Altri 20 migranti, scontro tra Comune e Prefettura

1 settembre 2016 | 11:56
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Altri 20 migranti, scontro tra Comune e Prefettura

di Roberto Salotti
Manca soltanto la firma sul contratto, ma l’accordo sembra ormai cosa fatta. Il progetto di alloggiare altri venti migranti in un agriturismo di San Macario, che l’estate scorsa era stato sventato dall’intervento del Comune, torna oggi sul tavolo della prefettura di Lucca che in queste ore è alle prese con una nuova emergenza. Nei prossimi giorni sono attesi almeno 143 nuovi richiedenti asilo in Lucchesia e con la tensostruttura delle Tagliate che già scoppia si cercano sistemazioni alternative. Ed ecco che dal “cilindro” delle manifestazioni d’interesse dei privati, viene rispolverata l’offerta della Giamì Immobiliare, bloccata in extremis nemmeno un anno fa perché sindaco e assessore si erano messi di traverso. Dicendo no a quel modello di accoglienza che “privilegia il business e non l’assistenza a questi poveri disgraziati”. Lo strappo è nuovamente servito. Il sindaco Alessandro Tambellini non usa mezzi termini: “Sono fermamente contrario a qualsiasi soluzione che metta in discussione il modello finora adottato perché rischierebbe di compromettere l’equilibrio trovato con i cittadini”.

Antonio Sichi anche stavolta prova a mediare, ma sa anche che la situazione, suo malgrado, è molto diversa: “Ci mettono praticamente davanti al fatto compiuto – spiega -: ho saputo soltanto nelle ultime ore, in via indiretta, che veniva ripresa in considerazione di ospitare altri 20 migranti nell’Oltreserchio”.
Così ha afferrato il telefono e chiamato la Prefettura: “Manca soltanto la firma a quanto pare, ma il contratto è cosa fatta”, spiega Sichi: “Stavolta siamo alla rottura dei rapporti – afferma -, perché da parte mia c’è sempre stata la massima disponibilità quando si è trattato di mettersi ad un tavolo e studiare il modo migliore di affrontare un problema. Ebbene, a quel tavolo non vado certo adesso a ratificare una decisione che è stata già fatta senza consultarci”.
Se confermata porterà a circa 56 il numero complessivo dei migranti ospiti nella zona dell’Oltreserchio, una “popolazione” superiore al criterio dell’1 a 6, come prevede “il modello toscano” dell’accoglienza. Ma la situazione dimostra che, forse, siamo già oltre. Il sindaco tuttavia non ha intenzione di fare passi indietro sulla politica finora adottata in tema di accoglienza e lancia un monito al Prefetto, pronto ad agire se il caso lo richiederà. “Se la Prefettura confermerà la volontà di collocare venti profughi all’interno della struttura privata nella frazione di San Macario, già tralasciata da Comune e Prefettura lo scorso anno – avverte il primo cittadino -, la Prefettura assumerà unilateralmente questa decisione, in quanto il Comune di Lucca ha sempre dato la massima disponibilità ad accogliere le persone richiedenti asilo, ma all’interno di percorsi condivisi che mettano al centro un progetto di tipo sociale di integrazione con i territori che li accolgono. Questo – aggiunge Tambellini – è il modello che portiamo avanti e che riteniamo abbia dato risposte finora positive. Ribadisco quindi la disponibilità, perché sento la responsabilità di contribuire come sindaco di un comune italiano all’emergenza in atto, ma sono fermamente contrario a qualsiasi soluzione che metta in discussione il modello finora adottato perché rischierebbe di compromettere l’equilibrio trovato con i cittadini”.
“Come Comune di Lucca ci facciamo in tre – aggiunge Sichi -, ospitando oltre 300 migranti, il doppio di quanti ce ne spetterebbero. Senza considerare poi che sono andati a vuoti i nostri appelli ad affrontare la questione del sovraffollamento alla tensostruttura delle Tagliate. Qualcosa, purtroppo, appare cambiato: quello che arriva dalla prefettura è un brutto segnale, perché si esclude il Comune di Lucca dalle scelte sull’accoglienza, quando questa amministrazione si è fatta capofila di un modello a livello locale riconosciuto ben oltre i confini della nostra provincia. Non siamo disponibili a fare ancora da cuscinetto: non comprendiamo, francamente, per quale motivo si giunga adesso a questa risoluzione quando l’ipotesi di un secondo centro di accoglienza in Versilia è naufragata perché il Comune di Camaiore si è detto contrario”.
Erano gli inizi dell’estate e non se ne è fatto nulla. Ora siamo alla fine e manca ancora una struttura in grado di rispondere all’emergenza dettata dai nuovi – continui e massicci – nuovi sbarchi. “Siamo contrari per principio al modello cui si vuole ricorrere per la gestione di queste ore complicate – rincara ancora l’assessore Antonio Sichi -: non si può ricorrere secondo noi a soggetti privati che mirano soltanto a fare cassa e poi pensare in un secondo momento a chi si occuperà e a come verranno seguite queste persone. E’ il principio che contestiamo e torno a sostenere la ferma volontà del Comune a sostenere invece un modello di accoglienza finalizzata all’integrazione con i territori di piccoli gruppi di migranti, inseriti in un contesto che sia in grado di coinvolgerli anche in progetti di valenza sociale, come quello dei lavori utili. Mandare venti persone in un agriturismo non ci pare la soluzione ideale”.
Al momento, comunque, la situazione è in evoluzione. Dopo il confronto telefonico con la prefettura, l’assessore ha presentato il caso al sindaco Alessandro Tambellini che è d’accordo su tutta la linea. “Se la situazione è questa, credo che siano ben pochi gli spazi di manovra – commenta ancora Sichi -: il Comune valuterà il da farsi. Soprattutto sul fronte della gestione degli arrivi alle Tagliate. Un’ordinanza per fissare un tetto massimo di ospiti? Il Comune può farla, ma non è quello a cui vogliamo arrivare anche se in una situazione di emergenza e se vi fossero problemi compito principale dell’amministrazione sarebbe quello di intervenire con provvedimenti adeguati”.
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