Piazzetta S.Carlo, c’è chi spera nel brand per rilancio

25 settembre 2016 | 07:19
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Piazzetta S.Carlo, c’è chi spera nel brand per rilancio
Piazzetta S.Carlo, c’è chi spera nel brand per rilancio
Piazzetta S.Carlo, c’è chi spera nel brand per rilancio
Piazzetta S.Carlo, c’è chi spera nel brand per rilancio

La tristezza infinita di una piazzetta dall’aura magica ed antica completamente svuotata, a due passi dal quel cuore pulsante della città che è via Fillungo. I cittadini ed i turisti che imboccano il vicolo San Carlo, per sfociare nella piazza, non riescono a trattenere il loro stupore. Qui, ormai, non esiste più alcuna attività: chiuso lo storico bar Fellini, abbassate le serrande di ogni tipo di negozio. Progressivamente, sì, ma prima o dopo tutti hanno dovuto arrendersi. Certo, viene da chiedersi come sia possibile: alla piazzetta si giunge da quattro accessi diversi e non si può dire che non sia abbastanza visibile e conosciuta. Allora qual è il reale motivo di questa debacle?

Sotto questo punto di vista non mancano gli spunti: “E’ colpa della crisi – commenta un anziano residente – che non accenna mai a finire e che ha costretto non soltanto queste attività, ma anche diverse di quelle che si trovano nelle vie principali, a chiudere tutto. Andatevi a vedere quanti sono gli esercizi iscritti nei registri del fallimento in tribunale: un elenco che mette paura”. A dire il vero, però, alcune attività della piazzetta hanno semplicemente preferito trasferirsi in zone più trafficate: “Qui il problema sono gli affitti – commenta un altro lucchese – perché ho sentito che quasi tutti gli immobili di questa piazza appartengono ad un unico proprietario, che avrebbe alzato eccessivamente il costo delle locazioni”. Di fronte a questo scenario – che resta, è bene evidenziarlo, soltanto una delle ipotesi – c’è però anche chi avanza ulteriori e positive possibilità: “Io credo – commenta una signora – che la chiusura di tutte le attività in questo punto non sia casuale. Penso che risponda ad un disegno preciso: quello di cedere la gestione dell’intera piazza ad un solo soggetto, una multinazionale in voga tra i giovani magari, un marchio di abbigliamento forte che potrebbe trasferire qui la sua sede operativa, data la contiguità degli spazi. Per ora è solo una speranza, ma se succedesse non potrebbe che essere un bene: la piazza si ripopolerebbe di ragazzi e turisti e vivrebbe tutto l’anno. Esattamente quello che non accade oggi”.