Grande folla in città per la Luminara – Foto

13 settembre 2016 | 17:52
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Grande folla in città per la Luminara – Foto
Grande folla in città per la Luminara – Foto
Grande folla in città per la Luminara – Foto
Grande folla in città per la Luminara – Foto
Grande folla in città per la Luminara – Foto
Grande folla in città per la Luminara – Foto

Grande folla, fra fede e rito civile, per la magia della Luminara che questa sera (13 settembre), vigilia della Santa Croce, è tornata ad attraversare le vie della città. Anche se non è mancato qualche intoppo nell’organizzazione, sia nell’accensione dei lumini sulle facciate dei palazzi sia nella distribuzione dei ceri ai partecipanti alla processione (Leggi). Spente e rispettose, per la gran parte, invece, le vetrine dei negozi. Anche gli esercizi che erano aperti per l’occasione, al passaggio della Luminara hanno abbassato le luci in segno di rispetto e partecipazione allo spirito del corteo.
Il momento in cui le comunità religiose e civile della città si fondono ha preso il via, dopo il raduno stabilito nelle vicinanze della chiesa di San Frediano, regolarmente intorno alle 20.
Lì si è iniziato a percorrere, davanti a un buon pubblico di partecipanti, tanti cittadini ma anche molti turisti l’itinerario illuminato dai lumini accesi su tutto il percorso (quest’anno erano circa 23mila) e dai ceri (stavolta pochi) in mano ai partecipanti alla processione, la cui macchina organizzativa è partita intorno alle 16 (Leggi l’articolo).
Il corteo tradizionale ha attraversato via Fillungo, via Roma, piazza San Michele, via Vittorio Veneto, piazza Napoleone, piazza del Giglio, via del Duomo, piazza San Giovanni per arrivare nella cattedrale di San Martino dove questa mattina era stato addobbato a festa con i paramenti in oro il Volto Santo nella cappella a lui dedicata (Leggi l’articolo).

Tutto è filato liscio nei momenti di preparazione della Luminara, anche se c’è stato nel pomeriggio qualche momento di apprensione per qualche nuvola minacciosa sulla città. Per questo i lumini sono stati coperti inizialmente per precauzione, creando qualche difficoltà nella successiva accensione, che in alcuni casi si è dovuta ripetere. E molti si sono spenti lasciando al buio alcuni tratti delle facciate delle piazze attraversate da fedeli e autorità religiose e civili.
Durante il percorso molti i negozi che, in ossequio alla Luminara, hanno tenuto spente le luci delle proprie attività, salvo qualche rara eccezione. Molte persone, complice il bel tempo, hanno fatto da ala alla sfilata delle associazioni, delle parrocchie e delle comunità civili e dei rappresentanti delle istituzioni. Numerosa, quest’anno, anche la partecipazione alla processione stessa di parrocchiani e fedeli. Una folla decisamente superiore a quella dell’anno scorso (dove il rischio pioggia aveva trattenuto a casa molti), che ha partecipato all’evento con grande silenzio e rispetto per il valore religioso della Luminara. Anche se la processione non è stata particolarmente illuminata dai ceri: qualche problema nella distribuzione, forse, ha lasciato ampi tratti della sfilata al buio, senza quella suggestione che ha da sempre caratterizzato questo appuntamento.

FOTO – Rivive la magia della Luminara (di Domenico Bertuccelli)

Due le principali novità dell’edizione 2016 della processione, entrambe riguardanti la cattedrale di Lucca. Da quest’anno, infatti, il deflusso dei fedeli e dei partecipanti alla processione è stato reso più agevole dalla riapertura, dopo i restauri finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, del transetto sinistro del duomo. Inoltre ha risuonato a festa, grazie all’associazione dei campanari lucchesi, anche il campanile, anch’esso restaurato e riaperto di recente grazie al contributo della Fondazione alla chiesa lucchese.

L’ordine della processione
Ha rispettato la tradizione l’ordine della processione, che si è aperta con lo stendardo del Volto Santo, seguito dalla Croce fiorita dei floricoltori versiliesi, dalla croce astile della cattedrale, dai gruppi di volontariato e dalle associazioni, dai pellegrini della Francigena e dalla comunità cristiana dello Sri Lanka. A seguire la sfilata delle parrocchie divise per zone pastorali (Viareggio con il gruppo corale Gasparini di Camaiore e il corpo musicale di Camaiore, Valfreddana, Camaiore-Massarosa, Moriano con il gruppo corale Sant’Andrea di Saltocchio, Valdiserchio con il gruppo corale di San Filippo, Segromigno-Villa Basilica con i gruppi corali di Gragnano, Tofori e San Gennaro e il corpo musicale di Marlia, Garfagnana con il gruppo corale di Filicaia, Suburbana Terza con il gruppo corale Catalani di Lammari, Suburbana Seconda, Suburbana Prima, Urbana con il gruppo corale di San Marco – Santissima Annunziata e corpo musicale di Nozzano).
Hanno seguito le Confraternite di Misericordia con il corpo musicale Merciful Band di Borgo a Mozzano, le confraternite con le loro insegne, i terziari dei vari ordini e le religiose, i cavalieri del Santo Sepolcro, i cavalieri del Sovrano Ordine di Malta, i diaconi e presbiteri, la croce arcivescovile, il capitolo della cattedrale, l’arcivescovo Italo Castellani, il gruppo corale di Nave con il corpo musicale di San Gennaro, le autorità civili e le rappresentanze comunali, il corpo musicale di Segromigno in Monte e, a chiusura della processione, i Lucchesi nel Mondo.
Novità di quest’anno, oltre alla partecipazione di alcuni gruppi di profughi ospitati in città, anche quella dei volontari che hanno partecipato alle operazioni di soccorso alle popolazioni terremotate del Centro Italia che hanno alle spalle dell’arcivescovo Italo Castellani. Per loro tanti applausi durante il corteo e all’arrivo in cattedrale, con il vescovo che, arrivato all’ingresso, ha atteso l’entrata di tutti i volontari prima di accedere in duomo. Qualche problema soltanto per il deflusso della Luminara proprio prima dell’arrivo del vescovo. Un lungo “buco”, infatti, si è creato fra il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, uno dei rappresentanti del clero, e l’arrivo di monsignor Castellani.
In processione c’erano anche i giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù che, come ogni anno, sono arrivati in San Frediano dopo un percorso a piedi di 7 chilometri da San Macario in Piano.
Applauditi, durante la processione e all’arrivo in S. Martino, anche i rappresentanti istituzionali. A sfilare oltre a tutta la giunta comunale di Lucca, i rappresentanti della Provincia, quelli della Regione (c’era anche il presidente del Consiglio Eugenio Giani, oltre all’assessore Marco Remaschi e ai consiglieri lucchesi Stefano Baccelli e Ilaria Giovannetti). Il sindaco di Capannori, Luca Menesini, ha “preferito” sfilare sotto il labaro del suo Comune, Capannori.
Accolte con grande calore le delegazioni dei Lucchesi nel Mondo, fra le quali è spiccata quella pittoresca degli scozzesi, che si sono esibiti anche in balli tradizionali locali anche sul sagrato del Duomo. Una partecipazione che, comunque, non è sembrata particolarmente numerosa come gli anni passati, forse per i recenti tagli che sono caduti sulle associazioni dei Toscani nel mondo.

L’arrivo in cattedrale e il Mottettone
All’arrivo della processione in cattedrale, dopo l’omaggio al Volto Santo dei partecipanti, le preghiere conclusive della Luminara con una “sorpresa” voluta dall’arcivescovo Italo Castellani, che durante la breve omelia ha voluto accanto a sé Francesco, 13 anni, della frazione di Saletta di Amatrice, superstite di un terremoto che ha visto morire 22 dei 30 residenti della frazione al momento del sisma (Leggi l’articolo)

Le foto di Giuseppe Cortopassi

A concludere la celebrazione l’esecuzione del Mottettone, la classica musica sacra della Luminara. Anche per quest’anno la Cappella di Santa Cecilia, con la collaborazione della corale del Duomo di Castelnuovo Garfagnana, ha proposto una composizione del maestro Don Maggini del 1989 dal titolo Acclamate al Signore, voi tutti della terra. Il brano, molto suggestivo, è creato per coro a 4 voci dispari, campane tubolari, due trombe e un organo è detto “delle campane”, visto che il maestro Maggini ne aveva tratto spunto dal carillon della chiesa di Westminster di Londra.
Poi tutti sulle mura, ad ammirare uno spettacolo di tutt’altro tipo, quello dei fuochi d’artificio sparati dalle sponde del fiume Serchio.

I fuochi d’artificio (Foto di Andrea Simi)

L’esaltazione della Santa Croce
La vera e propria celebrazione della Santa Croce si svolge domani (13 settembre): alle 9 la messa, alle 10,30 la solenne concelebrazione dell’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo, dai canonici della cattedrale, dai vicari delle zone pastorali, dai presbiteri diocesani e dai religiosi che lo desiderano. I canti saranno curati dalla cappella della cattedrale Santa Cecilia con direttore Luca Bacci e organista Giulia Biagetti. Alle 17 si celebrano i secondi vespri, alle 18 si svolge la messa con i canti guidati dal coro R.Baralli.

La tradizione del Volto Santo
La leggenda del Volto Santo affonda le sue radici nel medioevo ed è riferibile all’epoca del vescovo Rangerio (1097-1112), quando fu redatto un racconto della creazione, scoperta e traslazione del ‘santissimo volto’. In questa relatio viene fissato il racconto dell’arrivo a Luni, e successivamente a Lucca, nel 742, di una immagine scolpita da quel Nicodemo che, con Giuseppe d’Arimatea, depose Cristo nel sepolcro. La leggenda riporta anche che Nicodemo si sarebbe trovato di fronte all’impossibilità di riprodurre il volto del Messia e che l’immagine sarebbe stata da lui ritrovata già scolpita in modo miracoloso. La leggenda continua raccontando che per sfuggire alla minaccia di distruzione essa venisse posta su una nave priva di equipaggio, lasciata libera di navigare a tutti i venti, che infine giunse nel Tirreno, di fronte al porto di Luni.
La nave avrebbe resistito ad ogni tentativo di abbordaggio da parte dei lunensi, salvo poi approdare spontaneamente a riva dopo l’esortazione del vescovo di Lucca Giovanni I, giunto nel frattempo nella zona dopo essere stato avvisato in sogno della presenza sulla nave del Volto Santo.
Una volta portato a terra, il crocifisso fu ancora disputato da lunensi e lucchesi, ma altri segni divini vollero che il crocifisso venisse condotto a Lucca, e alla fine i lunensi furono costretti a rinunciare al possesso della reliquia, ricevendo in compensazione un’ampolla del Sangue di Cristo prelevata da dentro il crocifisso. Tale reliquia è ancora venerata a Sarzana, essendovi giunta dopo l’abbandono di Luni.
I lucchesi accolsero immediatamente con grande venerazione il crocifisso del Volto Santo, il quale fu posto nella Basilica di S. Frediano. Al mattino seguente però, il Volto Santo era sparito. Fu però ritrovato in un orto nelle immediate vicinanze della cattedrale di S.Martino: individuato come un “segno” miracoloso, il Crocifisso del Volto Santo resta tutt’oggi nel Duomo di Lucca.