Sculture Cartasia si spostano nei sotterranei delle mura

Si è ormai conclusa nei giorni scorsi Cartasia, la biennale internazionale dedicata alla paper art che in questa edizione ha avuto da cornice una nuova e suggestiva ambientazione. Hoodie, l’uomo incappucciato di piazza San Frediano realizzato dall’americano Michael Stutz; Mother, l’opera della canadese Laurence Vallières raffigurante un grande scimpanzé con il suo piccolo esposta in piazza San Michele; alcuni degli struzzi realizzati dal collettivo NoDump che per oltre un mese hanno nascosto la testa qua e là per il centro storico; Uappecarton, il robot gigante realizzato dal collettivo Labadanzky e la piramide della pace della centralissima piazza Napoleone, realizzata dalla tedesca Heike Schaefer, sono ora esposti nei sotterranei delle mura urbane all’altezza dei baluardi di Santa Croce, San Martino e San Paolino.
Gli organizzatori di Cartasia hanno deciso di lasciare le opere alla città, in modo che i lucchesi e i turisti possano continuare ad ammirare questi grandi oggetti d’arte realizzati interamente in cartone. L’ottava edizione di Cartasia, con circa 400 chilometri di cartone utilizzati per realizzare le opere e 40 giorni di apertura, si è chiusa con un grande successo di pubblico, con oltre 3mila visitatori (paganti e non) per le mostre di arte contemporanea di Palazzo Ducale, dove erano esposte cento opere di artisti internazionali, e di design della Cavallerizza. Una grande comunità di appassionati e curiosi, anche grazie al tamtam sui social network, ha raggiunto Lucca per visitare la Biennale internazionale promossa da Metropolis con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Comune di Lucca, DS Smith, Kappa Smurfit, Ordine degli architetti di Lucca e Comieco. Tantissime (circa un migliaio) le persone che hanno partecipato ai sedici Fun Lab pensati soprattutto per i più piccoli ma apprezzati anche dagli adulti. Particolare soddisfazione per gli organizzatori è arrivata dalla mostra dedicata al design che, alla sua prima edizione, ha saputo attrarre tanti visitatori, molti dei quali sono rimasti quasi increduli davanti agli ottanta oggetti di designer italiani e stranieri che erano esposti. Grande successo anche per PapeRevolution, la tre giorni dedicata al design e all’architettura che ha richiamato all’ex Cavallerizza 25 relatori tra designer, professionisti del settore e docenti universitari provenienti da tutta Italia per rispondere a un unico interrogativo: è possibile costruire case di carta?
“L’entusiasmo generato da questa ottava edizione ci ha sicuramente fatto piacere e ci ha stupito. Tutti i visitatori che hanno potuto ammirare i tre mondi che abbiamo cercato di realizzare (le due mostre indoor e la mostra outdoor) ci hanno comunicato meraviglia e gioia – commenta il direttore di Cartasia, Emiliano Galigani – Era esattamente quello che volevamo: far tornare tutti un po’ bambini. Questa ottava edizione pone le basi per un futuro importante. La Biennale è giunta a piena maturità, stiamo già iniziando a lavorare per l’edizione del 2018. Anche per questo abbiamo pensato di dare la possibilità di continuare ad ammirare le sculture anche dopo la chiusura della manifestazione. Abbiamo trovato la piena collaborazione dell’Opera della Mura, che ringrazio, e così da pochi giorni le opere di Cartasia si sono ulteriormente impreziosite di una collocazione estremamente suggestiva”.