




Gravitano più o meno tutti nelle vie che congiungono Porta San Pietro a piazza Napoleone, prediligendo i vicoli, come quello della Dogana. Sono le “bande” di ragazzi, per la maggior parte minorenni, che specialmente d’estate non trovano modo migliore di ingannare il tempo che recare danno al decoro urbano e disturbare la quiete pubblica. Una tendenza che non accenna ad invertire il senso di marcia, stando alle dichiarazioni di chi quelle zone le vive, per ragioni lavorative o perché, più semplicemente ci abita. E, soprattutto i vandalismi, continuano: vetrine dei negozi e portoni dei palazzi presi a calci e pugni e le fioriere rovesciate.
“E’ triste dirlo, ma noi da giovani non eravamo così – è la disamina di due anziani che abitano in un condominio che si affaccia proprio sul vicolo della Dogana – e quello che più fa male, oltre alla maleducazione e al disturbo, è pensare che queste persone, per divertirsi, sentono bisogno di recare danno al prossimo. E’ un vuoto culturale e sociale enorme, un cratere, proprio, all’interno del quale si muovono bande rivali di minorenni abbandonati a sé stessi”.
Stessa musica tra i commercianti: tutti hanno ancora negli occhi l’episodio dell’aggressione al titolare del ristorante Tabarro di qualche settimana fa, ma quando chiediamo se la situazione nella zona sia migliorata ci tornano indietro soltanto sguardi alzati al cielo. “Qui continuano a fare quello che vogliono – commenta il gestore di un bar – e se prima passavo dal vicolo per tagliare e guadagnare tempo, adesso evito. Capite a cosa siamo arrivati? Servono più controlli, anche di giorno, perché questi non hanno paura di nulla e sembra che non abbiano nulla da perdere. Anche l’altra sera hanno rotto un vaso qui fuori: ormai si sono specializzati in quello”.
Oggetti in frantumi, calci alle vetrine e schiamazzi in serie, nel cuore della notte, anche nella vicina via San Girolamo ed in via della Mano. “Qualche telecamera in più non guasterebbe – afferma un commerciante – ma poi servono pene esemplari, perché questi sono ragazzi che evidentemente non hanno delle famiglie alle spalle. E’ già la terza volta che ripulisco la mia saracinesca dalle bombolette spray, ma ormai ho perso le speranze”. Episodi, quelli descritti, spesso alimentati anche dal consumo di bevande alcoliche in centro, in dosi smisurate: “Specialmente in corso Garibaldi – commenta un barista – è una guerra per chiedere di gettare i rifiuti, specialmente il vetro, negli appositi contenitori. Invece nulla, fanno come vogliono. Qualcosa deve cambiare, in fretta”.
Paolo Lazzari