Il sindaco: S. Luca, avanti per potenziarlo

21 agosto 2016 | 11:06
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Il sindaco: S. Luca, avanti per potenziarlo

L’ospedale San Luca è “una grandissima occasione” per la sanità locale, le cui “prospettive”, “debbano essere affrontate con una visione un po’ più ampia di quel che ho letto negli ultimi giorni”. Il sindaco Alessandro Tambellini e presidente della conferenza zonale dei sindaci dell’Asl torna a difendere il modello ospedaliero del San Luca, pur auspicando la prosecuzione di un percorso di “messa in rete” dei presidi e la loro specializzazione. Ma la questione, spiega il sindaco, non può essere solo quella legata ai posti letto.

“Sono tra coloro – e lo dico subito – spiega Tambellini – che ritengono il nuovo ospedale una notevolissima occasione nel quadro del servizio sanitario che si sta delineando a livello nazionale, con le inevitabili successive ricadute ai livelli regionali. Proprio l’investimento effettuato per il nuovo ospedale rassicura infatti sulla tenuta d’insieme dell’offerta sanitaria nel nostro territorio. Non è immaginabile infatti rendere infruttuoso un investimento come quello occorso per i nuovi presidi ospedalieri in Toscana. C’è semmai da capire e da programmare come, nell’Area Vasta nord ovest, che è ormai realtà, si costruirà l’integrazione e la complementarietà tra i vari ospedali esistenti”.
“Abbiamo sempre affermato – prosegue il primo cittadino -che la sanità ospedaliera deve essere integrata a diversi livelli secondo un principio di verticalità, stabilito peraltro dallo stesso Decreto Balduzzi. Ma essa deve inoltre trovare rapporti di integrazione tra gli ospedali di valenza provinciale o ad essi assimilabili. Mi spiego meglio. L’alternativa è tra la scelta di un modello secondo il quale nell’Area Vasta esiste un solo grande presidio ospedaliero specialistico e tutto il resto è di supporto, come pronto soccorso più o meno vasto. Oppure si dà vita a specializzazioni diffuse, anche secondo quanto nel tempo nei singoli ospedali si è realizzato in termini di alte professionalità o di ambiti ad alta specializzazione. Personalmente ritengo più valido e mi batto da tempo in ogni contesto per questo secondo modello. Sappiamo che il San Luca è al momento sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità. Lo stesso comparto operatorio offre disponibilità tecniche oggi utilizzate solo in parte”. “Altrettanto – va avanti – si può dire per attrezzature di primissimo livello a disposizione del San Luca sia per la diagnostica che la cura, sfruttate di sicuro non al massimo delle potenzialità. Ma l’ottimizzazione delle risorse, sia professionali che tecniche, deve essere costruita in un quadro di rapporti in rete in grado di valorizzare al massimo le specificità sviluppate nei singoli presìdi. Credo inoltre che si debbano rafforzare percorsi per cui, ferma restando la libertà del cittadino di rivolgersi dove vuole, ciò che si può fare a Lucca (o a Massa o a Livorno) si faccia lì e non altrove. Altrimenti si continuerà a parlare e a recriminare. Ma sarà un esercizio ozioso”.
Legata alla questione San Luca, ovviamente, anche quella dei servizi sul territorio. “Vi è poi – aggiunge Tambellini – il tema fondamentale della sanità territoriale, che è di complemento alla stabilizzazione della malattia nella fase acuta in ambito ospedaliero. Riguardo a ciò si è detto infinite volte quanto i programmi di medicina preventiva e di assistenza di secondo livello per la riabilitazione o per le cronicità siano essenziali e debbano far parte di un programma che va ripreso, dopo inizi incoraggianti, stabilito e rafforzato nei diversi ambiti territoriali. Si tratta di questioni complesse che da parte mia ho inserito in tutte le osservazioni che ho proposto per i documenti di programmazione della Conferenza dei Sindaci d’Area Vasta. Si tratta di questioni che dal livello della polemica devono passare al piano del confronto per le concrete realizzazioni che riguardano non solo gli anni prossimi, ma la migliore disponibilità per il cittadino di quel che oggi già esiste. Per cui propongo alla direzione dell’ASL Nord Ovest, ai sindacati, agli operatori di incontrarci per un confronto, secondo le modalità da stabilire, il giorno giovedì primo settembre. Credo infatti che sia necessario un momento esplicativo, in cui si faccia il punto della situazione e si definiscano le linee di programma, riportando le questioni alla loro dimensione reale e quindi alle condizioni il più possibile oggettive”.