini trae spunto dal dibattito sul nuovo piano strutturale e dalle parole spese dall’assessore all’urbanistica Serena Mammini per lanciare tuttavia un attacco alla stessa amministrazione.
“L’assessore lamenta, che la città si sia impoverita. Penso che intenda: culturalmente impoverita. Ed è vero, io del resto lo sostengo da qualche anno. Ed il gruppo dei Custodi della Città che un anno sta per compierlo lo sostiene con motivati argomenti, non a caso siamo nati per ottenere la Consulta della Cultura. Ma questo impoverimento non dipende solo dalla scomparsa di persone valide. Anche l’amministrazione, nella figura del sindaco tuttologo, ha le sue grosse responsabilità. Prima fra tutte: l’incapacità di governance della cultura, peggio l’assenza di governance della cultura. L’incapacità, insomma, di dar vita insomma ad un circolo virtuoso che non potrebbe che far bene alla politica, intesa in senso alto come ama dire il nostro sindaco. Invece ci troviamo in una situazione di grave e imperdonabile carenza di iniziativa politica. Uno spreco di energie e potenzialità senza pari, che Lucca non merita. Si leggano i punti all’odg approvati dall’assemblea dei Custodi del 23 giugno, che poi sono i percorsi proposti l’anno scorso al sindaco nel nostro appello per la Consulta, organismo che al momento stenta a decollare e che pure sarebbe, in questa situazione, necessario. Cosa ne è del sistema museale prefigurato, se non nella forma nella sostanza, in un documento propedeutico al piano strutturale approvato dal Consiglio comunale, del Museo della Città a Palazzo Guinigi da sempre promesso, dell’impegno per un rilancio di Lucca e delle Sei Miglia a livello internazionale, della tutela e appropriata valorizzazione di importanti ma poco conosciuti beni culturali materiali abbandonati e in pericolo, del raccordo delle molteplici ma disordinate iniziative in campo musicale per Lucca città della musica, di un’offerta turistica degna di una città che aspira ad essere destinazione turistica di eccellenza?. Dove sono progetti di valorizzazione dei Beni culturali immateriali che la nostra tradizione ci offrirebbe? Non crede la nostra valida assessore all’urbanistica che Lucca avrebbe meritato di meglio in questo campo? Grande merito, certo, l’aver condotto praticamente in porto il piano strutturale; buone cose si sono fatte, io credo, nel sociale, per non parlare dei Piuss. L’impegno e l’onestà dei nostri rappresentanti è fuori discussione. Penso che a distanza di qualche mese dalla fine della consiliatura questa amministrazione avrebbe potuto vantare un bilancio assai positivo se non si fosse lasciata, in una città come Lucca che meriterebbe di essere dichiarata patrimonio dell’umanità, la cultura alla burocrazia degli uffici e alle episodiche intuizioni e di un sindaco che ora dichiara per l’ennesima volta e dopo che da anni gliel’abbiamo detto, di pensare a un qualcosa di simile al sistema
museale, che lascia nei cassetti progetti voluti dal Comune, mi riferisco al quello portato a termine dal sottoscritto col contributo della Fondazione della Banca del Monte sull’archeologia industriale e la storia sociale, e che forse ha preteso un po’ troppo da se stesso”.