Piazzetta S.Carlo, c’è chi spera nel brand per rilancio




La tristezza infinita di una piazzetta dall’aura magica ed antica completamente svuotata, a due passi dal quel cuore pulsante della città che è via Fillungo. I cittadini ed i turisti che imboccano il vicolo San Carlo, per sfociare nella piazza, non riescono a trattenere il loro stupore. Qui, ormai, non esiste più alcuna attività: chiuso lo storico bar Fellini, abbassate le serrande di ogni tipo di negozio. Progressivamente, sì, ma prima o dopo tutti hanno dovuto arrendersi. Certo, viene da chiedersi come sia possibile: alla piazzetta si giunge da quattro accessi diversi e non si può dire che non sia abbastanza visibile e conosciuta. Allora qual è il reale motivo di questa debacle?
Sotto questo punto di vista non mancano gli spunti: “E’ colpa della crisi – commenta un anziano residente – che non accenna mai a finire e che ha costretto non soltanto queste attività, ma anche diverse di quelle che si trovano nelle vie principali, a chiudere tutto. Andatevi a vedere quanti sono gli esercizi iscritti nei registri del fallimento in tribunale: un elenco che mette paura”. A dire il vero, però, alcune attività della piazzetta hanno semplicemente preferito trasferirsi in zone più trafficate: “Qui il problema sono gli affitti – commenta un altro lucchese – perché ho sentito che quasi tutti gli immobili di questa piazza appartengono ad un unico proprietario, che avrebbe alzato eccessivamente il costo delle locazioni”. Di fronte a questo scenario – che resta, è bene evidenziarlo, soltanto una delle ipotesi – c’è però anche chi avanza ulteriori e positive possibilità: “Io credo – commenta una signora – che la chiusura di tutte le attività in questo punto non sia casuale. Penso che risponda ad un disegno preciso: quello di cedere la gestione dell’intera piazza ad un solo soggetto, una multinazionale in voga tra i giovani magari, un marchio di abbigliamento forte che potrebbe trasferire qui la sua sede operativa, data la contiguità degli spazi. Per ora è solo una speranza, ma se succedesse non potrebbe che essere un bene: la piazza si ripopolerebbe di ragazzi e turisti e vivrebbe tutto l’anno. Esattamente quello che non accade oggi”.