Angelini insiste: “Il S. Luca? E’ un abuso edilizio”

“Cento milioni di euro di costi non giustificati nell’appalto per la costruzione di un ospedale abusivo: il San Luca”: Piero Angelini, consigliere comunale di Governare Lucca, torna alla carica dopo che l’Usl Toscana Nord Ovest, alcuni giorni fa, ha deciso di replicare alla presa di posizione del Comitato Ghiselli e insiste con la tesi che a San Filippo il monoblocco non sarebbe dovuto sorgere.
L’ex senatore, che promette di portare all’attenzione dell’Anac la documentazione ulteriore che raccoglierà nel prossimo mese, è affiancato dal dottor Alessandro Di Vito, membro del comitato Lucca per una sanità migliore e dall’ex assessore di Governare Lucca, Luigi Stefani. I temi, evidenzia, sono quelli già posti sotto la lente di ingrandimento da alcuni mesi, senza che nessuno, dall’amministrazione comunale alle altre forze di opposizione (in particolare il centrodestra) si sia “preoccupato di approfondirli”.
Il focus del professore è netto: “Astaldi trae profitto ingiustificato dall’appalto. Lucra – sostiene – una serie di milioni che vengono sottratti alla sanità lucchese. Si è fatto il progetto da solo, mirando a risparmiare il più possibile e ad ottimizzare il profitto, il tutto a detrimento dei servizi offerti”. Un punto sul quale anche il comitato rappresentato oggi (2 settembre) da Di Vito ha chiesto delucidazioni all’azienda sanitaria.
“Oggi – argomenta Angelini, al solito supportato da una copiosa documentazione sul caso – ci troviamo di fronte l’immagine di un ospedale impoverito, a causa di una finanza di progetto gestita in malo modo. Questo, inevitabilmente, si riflette in modo negativo sulla gestione, provocando una carenza di risorse. Il problema risiede a monte: manca un permesso a costruire legittimo, lo diciamo da tempo. Tambellini e i suoi, tuttavia, preferiscono aggirare i problemi bollando chiunque proponga critiche costruttive come disfattisti”.
La questione San Luca, una di quelle fissate nell’agenda del consigliere (che promette di intervenire a breve sul tema degli assi viari), è tornata fortemente d’attualità quando, come precisato, l’Usl Toscana nord ovest ha inteso rispondere al comitato Ghiselli (traendo spunto dalla questione eliporto), definendo “false e pretestuose” le affermazioni dei suoi membri. In sostanza, come si ricorderà, l’azienda sanitaria ha affermato, in merito all’accusa di mancata autorizzazione a costruire, di avere fatto ricorso alle procedure previste dalla conferenza dei servizi e di avere ottenuto dal Comune il rilascio del permesso a costruire, nel 2012.
“Peccato che quello citato dall’Azienda – osserva Angelini – non sia affatto un permesso a costruire: si tratta, infatti, di due varianti in corso d’opera al progetto. Non solo: per quanto concerne l’eliporto l’azienda chiama in causa Enac e Arpat, affermando di avere contestato l’opera appena essi avevano fatto i rilievi, dopo essersi espressi diversamente nelle conferenze dei servizi del 2008 e del 2011. Peccato, un’altra volta, che Enac e Arpat, come risulta dagli atti, non abbiano mai preso parte a quelle conferenze”.
“C’è disinformazione e falsificazione: ecco il punto”, afferma Angelini. Il professore ricorda di aver perso quasi tutte le battaglie più recenti, ma che non è disposto ad accettare che “si riscriva la storia”. “L’ospedale è abusivo – continua – e questo lo diceva già il geometra Guido Barsotti nel 2010, che in una lettera protocollata ai dirigenti Volpi e Di Bugno scriveva: ‘…è da valutare se far proseguire l’opera senza disporre di un progetto esecutivo e senza che sia esercitata una doverosa vigilanza sui lavori’. La procedura della conferenza dei servizi – ricorda il professore – non può sostituire un’autorizzazione di competenza di un’amministrazione. Il Comune questo lo sapeva bene, ma non l’ha mai rilasciata”.
La conseguenza, per Angelini, è nota: “Trattandosi di opera abusiva, terreno e ospedale dovrebbero essere confiscati”. “Nel 2008 il piano strutturale prevedeva che quello fosse terreno agricolo – afferma – e nessuna attestazione di conformità poteva essere concessa. Certo, se un giorno ci sarà un sindaco che ha voglia di occuparsene, gli estremi per la confisca non mancherebbero. Invece, oggi, ci troviamo asserviti alla regione Toscana”.
Angelini interviene anche riguardo alle decisioni del Tar: “Non vanno assolutamente a favore dell’Usl Toscana nord ovest. L’unica pronuncia nel merito, del 26 febbraio 2015, ha rigettato il ricorso di Regione e Usl 2 diretto ad annullare la deliberazione del Consiglio comunale del 25 settembre 2008, con la quale si confermava la destinazione agricola di alcune parti dell’area di San Filippo contenuta nel piano strutturale, la cui validità viene dunque riconfermata”.
Ce n’è poi anche per gli altri gruppi politici: “Il centrodestra, oggi, a Lucca non esiste: non si occupa dell’ospedale, della svendita di Gesam, della carenza dei servizi sociali e di molto altro. I candidati alle primarie del Pd, se sono onesti, presentino subito un programma alternativo a quello di Tambellini, che tocchi questi temi”. Angelini ricorda infine che nel prossimo mese eseguirà una serie di scrupolosi controlli sui documenti, per poi presentare i risultati all’Anac: “E’ passata quasi sotto traccia la notizia che Astaldi vorrebbe vendere la sua concessione per risanare il suo debito. Questo significa che i costi sono molto diversi da quelli che vengono raccontati”.
La chiosa finale è di Di Vito: “L’ospedale è sorto senza un permesso a costruire – afferma – e continueremo a dirlo finché l’azienda non ci risponderà: l’accordo di programma sostituisce le concessioni edilizie a condizione che ci sia l’assenso del Comune interessato. Devono dirci se questo assenso ci fu o no: noi sappiamo che nel 2008 non c’era”. Poi il capitolo, annoso, dei posti letto: “Ce ne sono 330 anziché 410. Il costo medio è di 400mila euro all’anno: questo significa che i cittadini pagano 32 milioni di euro per un ospedale che non ha letti sufficienti. Non solo: i costi associati alla finanza di progetto, per l’azienda, prevedono una spesa pari a 12 milioni di euro: ci devono dire a chi sono andati questi soldi, dettagliando le singole voci. Noi, nel frattempo, continueremo a difendere l’area del Campo di Marte: ricordo che è zona acustica 2 e che gli ospedali si possono costruire in zona 1 o 2. Al San Luca siamo in zona 3 e 4: significa che nei dintorni bisognerebbe marciare a 30 chilometri orari, senza tir”.
Paolo Lazzari