Notte Bianca, la nuova data non convince tutti

30 agosto 2016 | 12:47
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Notte Bianca, la nuova data non convince tutti
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Notte Bianca, la nuova data non convince tutti
Notte Bianca, la nuova data non convince tutti
Notte Bianca, la nuova data non convince tutti

Esercenti divisi sul rinvio della Notte Bianca: bene averla recuperata, ma la data del 10 settembre e la mancata consultazione non convincono pienamente tutti. Ciò che invece unisce la città è l’impegno a raccogliere fondi da destinare all’assistenza delle popolazioni colpite dalla catastrofe sismica. “Il grande successo – evidenzia Giovanni Martini, presidente della Commissione centro storico di Confcommercio e titolare del bar Monica – è stato aver recuperato la data. Chiedetevi quanti comuni italiani che avevano in programma eventi per quella sera sono poi riusciti a riconfermarli: probabilmente siamo gli unici. L’idea iniziale non cambia, anzi abbiamo più tempo per preparare meglio il tutto. L’importante è non averla persa, anche perché abbiamo deciso insieme a molti locali del centro di organizzare una raccolta fondi in diversi punti della città, in modo da raggiungere il maggior numero possibile di persone”.

Che probabilmente non si sarebbe trattato di un annullamento bensì di un semplice slittamento, dettato dall’esigenza di unirsi al lutto nazionale, gli organizzatori l’avevano chiarito sin da subito ed hanno mantenuto la parola data. Ciò che lascia perplessi molti dei commercianti è piuttosto l’assenza di comunicazione e di un loro diretto coinvolgimento nella scelta della seconda data, cosa che sarebbe invece sembrata più logica dato che sono proprio le attività del centro storico a svolgere un ruolo da protagoniste per la buona riuscita della serata. “Bene aver recuperato la data – asserisce Andrea Cordoni del caffè del Mercato, vicepresidente dell’Associazione baristi di Lucca – molto male, però, che non ci abbiano consultati per decidere il nuovo giorno. La programmazione comunque sarà la stessa e ci muoveremo anche noi per elargire denaro alle famiglie colpite”.
Fra gli esercenti si levano anche voci di protesta per l’annullamento della serata di sabato scorso, una notizia giunta all’ultimo minuto che per alcuni ha significato problemi con gli ordini, raddoppiati in vista dell’afflusso eccezionale. “Personalmente avrei confermato la data del 27 agosto – sostiene Samantha Paladini, titolare dell’Old City Bar – perché alle popolazioni colpite non avrebbe arrecato danno. Abbiamo avuto problemi legati agli ordini: avevamo già comprato tutto e abbiamo saputo dell’annullamento due ore prima dell’arrivo dei rifornimenti. Anche questa volta, peraltro, non ci hanno comunicato la data se non a cose fatte. Speriamo almeno che il meteo sia favorevole, ma sicuramente ci sarà meno gente perché Lucca si svuota di turisti in quel periodo”.
Di tutt’altro parere alcuni ristoratori che non avendo subito perdite guardano già con favore alla prossima Notte Bianca, senza dimenticare la connotazione solidale dell’evento. “Il rinvio era obbligatorio per via del lutto nazionale- spiega Giuliano Pacini, titolare del ristorante La Buca di Sant’Antonio- era importante dare un segnale e in questo modo l’abbiamo fatto. Non ci sono stati problemi per le ordinazioni perché il sabato è comunque una serata di notevole afflusso. Nonostante le preoccupazioni iniziali, questa grande occasione di movimentare il centro non è andata persa. Siamo tremendamente toccati da quello che è successo nel centro Italia e ci uniremo di buon grado alla raccolta fondi per cercare di fare la nostra parte”.
Fra gli esercizi vi è infine chi, pur non mettendo in discussione la decisione di rimandare la festa, invita le istituzioni a far sentire la vicinanza alle regioni toccate dal sisma anche attraverso l’elargizione di risorse provenienti dalla tassazione. “Lo spostamento non ci ha creato problemi- commenta lo staff del locale Da Ciacco, in Piazza Napoleone- come già avremmo fatto devolveremo parte dell’incasso della serata, ma ci sembrerebbe giusto che anche l’amministrazione facesse la sua parte destinando ai terremotati il ricavato della tassa per il suolo pubblico e di altre imposte comunali”.

Jasmine Cinquini