Insulti e gestacci ai volontari per le sirene accese

Generalmente chi fa volontariato dovrebbe essere trattato con rispetto, e perché no, in alcuni casi anche con un po’ di ammirazione e riconoscenza. Ma purtroppo, molto spesso, non è così. A lamentarsi i volontari – e in particolare alcuni autisti – della Misericordia di Lucca che quasi ogni giorno vengono apostrofati in malo modo perché accendono le sirene dell’ambulanza nelle vie del centro storico. Gestacci, parole grosse, sguardi infastiditi lanciati dai passanti.
E a chi dedica gratuitamente il proprio tempo libero per far del bene agli altri di certo atteggiamenti del genere non fanno molto piacere. C’è chi cerca di sopportare, chi chiude un occhio, chi anche due. Ma la situazione spesso è difficile da gestire. L’intenzione, sempre più concreta, per risolvere i problemi logistici del servizio 118 è il trasferimento in una nuova sede, individuata nel planetario sul parco fluviale. Ma ci vorrà tempo.
“Prendo atto che la società è cambiata e che il menefreghismo sia all’ordine del giorno – si sfoga Claudio, autista storico dell’associazione – ma vorrei davvero capire cosa pensano queste persone. Dove credono che andiamo? A divertirci? Ogni volta che accendiamo la sirena andiamo incontro a tanti rischi, questi ‘signori’ dovrebbero informarsi. Si lamentano del rumore della sirena e poi magari sono i soliti che ci vengono a chiedere ‘ma quanto ci avete messo?’. A volte, quando ci sentiamo mandare a quel paese o dire queste cose ci viene spontaneo chiederci chi ce lo fa fare. Siamo persone – conclude l’autista – che aiutano chi ha bisogno senza chiedere niente, pretendiamo solo una piccola cosa: il rispetto”. Chi protesta per le sirene, non si rende conto che l’azionarle o meno dipende dalla gravità dell’intervento per cui la centrale del 118 fa uscire l’ambulanza. E a volte servono anche quelle a salvare la vita.
Giulia Prete