Uil insiste: S. Luca, mancano personale e 88 letti

“Mancanza cronica dei posti letto, conseguente abbattimento dei livelli occupazionali, fughe verso presidi ospedalieri limitrofi e mancata valorizzazione delle eccellenze locali”: sono questi i temi sui quali puntano nuovamente l’indice oggi (20 settembre) i sindacati lucchesi, relativamente alla situazione San Luca. Nello specifico, questa mattina sono tornati sull’argomento, annoso, Giacomo Saisi (Uil confederale), Antonio Malacarne (Uil pensionati), Pietro Casciani (segretario Uil Fpl), Giancarlo Pucci (Rsu Uil Fpl Usl) e Andrea Lunardi (Uil Fpl aziendale).
In mancanza di risposte concrete, spiegano le sigle, si torna a scuotere un campanello d’allarme, proprio nel giorno in cui al San Luca viene inaugurata la nuova viabilità (Leggi). E lo si fa calando l’asso, costituito dal documento redatto da Ausl Toscana nord ovest, relativamente ai dati aziendali sui posti letto.
“L’azienda – commenta Casciani – afferma che ad oggi risultano attivi 355 posti letto, contro i 410 previsti dalla normativa regionale. Secondo i nostri calcoli sono ancora meno: 322. Il punto, però, è che la stessa dottoressa De Lauretis riconosce la gravità di una situazione che ha ereditato: le disposizioni regionali sono state violate. L’ultima conferenza dei sindaci, tenutasi direttamente al San Luca, è servita per tornare a fare il quadro della situazione. Oggi chiediamo alla conferenza di alzare la voce: noi possiamo continuare a segnalare la vicenda anche ogni giorno, ma la pressione forte deve venire dalle istituzioni”.
Di Vito rammenta come la regione Toscana si collochi” già al di sotto dei parametri previsti dalla normativa nazionale”: “Prevede 3.0 posti ogni 1000 abitanti – spiega – mentre nel 2002 la regione stabiliva la soglia di 2.58: oggi, al San Luca, siamo al dato di 1.90. I cittadini continuano a pagare un ospedale da 410 posti letto, senza che questo servizio sia effettivo”.
Conti alla mano, secondo i sindacati, mancano 4 posti per le degenze di livello d’intensità 1, 20 per il livello 2, 48 (mai attivati) per il livello 3 e 19 per le degenze a ciclo diurno (day hospital, day surgeli, day service). Ancor più nello specifico, stando ai dati Uil Fpl al 6 settembre scorso ci sono 10 posti nel reparto terapie intensive contro i 14 previsti nel progetto del nuovo ospedale del 2002; 115 posti contro 116 iniziali per l’area medica, 75 contro 94 per il dipartimento chirurgico ortopedico, 21 contro 26 per il materno infantile, 15 contro 22 per Pediatria e 0 contro 8 per la riabilitazione. Ancora: la degenza post acuta – sostengono i sindacati – non è mai stata attivata, con il risultato che sono andati persi 48 posti. Per quanto concerne il ciclo diurno, invece, ecco 14 posti contro 20 nel dipartimento medico, 0 posti contro i 2 iniziali per il materno infantile e 18 contro 34 nel dipartimento chirurgico.
La Uil chiede dunque a gran voce la reintegrazione dei posti mancanti e, conseguentemente, anche quella dei livelli occupazionali: “La mancanza di 88 posti letto – osserva Saisi – comporta anche l’assenza di 42 infermieri e 3 medici. Poi non ci si stupisca se i cittadini preferiscono recarsi negli ospedali limitrofi, in Versilia, a Pisa o a Massa Carrara”.
Le fughe sono causate anche da un altro fattore di primo rilievo, secondo le sigle: la perdita ininterrotta dei primariati ospedalieri negli ultimi 15 anni. A Lucca si è passati da 3 ad 1 unità di medicina e sono andati persi i primariati di gastroenterologia, pneumologia, dermatologia, nefrologia (oggi sono strutture semplici). Inoltre è stata chiusa la chirurgia plastica nata per opera del dottor Francesconi, è stata persa l’anatomia patologica (assorbita dalla ex Usl 1 di Massa) ed anche l’urologia (che verrà assorbita dalla Usl 12 Versilia).
“A tutto questo – commenta Casciani – si aggiunga che al pronto soccorso abbiamo un facente funzioni da 2 anni. Adesso è stato bandito il concorso: segnalo che all’Usl Versilia lo stesso primario è andato in pensione a maggio 2016 ed il concorso è stato bandito a luglio. Perché loro ci mettono 2 mesi e noi 2 anni? Che cosa fanno i sindaci, in tutto questo? Un ospedale non può funzionare senza primari”.
A questo punto, secondo Malacarne, si tratta di chiarire anche se il San Luca “sia davvero un ospedale di primo livello”, anche alla luce di un altro enorme problema: quello delle liste d’attesa. “I pazienti possono morire senza nemmeno aver fatto una visita – è l’amara analisi – per cui stiamo pressando la Regione affinché si faccia una convenzione che tuteli i meno abbienti: vogliamo che venga predisposto un fondo ad hoc, che attinga dai soldi recuperati con il contrasto all’evasione fiscale”.
Inoltre i sindacati lamentano “la scarsa campagna di informazione da parte della nuova Ausl Toscana nord ovest, rispetto ad ogni cambiamento”, e si chiedono come sia possibile che negli ultimi 5 anni abbiano potuto partecipare “soltanto a 3 conferenze dei sindaci, soltanto in veste di uditori”.
Infine non può mancare un commento sulla nuova strada di collegamento al San Luca, inaugurata proprio oggi: “Non facciamoci buttare fumo negli occhi – afferma Di Vito – perché sappiamo che quell’opera è andata a distruggere un terreno agricolo che drenava e filtrava le acque: adesso le vasche di raccoglimento si riempiranno ancora di più, con conseguente invasione costante di zanzare tigre. Inoltre sappiamo benissimo che quella è una zona a livello acustico 3, diventa di livello 2 soltanto grazie alla collinetta artificiale che è stata costruita. Se il livello acustico deve essere 2, come è giusto che sia per gli ospedali, in quella strada si dovrà procedere a 30 chilometri orari e non potranno transitare camion. Come comitato Sergio Ghiselli ci siamo battuti perché non fosse fatta: temiamo che si riveli l’ennesimo buco nell’acqua”.
Paolo Lazzari