Il comitato insiste: va consentito il pasto da casa

I genitori del comitato La scuola che vogliamo non intendono attendere: da lunedì prossimo faranno portare il pasto da casa ai loro figli, e si aspettano che i dirigenti scolastici lo facciano consumare insieme agli alunni che usufruiscono del servizio mensa. E’ questa la risposta che il comitato dà all’assessore Ilaria Vietina che, a dire il vero, non ha espresso un no a priori allo scenario che la sentenza del Tar di Torino ha aperto in tutta Italia, ma si è limitata a far notare che sono necessari adeguamenti per consentire ai bimbi di mangiare a mensa il pasto cucinato a casa: “Aspettiamo le indicazioni che darà in tal senso il Miur – ha detto l’assessore -: un conto, infatti – ha aggiunto riferendosi alla sentenza del Tar – è riconoscere un diritto, altro predisporre le condizioni necessarie ad attuarlo” (Leggi).
“Sono mesi – spiegano i genitori che chiediamo e rinnoviamo la richiesta che l’assessora ci indichi quali norme sarebbero ostative, precisando numero e data di pubblicazione delle stesse, poiché anche dai 18 giudizi torinesi è emerso che non esiste normativa che impedisca il pasto da casa, né tanto meno che lo ostacoli dal punto di vista sanitario”.
“Questo – proseguono – è il quadro normativo esistente, completato e precisato appunto dalle sentenze torinesi che, a differenza di quanto afferma l’assessora Vietina costituiscono l’unico precedente in materia, precedente di cui tutti i tribunali, anche quello di Lucca, terrebbero conto in caso di azione giudiziaria, che i genitori sono certamente pronti ad intraprendere in caso di violazione delle suddette norme. Ribadiamo pertanto che tutte le famiglie che lunedì eserciteranno la libera scelta del servizio di refezione, decidendo di non avvalersene e di fornire al loro figlio un pasto domestico, agiranno nel pieno rispetto della normativa vigente. La gestione e l’organizzazione della coesistenza dei bambini cade sotto la responsabilità dei dirigenti scolastici, cui sono state indirizzate le domande di esonero dal servizio, secondo il principio normativo della loro autonomia”.